Cortona
Mix Festival. Teatro Signorelli, Cortona. Sabato 26 luglio 2014
Troppo celebre la trama della “Carmen”
di Bizet: siamo in Spagna, dove il militare Don José, amato da Micaela,
s’innamora della sensuale gitana Carmen. L’amore è corrisposto fino a un certo
punto, visto che in seguito la donna s’innamora del Toreador Escamillo, facendo
scaturire la gelosia di Don José, che alla fine ucciderà l’amata
accoltellandola durante una corrida.
Come era accaduto l’anno scorso per “Aida”,
anche quest’anno il Cortona Mix Festival
propone un’opera – precisamente un’opera comique – avvalendosi sia di
componenti professionistiche sia di componenti amatoriali prelevate dalla
comunità cortonese (si tratta di gruppi coreutici, comparse, bambini a cui
vengono affidate parti corali). È per questo motivo che prima di effettuare una
lettura tecnica della messa in scena bisogna considerare proprio il fatto che
questa rappresentazione (tra l’altro dimezzata, portandola da quattro atti a
atto unico) non nasce meramente come scopo di proporre uno spettacolo
professionistico a tutti gli effetti, visto e considerato che l’elemento più
visibile ed emblematico è proprio quello coloristico e di coinvolgimento della
città che ospita il Festival – al pari di quello che accade con il “Pollicino” di Henze al Cantiere Internazionale d’Arte di
Montepulciano.
Detto questo, diremo che la messa in scena di Manu Lalli non è male, anche
se si ravvisano certamente delle pecche – altra considerazione da fare è che
questa “Carmen” sarebbe dovuta essere
rappresentata all’aperto, ma poi per motivi meteoreologici è stata spostata
all’interno del Teatro Signorelli, dunque non possiamo sapere di preciso quanto
quello che abbiamo visto rispecchi quello che sarebbe dovuto essere in realtà.
Parlando in primis della
scenografia (fissa per tutta la durata dello spettacolo), diremo che non è di
certo impeccabile. È divisa in due parti, una composta da una struttura
architettonica praticabile, l’altra da una quinta dipinta, strutture che,
essendo diverse tra di loro – rappresentano due strutture architettoniche
diverse! -, non si accostano bene l’una con l’altra. In più è pienamente visibile,
sullo fondo della scena, una cassa che dovrebbe restarsene nascosta invece di
diventare parte integrante dell’oggettistica di scena.
Le coreografie sono vivaci e, insieme ai variopinti costumi, devono
esprimere quello spirito coloristico espresso da quella componente non
professionista dell’organico (è stato molto bello vedere i bambini in scena che
a gruppi si muovevano sul palcoscenico con le bandiere spagnole tra le mani
intonando brani corali).
I cantanti sono professionisti e sono stati artefici di una buona prova. Ottima
Tatia Jibladze nel ruolo di Carmen; si muove bene sul palcoscenico – sciolta
anche nei movimenti danzati e serpentini -, è teatrale ed estremamente
sensuale, come vuole il personaggio.
Ottima anche la prova di Angela Nisi (Micaela), per una parte ridotta un
po’ all’osso rispetto a quella originale. La cantante è sempre molto emotiva,
capace di esprimere al meglio quell’amore puro provato per Don José, che però è
ormai ossessionato da Carmen.
Don José è forse il ruolo più difficile da interpretare dell’opera –
temibile per tutti cantanti l’aria “La
fleur que tu m’avais jetée” -, emblema dell’uomo innamorato, ossessionato,
in eterna lotta tra forza e debolezza. Non è un ruolo semplice, ma Antonio
Corianò lo interpreta piuttosto bene, anche munito di una voce adeguata e
robusta.
Escamillo (Mario Cassi) dovrebbe essere il Toreador “macho”, l’uomo
osannato e pienamente sicuro di sé, ma in questa versione troviamo un
personaggio forse troppo caricato e macchiettistico, che sembra più provenire
dalla Commedia dell’Arte che dalla Corrida. Un Figaro o un Leporello al posto
del Toreador, cosa che mi ha fatto assolutamente divertire.
Anche l’organico dell’Orchestra della
Toscana è ridotto per le esigenze di quest’opera; orchestra che comunque,
guidata da Carlomoreno Volpini è artefice di una buona prova, senza picchi e
senza pecche.
Stefano Duranti Poccetti
Opera
in quattro atti nella versione per orchestra ridotta di Clare Grundman.
Orchestra della Toscana diretta da Carlomoreno Volpini, con la partecipazione
speciale del Coro dei Bambini e dei Cittadini di Cortona.
Regia:
Manu Lalli
A cura
della Fondazione ORT in collaborazione con Venti Lucenti
Carmen –
Tatia Jibladze
Micaela
– Angela Nisi
Don
José – Antonio Corianò
Escamillo
– Mario Cassi
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