Piccolo
Teatro, Teatro Studio Melato, Milano. 24 e 25 settembre 2014
Prendete dei giovani
artisti in erba: attori, musicisti, scenografi, costumisti e acrobati. Aggiungete
un testo inedito di Dario Fo e Franca Rame. Mescolate tutto con la regia di
Massimo Navone. Eccovi servito “Studio per Storia di Qu”, presentato in
anteprima il 24 e 25 settembre al Piccolo Teatro Studio Melato, nell’ambito del
Festival Trame d’Autore (18-28 settembre).
Appena superato il
foyer, la magia ha inizio. Ad attendere gli spettatori negli ambulacri del
teatro ci sono alcuni dei giovani attori, nei panni di soldati: imbracciano
armi da fuoco, ma i loro costumi ricordano le statue dell’Esercito di
Terracotta dell’imperatore Qun Shi Huang (III secolo a.C.). Un anacronismo che
caratterizza tutto lo spettacolo, dove agli echi di una Cina fiabesca si
alternano sapientemente elementi di attualità ed espliciti riferimenti alla
Cina comunista.
Gli altri attori sono
già in scena: il sorriso con cui accolgono il pubblico dà l’impressione di
trovarsi ad un incontro tra amici. Tra
questi amici, ne manca solo uno, che presto arriva: dopo il saluto di Massimo
Navone, Dario Fo fa il suo ingresso in scena. E il pubblico lo accoglie con il
calore che si riserva alle persone care.
Il maestro si
presenta con la testa infilata in una piccola gabbia di legno: si tratta di una
“gabbietta da morto”, spiega, un supplizio che in Cina era inflitto ai
condannati al silenzio e prossimi all’esecuzione capitale. Come accade a Qu, il
protagonista dello spettacolo.
Dario Fo si emoziona,
mentre racconta del suo primo viaggio in Cina con Franca Rame, negli anni
Sessanta. Si emoziona guardando i giovani attori che lo circondano: sono tutti
allievi o neo-diplomati della Scuola “Paolo Grassi” e di altre scuole di teatro
milanesi e hanno la stessa età che aveva lui quando iniziava a calcare le
scene. «Cerchiamo di dare ai giovani un futuro, ora, prima che questo futuro
diventi passato!» conclude. E tra gli applausi, lo spettacolo inizia.
Tra monaci volanti,
ribelli rossi mascherati da scimmie, appassionate arringhe sul “comunismo
utopico” e denunce della corruzione del potere, si snoda la vicenda di Qu. Il
personaggio appartiene alla cultura popolare cinese: è un po’ Arlecchino, un
po’ fanfarone, un po’ un fou savant che nel suo candore disarmante si oppone
strenuamente al potere costituito, mettendosi dalla parte dei più deboli, degli
emarginati come lui.
La sua storia è
narrata in Ah Qu, del filosofo e poeta cinese Lu Xun, l’inventore della
scrittura cinese semplificata. Il suo racconto, nella traduzione di Franca Rame
e Gisella Palumbo, è stato adattato e sceneggiato, fino a trasformarlo in un
testo di teatro all’antica italiana.
Qu è interpretato da
un frizzante Michele Bottini, insegnante di Commedia dell’Arte alla Scuola
“Paolo Grassi”. Tra gli altri interpreti spiccano Carolina Leporatti (nel ruolo
di narratrice e di guida della popolazione contadina), Betti Rollo (la
bellissima Luna, donna colta ed emancipata, amata da Qu) e il terzetto composto
da Graziano Sissessi, Veronica Franzosi ed Enrico Pittaluga, che in perfetta
alchimia scenica interpretano rispettivamente il tirannico governatore, la sua
diabolica concubina e un malvagio generale, caricature di un potere corrotto e
manipolatore.
Le scenografie,
realizzate dagli allievi della Scuola di Scenografia dell’Accademia di Belle
Arti di Brera, evocano la leggerezza degli aquiloni; praticabili mobili
modificano e ridisegnano lo spazio scenico, muovendosi intorno ad una struttura
principale che diventa, di volta in volta, tribuna, macchina da guerra,
patibolo.
Completano la
suggestione le canzoni e le musiche originali, eseguite dal vivo dagli allievi
della Civica Scuola di Musica “Claudio Abbado” e i numeri acrobatici a cura del
Laboratorio di Circo “Quattrox4”.
Storia di Qu andrà in
scena dal 30 giugno al 5 luglio 2015, nell’ambito degli eventi di Expo dedicati
alla Cina. Questo Studio ne ha offerto al pubblico un saggio, in forma ancora
provvisoria: nei prossimi mesi, il lavoro della compagnia permetterà di
intervenire su qualche dettaglio, di migliorare alcuni passaggi non del tutto
chiari tra le scene. Ma al di là di qualche lieve imperizia, la bravura degli
interpreti è innegabile e la scelta di Massimo Navone di puntare sui giovani si
è già dimostrata vincente.
Greta Salvi
E' Marta Lunetta che interpreta Luna e non Betti Rollo
RispondiEliminaDalla foto della locandina si vede che accanto a Michele Bottini (interprete di Qu) c'è Marta Lunetta (interprete di Luna
RispondiEliminanella prima serata e nel ruolo di narratrice in seconda serata.