23 settembre, 2014

ARIA DI SPAGNA IN SCALA. Di Chiara Pedretti


Torna alla Scala un classico molto amato, Don Chisciotte, nella versione coreografica di Rudolf Nureyev, con tante stelle ospiti: Natalia Osipova, Tamara Rojo, Leonid Sarafanov.

Uno dei pochi balletti classici di repertorio allegri e spiritosi: dell’imponente opera del Cervantes, ne viene estratto uno dei tanti episodi, ossia la storia d’amore tra la bella Kitri e il barbiere Basilio, osteggiata dal padre di lei, che la vorrebbe sposa ad un marito più benestante, come il ricco ma stupido Gamache. Come sempre l’amore trionfa e dopo perpezie varie ed un intero secondo atto dedicato a Don Chisciotte che sogna un esercito di Driadi, fanciulle-spirito, i due innamorati riescono finalmente a coronare il loro sogno. Dopo una primordiale versione del 1740, è quella del 1869 al Teatro Bolshoji di Mosca con coreografia di Marius Petipa e musica di Ludwig Minkus ad essere considerata la madre di tutte le successive.
Un’opera vista in Scala numerose volte, di cui dal 1987 sempre con la coreografia del tartaro volante, com’era anche soprannominato Nureyev: coreografia molto vicina a quella originale, con delle aggiunte che riguardano soprattutto delle variazioni maschili. D’altronde si sa, il grande Rudy si è costruito le coreografie a sua immagine e somiglianza, e si vede. Oltre ad alcune interpreti del Corpo di Ballo, le due stelle straniere che si alternano nel ruolo di Kitri sono Tamara Rojo e Natalia Osipova. Abbiamo assistito ad una performance con la prima, étoile spagnola quarantenne dal Royal Ballet di Londra, direttrice e anche lead principal dancer dal 2012 dell’English National Ballet. Semplicemente splendida: senza dubbio Don Chisciotte è il suo cavallo di battaglia, senza dubbio essendo spagnola si sentirà a casa, ma è a suo agio nel ruolo in maniera impressionante. Scrosci di applausi la accompagnano in particolare nel passo a due del terzo atto, dove dimostra un equilibrio non da poco, restando in punta sul piede sinistro senza alcun appoggio per diversi secondi ed eseguendo la serie dei fouettés in maniera superba. Suo partner, in sostituzione del tanto atteso Ivan Vasiliev (assente perché colpito da polmonite), Claudio Coviello, primo ballerino scaligero: già visto in altre occasioni, decisamente non è in serata. Poco preciso, distratto, per ben due volte rischia di far cadere la Rojo: sicuramente un caso di serata “no”, perché sappiamo bene cosa sia in grado di fare.
Il Corpo di Ballo si rivela quello di sempre: ordinario, senza alcuna passione, molto meccanico, e a volte nemmeno la meccanica funziona: errori palesi, come un arrivo da una pirouette in ginocchio con relativa perdita di equilibrio e mano appoggiata a terra per non cadere. File non mantenute, avvicinamenti pericolosi per mancato rispetto degli spazi, caviglie deboli. Il direttore russo Vaziev dovrebbe ben sapere che in Russia non funziona esattamente così la formazione dei danzatori… Nessuna traccia lasciano le amiche di Kitri, la ballerina di strada o le Driadi. Accettabili le performances di Nicoletta Manni (la Regina delle Driadi), Marco Agostino (Espada); simpatici il Don Chisciotte di Giuseppe Conte e il Sancho Panza di Gianluca Schiavoni. Il migliore dopo la Rojo? Antonino Sutera, relegato al breve, seppur molto virtuosistico, ruolo dell’assolo dello zingaro.

Chiara Pedretti


Fino al 27 settembre
Biglietti da EUR 11,00 a EUR 127,00
Teatro alla Scala
Piazza della Scala, Milano

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