24 settembre, 2014

Anche il Litta presenta la sua nuova stagione! Di Daria D.


Oggi 23 settembre alla Sala la Cavallerizza i direttori artistici Gaetano Callegaro e Antonio Syxty hanno presentato alla stampa il calendario 2014/15 del Teatro Litta.
Un gabbiano in volo è il simbolo della nuova stagione del celebre teatro milanese e allora mi è venuto in mente che anche Constantin Stanislavski lo aveva fatto suo, facendolo diventare il simbolo del Teatro di Mosca, mettendo in scena per l'inaugurazione  il famoso dramma di Cechov. Anche Antonio Syxty dal 3 al 22 febbraio lo proporrà al pubblico, attirato, come ci spiega, dal tema dell’abbandono, amoroso in particolare, ma in generale di tutte le forme di abbandono che ognuno di noi soffre nel corso della vita.
Aprirà invece il 16 ottobre fino al 26 ottobre, “La coscienza di Zeno spiegata al popolo. Goulash blues explosion” di Stefano Dongetti con la collaborazione di Riccardo Cepach, Alessandro Mizzi e Paolo Rossi, che ne cura la regia. Sarà un viaggio psicanalitico a suon di musica, nei bordelli e nelle taverne del porto di Trieste, nel mondo della letteratura mitteleuropea.
A seguire “Sogno (ma forse no) ”, in prima nazionale e che chiuderà anche la stagione, ma ormai saremo in pieno EXPO e allora avrà i sottotitoli in inglese, testo poco rappresentato di Luigi Pirandello, regia di Syxty, che si confronta con il problema della realtà e del sogno e della linea sottile che li separa. E chi altro se non il teatro è capace di oltrepassarla?
Novità di quest’anno è lo join venture con La Compagnia Teatro Libero di cui vedremo “Amleto” di Shakespeare, diretto Corrado d’Elia che rivede in chiave attuale il sempre attuale eroe che dice a Orazio “ Racconta di me e della mia causa, e non dimenticare…” e da qui nasce il lavoro del regista. Ci presenterà anche un altro classico dal 13 al 25 gennaio: “La locandiera” di Goldoni, che sarà interpretata da Monica Faggiani, eroina pop vestita di plastica, più moderna che mai.
Curioso e intrigante ma solido, come il suo protagonista Matthieu Pastore, sarà sicuramente “Titanic The Great Disaster, soliloquio marittimo per 2.201 personaggi e 3.177 cucchiaini” di Patrick Kermann, regia di Renato Sarti.  Dal 17 al 19 marzo.
Poi ritorna “Confidenze troppo intime” di Jérôm Tonnerre, con la regia di Syxty, e la novità di “Le Beatrici” di Stefano Benni, uno spettacolo tutto al femminile diretto dallo stesso Benni e dal Collettivo Beatrici.
Il regista e attore Claudio Elli ci ha presentato lo spettacolo “Gebrek, monologo interrotto in due parti”, uno spettacolo di satira sociale e Francesco Leschiera in prima nazionale, dal 14 al 23 novembre dirigerà, e reciterà, “Frammenti di contemporaneità (meno emergenze) ” del drammaturgo inglese Martin Crimp.
“Il fiore dell’illusione produce il frutto della realtà” è la frase dello scrittore Paul Claudel che i direttori artistici hanno scelto come tema della nuova stagione, come un impegno a offrire al pubblico illusioni che lascino però un segno, che buttino il seme per fare crescere una realtà più bella, più giusta, più pacifica.
Matteo Torterolo ha ricordato al pubblico che “Apache”, che l’anno scorso era stata una linea timidamente tracciata all’interno della programmazione, un quasi esperimento, quest’anno sarà più marcata, più profonda, la sfida di dare voce alle compagnie che a fatica, nel nostro paese, trovano spazio, continuerà speriamo con lo stesso successo.  Vedremo 6 compagnie, 6 prime milanesi.
Un’altra iniziativa è “Milano Litta Milani”, una residenza artistica e creativa per l’infanzia, ideata dall’attore e regista Claudio Milani, vincitore del Premio Eolo 2012, come “nuova figura del teatro ragazzi italiano”.
L’assessore alla cultura Filippo Del Corno, intervenendo alla presentazione,  ha lanciato una bella idea: che Milano diventi la capitale permanente dello spettacolo dal vivo. Mi sembra che le spetti di diritto, non solo per quello che sta facendo ma anche per quello che ha in mente di fare in futuro.


Daria D.

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