Torna alla Scala un classico molto amato, Don Chisciotte,
nella versione coreografica di Rudolf Nureyev, con tante stelle ospiti: Natalia
Osipova, Tamara Rojo, Leonid Sarafanov.
Uno
dei pochi balletti classici di repertorio allegri e spiritosi: dell’imponente
opera del Cervantes, ne viene estratto uno dei tanti episodi, ossia la storia
d’amore tra la bella Kitri e il barbiere Basilio, osteggiata dal padre di lei,
che la vorrebbe sposa ad un marito più benestante, come il ricco ma stupido
Gamache. Come sempre l’amore trionfa e dopo perpezie varie ed un intero secondo
atto dedicato a Don Chisciotte che sogna un esercito di Driadi,
fanciulle-spirito, i due innamorati riescono finalmente a coronare il loro
sogno. Dopo una primordiale versione del 1740, è quella del 1869 al Teatro
Bolshoji di Mosca con coreografia di Marius Petipa e musica di Ludwig Minkus ad
essere considerata la madre di tutte le successive.
Un’opera
vista in Scala numerose volte, di cui dal 1987 sempre con la coreografia del
tartaro volante, com’era anche soprannominato Nureyev: coreografia molto vicina
a quella originale, con delle aggiunte che riguardano soprattutto delle
variazioni maschili. D’altronde si sa, il grande Rudy si è costruito le
coreografie a sua immagine e somiglianza, e si vede. Oltre ad alcune interpreti
del Corpo di Ballo, le due stelle straniere che si alternano nel ruolo di Kitri
sono Tamara Rojo e Natalia Osipova. Abbiamo assistito ad una performance con la
prima, étoile spagnola quarantenne dal Royal Ballet di Londra, direttrice e
anche lead principal dancer dal 2012 dell’English National Ballet.
Semplicemente splendida: senza dubbio Don Chisciotte è il suo cavallo di
battaglia, senza dubbio essendo spagnola si sentirà a casa, ma è a suo agio nel
ruolo in maniera impressionante. Scrosci di applausi la accompagnano in
particolare nel passo a due del terzo atto, dove dimostra un equilibrio non da
poco, restando in punta sul piede sinistro senza alcun appoggio per diversi
secondi ed eseguendo la serie dei fouettés in maniera superba. Suo partner, in
sostituzione del tanto atteso Ivan Vasiliev (assente perché colpito da
polmonite), Claudio Coviello, primo ballerino scaligero: già visto in altre
occasioni, decisamente non è in serata. Poco preciso, distratto, per ben due
volte rischia di far cadere la Rojo: sicuramente un caso di serata “no”, perché
sappiamo bene cosa sia in grado di fare.
Il
Corpo di Ballo si rivela quello di sempre: ordinario, senza alcuna passione,
molto meccanico, e a volte nemmeno la meccanica funziona: errori palesi, come
un arrivo da una pirouette in ginocchio con relativa perdita di equilibrio e
mano appoggiata a terra per non cadere. File non mantenute, avvicinamenti
pericolosi per mancato rispetto degli spazi, caviglie deboli. Il direttore
russo Vaziev dovrebbe ben sapere che in Russia non funziona esattamente così la
formazione dei danzatori… Nessuna traccia lasciano le amiche di Kitri, la
ballerina di strada o le Driadi. Accettabili le performances di Nicoletta Manni
(la Regina delle Driadi), Marco Agostino (Espada); simpatici il Don Chisciotte
di Giuseppe Conte e il Sancho Panza di Gianluca Schiavoni. Il migliore dopo la
Rojo? Antonino Sutera, relegato al breve, seppur molto virtuosistico, ruolo
dell’assolo dello zingaro.
Chiara Pedretti
Fino al 27 settembre
Biglietti da EUR
11,00 a EUR 127,00
Teatro alla Scala
Piazza della Scala,
Milano
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