Più di 100 spettacoli
in cartellone, 11 produzioni, un aumento d’incasso del 30% e del 28% nel numero
di spettatori rispetto alla passata stagione. Questi sono, in estrema sintesi i
dati della stagione 2013-2014 per il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia,
il Rossetti di Trieste.
Ha premiato
sicuramente la proposta variegata e di livello: prosa, ma anche musical, danza,
musica, eventi speciali come, tra gli altri, la conferenza del filosofo Haim
Baharier dal titolo “Esiste una spiritualità laica?”, o gli spettacoli dello
StarTS Lab, laboratorio teatrale che coinvolge bambini e ragazzi dai 6 ai 18
anni, mostrando grande attenzione verso le nuove generazioni, non soltanto come
fruitori, ma anche come protagonisti sulla scena.
Si mostra giustamente
soddisfatto il presidente Miloš Budin, perché i
numeri attestano, anche in un momento di crisi come quello attuale, l’interesse
del pubblico di abbonati ma non solo di quelli per un’offerta che sappia
spaziare dalla prosa molto impegnata a spettacoli più leggeri, senza per questo
scadere nella qualità delle rappresentazioni. In una città di poco più di
200.000 abitanti registrare più di 170.000 presenze complessive è veramente un
successo, il che mostra quanto sia stata assolutamente corretta la decisione di
rivolgersi ad un pubblico non soltanto locale e ragionale, ma anche proveniente
dal Triveneto, e dalle vicine Slovenia, Croazia e Austria.
Ma non è
soltanto questo. Il teatro è sempre occasione per riflettere sull’essere umano
e nel corso di questa stagione molti sono stati i momenti in cui il teatro
civile è stato in primo piano: “Magazzino 18”, spettacolo di apertura che è
diventato caso nazionale ed internazionale, con una tournée che si è sviluppata
nel corso dei mesi, approdando anche in Istria, nei luoghi che videro svolgersi
gli avvenimenti narrati, con rispetto delle ragioni dei vinti e dei vincitori,
avendo come riferimento assoluto la dignità umana e la denuncia della sua
violazione. Brani dello spettacolo sono
stati recitati da Simone Cristicchi, suo autore e interprete di testo e musiche
lo scorso 13 giugno nella prima cerimonia di commemorazione, avvenuta a Palazzo
Montecitorio, delle vittime della strage di Vergarolla, avvenuta il 18 agosto
1946. Alcuni l’hanno definita “iniziativa senza precedenti”, che dimostra
quanto il teatro e la musica possano fare per contribuire a far crescere la
coscienza civile di una Nazione.
E poi “La torre
d’avorio” diretto e recitato da Luca Zingaretti, e “I bambini della Risiera”,
scritto e diretto da Noemi Calzolari, con i giovani attori dello StarTs Lab,
aperto anche alle scuole e che verrà riproposto in settembre.
Non sono mancati i musical,
anche con proposte internazionali come “Cats”, “Blam!” e molti altri,
l’operetta, concerti di gruppi corali e strumentali, la danza e tanto, tanto
altro.
Ce n’è a sufficienza
per essere soddisfatti, ma Miloš Budin è stato
particolarmente attento anche ad altro: quest’anno si è sperimentata una
collaborazione fra realtà teatrali cittadine, coinvolgendo anche altre sale,
come ad esempio il Teatro Miela e alcune compagnie locali. Ciò ha portato a
“mescolare” i pubblici abituati a seguire le stagioni in contesti diversi,
favorendo l’interesse anche per altre produzioni e a proporre ogni singolo
spettacolo in un luogo più adatto sia per lo spazio scenico necessario che per
la capienza della sala. È probabile che questo successo porti ad altre proposte
simili, non limitate soltanto all’area cittadina o nazionale.
A
coronamento della stagione si potrà rivedere il Roberto Bolle & Friends in
scena il 27 luglio prossimo.
“Magazzino
18” si concludeva ricordando “i profughi di tutto il mondo, costretti a
lasciare la propria terra, per sfuggire alla povertà, all’odio, alla guerra.”
Nel cartellone 2014-2015 verrà proposto, tra gli altri “Finis Terrae”, che
vuole portare sulla scena la tragedia che si consuma sui barconi ai quali tanti
migranti di oggi affidano le proprie speranze. Per la regia di Antonio Calenda,
sarà presentato in anteprima il 17 luglio, nell’ambito della Festa del Teatro
di San Miniato.
Paola Pini
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