Roma,
Teatro Lo Spazio, via Locri 42/44. Dal 23 settembre al 5 ottobre 2014
Una sedia al centro del palco, un
teschio in terra. Niente altro, finchè entra in scena lui, che riempie non solo
lo spazio deputato all’attore, ma l’intera platea e anche i dintorni, il
quartiere che lo ospita, fino a debordare, illuminandole, in ogni stradina buia
(e ce ne sono, nei dintorni del Teatro Lo Spazio). Roberto Herlitzka, attore
sopraffino, alla sua veneranda età ci fa conoscere l’Amleto più giovane, più
attuale e fresco che mai. Solo, in compagnia di tutti gli altri personaggi
dell’Amleto. Non sembri un ossimoro, perché nel suo declamare solitario si
materializzano tutti.
Dal fantasma del padre fino all’ultimo dei cortigiani. Il suo ormai celebre Ex Amleto ha una forza dirompente, figlia sì della genialità della destrutturazione di un testo classico, di cui sopravvivono soltanto le battute del principe danese, ma che risulterebbe esercizio sterile, anche controproducente, se non fosse innescata da una recitazione superba, intelligente, ironica, che soltanto un attore di livello superiore può permettersi. Stupisce, sin dalla prima battuta, la padronanza assoluta della voce, del corpo, delle mani che disegnano nell’aria geometrie precise, che si fanno scenografia. Gioca il Maestro, gioca con la modulazione della sua voce, affronta la tragedia con l’autoironia di chi ha vissuto cento vite, rendendo il testo di Shakespeare una sceneggiatura attualissima, senza le pomposità che ancora, ainoi, accompagnano spesso le rappresentazioni del Bardo. Sostiene ritmi vertiginosi, non si concede soste, è un fiume in piena l’uomo solo sul palco. Un’autoanalisi della coscienza, un interrogare e un interrogarsi sul mondo, sulla natura dell’uomo e i suoi inganni. Le sue miserie e le sue nobiltà d’animo. Sperimenta il Maestro, destrutturando “in sottrazione” un testo classico, senza stravolgerlo e arricchendolo di colori nuovi, quelli della ricerca dei sentimenti del personaggio, che magicamente emergono in assenza delle voci di tutti gli altri. La solitudine di Amleto è la stessa dell’attore in scena, la stessa di una persona anziana che rivive la propria esistenza. La stessa, forse, di un bambino che parla da solo allo specchio.
Dal fantasma del padre fino all’ultimo dei cortigiani. Il suo ormai celebre Ex Amleto ha una forza dirompente, figlia sì della genialità della destrutturazione di un testo classico, di cui sopravvivono soltanto le battute del principe danese, ma che risulterebbe esercizio sterile, anche controproducente, se non fosse innescata da una recitazione superba, intelligente, ironica, che soltanto un attore di livello superiore può permettersi. Stupisce, sin dalla prima battuta, la padronanza assoluta della voce, del corpo, delle mani che disegnano nell’aria geometrie precise, che si fanno scenografia. Gioca il Maestro, gioca con la modulazione della sua voce, affronta la tragedia con l’autoironia di chi ha vissuto cento vite, rendendo il testo di Shakespeare una sceneggiatura attualissima, senza le pomposità che ancora, ainoi, accompagnano spesso le rappresentazioni del Bardo. Sostiene ritmi vertiginosi, non si concede soste, è un fiume in piena l’uomo solo sul palco. Un’autoanalisi della coscienza, un interrogare e un interrogarsi sul mondo, sulla natura dell’uomo e i suoi inganni. Le sue miserie e le sue nobiltà d’animo. Sperimenta il Maestro, destrutturando “in sottrazione” un testo classico, senza stravolgerlo e arricchendolo di colori nuovi, quelli della ricerca dei sentimenti del personaggio, che magicamente emergono in assenza delle voci di tutti gli altri. La solitudine di Amleto è la stessa dell’attore in scena, la stessa di una persona anziana che rivive la propria esistenza. La stessa, forse, di un bambino che parla da solo allo specchio.
E’ stato visto da tanti, questo Ex Amleto.
Spettacolo in giro da anni, del quale è stato scritto di tutto. Vederlo è un
privilegio, che Roberto Herlitzka ci dona stoicamente, in una lezione pratica
di teatro, che fa impallidire tanti suoi colleghi. Fa sorridere pensare che
nella sua lunga e pluripremiata carriera nessuno gli abbia mai proposto di
interpretare l’Amleto. La sua rivincita l’ha avuta, costruendosela con le sue
mani, con la sua classe eccelsa. Il teatro è gioco e leggerezza, ma
nell’accezione calviniana del termine: non quella inconsistente della piuma, ma
la levità del volo di un uccello. Herlitzka vola altissimo. Da non perdere.
Paolo
Leone
Roma,
Teatro Lo Spazio, via Locri 42/44. Dal 23 settembre al 5 ottobre 2014
Ex
Amleto, di William Shakespeare - da
Roberto Herlitzka.
Diretto
e interpretato da Roberto Herlitzka
un attore straordinario, una recensione sinteticamente perfetta. Complimenti!
RispondiEliminaElena
Grazie!
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