Anfiteatro Festival di Albano Laziale. Sabato
16 agosto 2014
Tornano gli anni
trenta nell’Anfiteatro Festival di Albano Laziale che, con la serata delle
bravissime Sorelle Marinetti, chiude i battenti per questa eccezionale terza
edizione. Il direttore artistico del Festival (cartellone realizzato da Europa Musica), il Maestro Renzo Renzi,
ha salutato il pubblico, numeroso anche ieri sera nonostante si fosse ancora a
ridosso della festività del ferragosto, esprimendo soddisfazione per la
crescita costante di quello che sta diventando sempre più un appuntamento
capace di proporre eventi di alta qualità e di soddisfare i gusti di
tutti. Dalla danza alla musica popolare, dall’opera lirica al teatro di prosa,
alla comicità. “Il Festival sta crescendo – dice Renzi – e questo è il nostro
contributo per portare gente in questo sito archeologico straordinario e fare
cultura. Siamo soprattutto produzione, non solo creatori di eventi. Il nostro è
un progetto – prosegue – per fare produzione ed esportarla. Solo con la lirica
diamo lavoro a circa 200 persone ad opera. Questo, tanto per rispondere a chi
disse che con la cultura non si mangia. Il guaio è che spesso gli Enti Locali
puntano più sugli eventi fini a se stessi che non sui progetti. Ma noi siamo
soddisfatti”. Veniamo ora allo spettacolo conclusivo: “La famiglia canterina”.
Ennesima sorpresa di questo Festival.
Confesso che non avevo mai visto dal vivo le Marinetti e che non sapevo che tipo di show proponessero. Ebbene, un’occasione in più per aumentare la convinzione che bisogna essere sempre curiosi verso ogni forma di spettacolo ed arte. Nel novantesimo anno dalla nascita dell’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche), tramite cui il Trio Lescano impazzò alla radio negli anni trenta e quaranta allietando le famiglie italiane in tempi certamente non facili, le Sorelle Marinetti danno vita ad un vero e proprio tuffo nel loro vastissimo repertorio (circa 300 canzoni), con un’opera che non è solo di bel canto armonizzato, quanto piuttosto di filologia, di ricerca e ripristino di canzoni cadute nell’oblio, che sono nelle radici delle nostre famiglie di provenienza e della nostra cultura popolare. Una vera operazione culturale, come ha ben sottolineato al termine della loro esibizione il regista e produttore Giorgio Buozzo. Detto questo, le Marinetti, insieme a Francesca Nerozzi (ammirata in Full Monty) e Gabrio Gentilini, entrambi perfetti phisyque du role e ottimi cantanti in stile anni trenta, nonché colleghi delle Sorelle nella loro nuova commedia musicale “Risate sotto le bombe”, incantano il pubblico dell’Anfiteatro con una delicatezza, una grazia nelle voci e nei movimenti di scena, che sorprende i più giovani e fa sospirare i più anziani. Con il supporto di musicisti di rango quali Christian Schmitz al piano, Adalberto Ferrari al clarinetto e C-Melody (un sax particolare) e Francesco Giorgi al violino, eseguono perfettamente tante canzoni, dalle più famose (e pensiamo a quale impatto nella nostra storia, se ancora oggi tutti sanno canticchiarle) come “Ma le gambe”, “C’è un uomo in mezzo al mare”, T’aspetterò al caffè”, “Pinguino innamorato”, “Maramao perché sei morto” a quelle meno note come “La canzone delle mosche” o la chicca “Nebbia” che Caterinetta Lescano interpretò da solista.
Confesso che non avevo mai visto dal vivo le Marinetti e che non sapevo che tipo di show proponessero. Ebbene, un’occasione in più per aumentare la convinzione che bisogna essere sempre curiosi verso ogni forma di spettacolo ed arte. Nel novantesimo anno dalla nascita dell’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche), tramite cui il Trio Lescano impazzò alla radio negli anni trenta e quaranta allietando le famiglie italiane in tempi certamente non facili, le Sorelle Marinetti danno vita ad un vero e proprio tuffo nel loro vastissimo repertorio (circa 300 canzoni), con un’opera che non è solo di bel canto armonizzato, quanto piuttosto di filologia, di ricerca e ripristino di canzoni cadute nell’oblio, che sono nelle radici delle nostre famiglie di provenienza e della nostra cultura popolare. Una vera operazione culturale, come ha ben sottolineato al termine della loro esibizione il regista e produttore Giorgio Buozzo. Detto questo, le Marinetti, insieme a Francesca Nerozzi (ammirata in Full Monty) e Gabrio Gentilini, entrambi perfetti phisyque du role e ottimi cantanti in stile anni trenta, nonché colleghi delle Sorelle nella loro nuova commedia musicale “Risate sotto le bombe”, incantano il pubblico dell’Anfiteatro con una delicatezza, una grazia nelle voci e nei movimenti di scena, che sorprende i più giovani e fa sospirare i più anziani. Con il supporto di musicisti di rango quali Christian Schmitz al piano, Adalberto Ferrari al clarinetto e C-Melody (un sax particolare) e Francesco Giorgi al violino, eseguono perfettamente tante canzoni, dalle più famose (e pensiamo a quale impatto nella nostra storia, se ancora oggi tutti sanno canticchiarle) come “Ma le gambe”, “C’è un uomo in mezzo al mare”, T’aspetterò al caffè”, “Pinguino innamorato”, “Maramao perché sei morto” a quelle meno note come “La canzone delle mosche” o la chicca “Nebbia” che Caterinetta Lescano interpretò da solista.
Tra un brano e l’altro inscenano
brevi intermezzi brillanti che servono per introdurre quello successivo. Sempre
con eleganza, con una leggerezza figlia di uno studio attento e non a ruota
libera. Siamo negli anni trenta, con le musiche, gli atteggiamenti, i passi di
danza e con gli abiti. E lo swing la fa da padrone. Una full immersion che per
un’ora e mezza abbondante prende per mano il pubblico e riesce nel miracolo
delle Lescano, quello di allietare e divertire le famiglie italiane. Quando dispiace
che uno spettacolo finisca, vuol dire che ha raggiunto il suo scopo. Ha ragione
il loro regista Bozzo, che ha ringraziato i presenti, numerosi, nonostante un
ostinato e anomalo freddo estivo: sostenere, comprando un biglietto e andando a
teatro, chi studia, chi si adopera affinchè il nostro passato non cada
nell’oblìo, è meritevole tanto quanto gli autori stessi di queste operazioni.
Quella delle Lescano, come quella delle Marinetti, è “fine arte popolare”.
Molto bello il gesto di tutto il cast, a fine spettacolo, di incontrare il
pubblico per foto, autografi, scambi di opinioni, nella massima disponibilità
suscitando ulteriore simpatia. Non poteva esserci chiusura migliore per la terza edizione dell’Anfiteatro
Festival di Albano, all’insegna della raffinatezza.
L’appuntamento (“con la luna”) è al prossimo anno.
Paolo
Leone
Anfiteatro Festival di
Albano Laziale, 16 agosto 2014.
Le Sorelle Marinetti in “La
famiglia Canterina”
Con le Sorelle Marinetti:
Turbina (Nicola Olivieri), Mercuria (Andrea Allione), Scintilla (Marco Lugli)
E con la partecipazione di
Francesca Nerozzi e Gabrio Gentilini
Musiche eseguite dal vivo da
Christian Schmitz al piano; Adalberto Ferrari al clarinetto e C-Melody;
Francesco Giorgi al violino
Testi e regia: Giorgio U.
Buozzo
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