Oggi 23 settembre
alla Sala la Cavallerizza i direttori artistici Gaetano Callegaro e Antonio
Syxty hanno presentato alla stampa il calendario 2014/15 del Teatro Litta.
Un gabbiano in volo è
il simbolo della nuova stagione del celebre teatro milanese e allora mi è
venuto in mente che anche Constantin Stanislavski lo aveva fatto suo, facendolo
diventare il simbolo del Teatro di Mosca, mettendo in scena per
l'inaugurazione il famoso dramma di
Cechov. Anche Antonio Syxty dal 3 al 22 febbraio lo proporrà al pubblico,
attirato, come ci spiega, dal tema dell’abbandono, amoroso in particolare, ma
in generale di tutte le forme di abbandono che ognuno di noi soffre nel corso
della vita.
Aprirà invece il 16
ottobre fino al 26 ottobre, “La coscienza di Zeno spiegata al popolo. Goulash
blues explosion” di Stefano Dongetti con la collaborazione di Riccardo Cepach,
Alessandro Mizzi e Paolo Rossi, che ne cura la regia. Sarà un viaggio
psicanalitico a suon di musica, nei bordelli e nelle taverne del porto di
Trieste, nel mondo della letteratura mitteleuropea.
A seguire “Sogno (ma
forse no) ”, in prima nazionale e che chiuderà anche la stagione, ma ormai
saremo in pieno EXPO e allora avrà i sottotitoli in inglese, testo poco
rappresentato di Luigi Pirandello, regia di Syxty, che si confronta con il
problema della realtà e del sogno e della linea sottile che li separa. E chi
altro se non il teatro è capace di oltrepassarla?
Novità di quest’anno
è lo join venture con La Compagnia
Teatro Libero di cui vedremo “Amleto” di Shakespeare, diretto Corrado d’Elia
che rivede in chiave attuale il sempre attuale eroe che dice a Orazio “
Racconta di me e della mia causa, e non dimenticare…” e da qui nasce il lavoro
del regista. Ci presenterà anche un altro classico dal 13 al 25 gennaio: “La
locandiera” di Goldoni, che sarà interpretata da Monica Faggiani, eroina pop
vestita di plastica, più moderna che mai.
Curioso e intrigante
ma solido, come il suo protagonista Matthieu Pastore, sarà sicuramente “Titanic
The Great Disaster, soliloquio marittimo per 2.201 personaggi e 3.177
cucchiaini” di Patrick Kermann, regia di Renato Sarti. Dal 17 al 19 marzo.
Poi ritorna
“Confidenze troppo intime” di Jérôm Tonnerre, con la regia di Syxty, e la
novità di “Le Beatrici” di Stefano Benni, uno spettacolo tutto al femminile
diretto dallo stesso Benni e dal Collettivo Beatrici.
Il regista e attore
Claudio Elli ci ha presentato lo spettacolo “Gebrek, monologo interrotto in due
parti”, uno spettacolo di satira sociale e Francesco Leschiera in prima
nazionale, dal 14 al 23 novembre dirigerà, e reciterà, “Frammenti di
contemporaneità (meno emergenze) ” del drammaturgo inglese Martin Crimp.
“Il fiore
dell’illusione produce il frutto della realtà” è la frase dello scrittore Paul
Claudel che i direttori artistici hanno scelto come tema della nuova stagione,
come un impegno a offrire al pubblico illusioni che lascino però un segno, che
buttino il seme per fare crescere una realtà più bella, più giusta, più
pacifica.
Matteo Torterolo ha
ricordato al pubblico che “Apache”, che l’anno scorso era stata una linea
timidamente tracciata all’interno della programmazione, un quasi esperimento,
quest’anno sarà più marcata, più profonda, la sfida di dare voce alle compagnie
che a fatica, nel nostro paese, trovano spazio, continuerà speriamo con lo
stesso successo. Vedremo 6 compagnie, 6
prime milanesi.
Un’altra iniziativa è
“Milano Litta Milani”, una residenza artistica e creativa per l’infanzia,
ideata dall’attore e regista Claudio Milani, vincitore del Premio Eolo 2012,
come “nuova figura del teatro ragazzi italiano”.
L’assessore alla
cultura Filippo Del Corno, intervenendo alla presentazione, ha lanciato una bella idea: che Milano
diventi la capitale permanente dello spettacolo dal vivo. Mi sembra che le
spetti di diritto, non solo per quello che sta facendo ma anche per quello che
ha in mente di fare in futuro.
Daria
D.
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