03 agosto, 2014

Il Muro. Protezione o esclusione… sostegno o soffocamento? Un’opera che pone molte domande. Di Paolo Leone


Roma, Fontanone Estate. Venerdì 1 agosto 2014

Muri. Davanti a noi, dentro di noi, intorno a noi. Separano, difendono, escludono, forse proteggono, ma fino a quando? Ed è giusto chiudersi dietro fortificazioni? E’ normale? Dove sta il limite tra la difesa e l’autoesclusione, l’annichilimento sociale? Angelo Longoni è un autore e un regista con tante idee, sempre in fermento. Chissà se quando tirò fuori dal suo cilindro magico questa opera teatrale, che qualcuno ha definito “piccola opera rock”, pensava di ottenere il successo che dovunque ha riscosso. Dalla prima assoluta nel carcere di Rebibbia a Roma, ai pienoni del Teatro Golden, alla tournèe in giro per l’Italia, lui e il suo gioiellino sono tornati nella capitale per la rassegna Fontanone Estate con tre serate che, se non fosse stato per il maltempo incombente della prima, avrebbe registrato tre sold out su tre.
Uno spettacolo che mescola molti elementi, dalla prosa di Eleonora Ivone ed Ettore Bassi, i due affiatati protagonisti, alla musica stupenda dei Pink Floyd suonata dal vivo più che egregiamente dai Sound Eclipse, da una regia psichedelica, forte di un afflato di controcultura tipica degli anni 60 e del supporto visivo (e visionario) di proiezioni bellissime sul velatino che divide la scena dalla band. E le domande, tante ed inquietanti, che ci si pone assistendo al dipanarsi della storia sul palco, di una coppia che si incontra, si conosce, si innamora, progetta, fino a trovarsi davanti al muro (del carcere, per lui) che mina una felicità sognata e che forse non si realizzerà più. Muri di corruzione, muri di vergogna, muri di sospetti, di omertà, che cambiano le persone, che tolgono la voglia di correre insieme, che tornano a separare ciò che tentava di unirsi. Non c’è buonismo in questa opera, ma rabbia, speranza, illusione, dubbio. Gli stessi propositi positivi della protagonista femminile, che tenta disperatamente di difendere il sentimento della coppia, a costo di soffocarla in un recinto, non trasporta verso un finale lieto e scontato. Rimane anzi il dubbio, una sensazione di inquietudine, sulla muraglia alzata per escludere tutto il resto dalla loro vita. Ben rappresentata dalla disperazione dell’uomo, che vuole essere “come tutti gli altri”, ma gli altri non lo sentono. E lui non sente più gli altri, in una sospensione spazio temporale tutt’altro che rassicurante. Il bambino è cresciuto e il sogno è svanito. Forse si può ricominciare, ma anche no.
 “Il Muro” di Angelo Longoni riesce a coniugare tutti questi aspetti, drammaturgici, scenografici e musicali, in uno spettacolo molto gradevole e ricco di significati, oltre che di ottima musica. La regia è accurata nei movimenti scenici e nell’alternanza tra recitazione e brani musicali. Entrambi creano un puzzle in cui l’una introduce e supporta gli altri, e viceversa, in un gioco tra presente e passato molto suggestivo. Mattoni, appunto, di un muro, o se volete di un copione ben preciso, netto, con tagli prettamente cinematografici. La grazia e l’eleganza innata di Eleonora Ivone, sempre più atletica ed eterea, nel suo ruolo di donna ferocemente determinata, ben si coniugano con un Ettore Bassi la cui prova d’attore convince ed emoziona. Un plauso particolare alla band dei Sound Eclipse, la cui potenza e pulizia di esecuzione trasmettono vibrazioni forti. Il Muro continua il suo successo, il Fontanone Estate la sua rassegna ricca di appuntamenti.

Paolo Leone


Il Muro, di Angelo Longoni
Con: Eleonora Ivone ed Ettore Bassi
Musiche dei Pink Floyd suonate dal vivo dai Sound Eclipse (Voce: Stefano Cacace; Chitarre: Marco Zanni; Basso: Andrea Agates; Batteria: Emanuele Puzzilli; Tastiere: Emiliano Zanni)
Scene: Leonardo Conte, Alessandra Panconi. Costumi: Paola Bonucci

Si ringrazia l’ufficio stampa “Press office & Public Relations” nella persona di Elisabetta Castiglioni

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