Fontanone
Estate, Roma. Martedì 5 agosto 2014
Risulterebbe tutto estremamente
comico, se non sapessimo che questa è una storia vera e che ne sono accadute e
continuano ad accadere nelle nostre città. Storie di ordinaria disperazione,
guerre tra poveri. Appunto, tutti contro tutti. Il surreale che diventa
attualità, cronaca da quattro righe nei giornali, a fronte di esistenze
sconvolte. Perché chi scippa una casa a un’altra famiglia è solo l’altro capo
del filo di una tragedia sociale. Ora, posto sul piatto l’argomento, il
problema è come tradurre una storia così piena di implicazioni sociali e umane,
in uno spettacolo teatrale perlopiù nella forma del monologo. Dopo aver visto
uno straordinario attore come Rolando Ravello, solo sul palco ma in compagnia
di tutti i personaggi a cui lui stesso dà vita, mi convinco che la stessa
storia rappresentata con più artisti non avrebbe la stessa forza, lo stesso
pathos. Merito dell’autore, Massimiliano Bruno, bravissimo a dipingere storie
scomode con la leggerezza dell’ironia e con una punta di feroce sarcasmo, ma
soprattutto di aver affidato un simile testo al sorprendente Rolando. Definirlo
monologo è fuorviante perché Ravello, da solo e grazie a una regia attenta e
ricca di movimenti efficaci (di Lorenzo Gioielli), e le bellissime e funzionali
musiche di Mannarino, crea una commedia vera e propria.
Pupo e puparo allo
stesso tempo, con l’artifizio drammaturgico del racconto del figlio a scuola,
in un tema sulla loro disavventura, si sbatte sul palcoscenico in una ventina
di ruoli, cambiando voci e volti, situazioni ambientali, in un gioco
affascinante tra passato e presente che lascia sbalorditi senza confondere. Il
lato comico è sempre pervaso dal senso del dramma (e questo decreta il valore e
il successo di questa pièce), in un equilibrio difficile ma tenuto con
maestrìa. Argomento spinoso, che potrebbe facilmente declinare verso la
macchietta, grazie alla sua interpretazione diverte sì, ma commuove nella dolcezza
del suo personaggio, pur di fronte a un terremoto esistenziale di quella
portata. Realtà delle nostre periferie, nuove povertà, integrazioni che non si
integrano, solidarietà (invocata da Agostino, il protagonista: “amici del
palazzo, fratelli di periferia!”) che si sgretolano di fronte alle solitudini
egoiste che prendono possesso delle nostre vite. Istituzioni sorde ed incapaci.
Sentimenti. Ci sono tante cose in questa opera, in questa storia raccontata in
punta di penna sulla carta e con infinita grazia sul palco. Una via crucis del
povero Agostino e della sua famiglia, in cui le stazioni che è costretto a subire
strappano un sorriso e una lacrima. “E’ una vita che sto in ginocchio”, dice al
prete a cui si rivolge con la speranza di trovare una soluzione. Nessuno gliela
sa dare. Nella sua battaglia, dal finale genialmente farsesco, la troverà.
Almeno fino alla prossima battaglia. Un monologo/commedia che diverte ed
emoziona, tanto. Quello che si chiede al teatro. Chapeau.
Paolo
Leone
“Agostino
– tutti contro tutti”, di Massimiliano Bruno
Con
Rolando Ravello
Regia
di Lorenzo Gioielli
Musiche
di Alessandro Mannarino
Scene
e costumi di Claudia Cosenza
Si
ringrazia l’ufficio stampa nella persona di Elisabetta Castiglioni
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