01 agosto, 2014

La Nona di Beethoven al Mix. Il miglior modo per raccontare la Gioia. Di Stefano Duranti Poccetti


Cortona Mix Festival, Cortona,Teatro Signorelli. Mercoledì 30 luglio 2014

O Freunde, nicht diese Töne!
Sondern laßt uns angenehmere anstimmen
und freudenvollere!

Abbiamo sentito risuonare il famoso An die Freude (Inno alla Gioia) di Schiller al Teatro Signorelli, dove si è assistito all’esecuzione, si può dire, della Sinfonia più popolarmente conosciuta della storia della musica, la Sinfonia numero 9 in re minore opera 125, conosciuta anche come la Nona di Beethoven.
L’Orchestra della Toscana è guidata dal direttore Daniele Rustioni, che avevamo già potuto ascoltare al Mix Festival dell’anno scorso nella Sinfonia numero 7 del Maestro e, come allora non aveva deluso le nostre aspettative, così non le delude neanche oggi, anche supportato dall’ottimo lavoro dell’Orchestra e dall’ottima interpretazione del Coro del Maggio Musicale Fiorentino, preparato dal Maestro Lorenzo Fratini.

I tre movimenti principali sono meramente strumentali, dove già si cominciano a costruire quei temi che saranno ripetuti nel movimento conclusivo, dove l’elemento portante è il famoso tema che tutti sappiamo cantare. Già dai primi movimenti si assiste a una tensione straordinaria, dove l’orchestra è portata al massimo della sua intensità sonora, riecheggiando la tipica forza beethoveniana, in una continua evoluzione e variazione tematica tipica del compositore tedesco. Questa intensità sfocia nell’Adagio molto e cantabile del terzo movimento, un pezzo di straordinaria liricità quasi operistica, che propone un tema come ipnotico che si ripete intensamente nella sua struggente dolcezza.
Ma quello che tutti attendono è il finale, il Presto-Allegro assai, dove finalmente comincia l’Inno alla Gioia e dove entrano in gioco il coro e i cantanti – la soprano Brigitte Jäger, la mezzosoprano Laura Polverelli, il tenore Matthias Stier e il baritono Markus Butter. Questo non è un brano semplice e neanche particolarmente soddisfacente per i cantanti, infatti, se le due voci maschili se la cavano piuttosto bene, altrettanto bene forse non si può dire delle due voci femminili (la mezzosoprano forse un po’ sotto tono e la soprano forse un po’ troppo squillante), anche se bisogna ancora ribadire la natura non proprio semplice di questo brano cantato per i cantanti, che quindi in parte vengono scagionati.
Il Coro del Maggio si comporta molto bene e rende al massimo la straordinaria forza e compattezza sonora, quasi materica, beethoveniana, assistito da un’Orchestra guidata dai gesti sicuri, anche danzanti, simbolici ma chiari, del bravissimo e giovane direttore Rustioni (classe ‘83), che ci porta una Sinfonia numero 9 alla sua ennesima potenza, con la maestosa stretta finale che ci lascia sempre senza fiato.

Stefano Duranti Poccetti


Orchestra della Toscana
Daniele Rustioni Direttore

soprano Brigitte Jäger
mezzosoprano Laura Polverelli
tenore Matthias Stier
baritono Markus Butter

Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Lorenzo Fratini Maestro del Coro

Ludwig Van Beethoven
Sinfonia n.9 in re minore o.125

Allegro, ma non troppo – un poco maestoso
Molto vivace – Presto
Adagio molto e cantabile
Finale: Presto – Allegro assai


Durata 60 minuti circa

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