Magritte, "Ceci n'est pas une pipe" |
Nelle
precedenti settimane ho pubblicato qui sul Corriere dello Spettacolo un
articolo sul lato marcio della psicologia e psicoterapia, in cui sostengo che
le due materie sono nate da atti ossessivi – compulsivi etici – morali,
manipolatori e trasmettitori. Un articolo composto però da molte imprecisioni,
che solo adesso posso chiarire. Quello che ho sostenuto e sostengo è il frutto
di un lavoro di studio e ricerca, verifiche e contro verifiche. Un lavoro pieno
di osservazioni effettuate su singoli individui e le loro esperienze vissute e
sugli effetti provocati su di loro dalla psicologia, che influenzano - come
detto - l’agire, il pensare, la visione e la morale… si tratta di esperienze e
di vissuti particolari in cui l’individuo si demoralizza e in cui rimangono dei
traumi o delle cicatrici che lasciano i segni.
Un
lavoro che non è stato compreso assolutamente, soprattutto da parte di chi
criticando ha sostenuto che i dottori non hanno bisogno di prendere in esame i
loro limiti professionali, perché professionisti che sembrano apparentemente
infallibili; un’affermazione veramente desolante, poiché se la medesima persona
avesse studiato si sarebbe resa conto in modo assoluto che il mio scritto è
composto al 90% di teorie della psicologia – psicoterapia; quando lavoro mi
appoggio anche a teorie e a personalità dei questo mondo - Potrei citare qui
tanti autori del mondo della psicologia – psicoterapia che dicono quello che
sostengo, ma ne cito uno solamente: uno psicologo – psicoterapeutica e
sociologo, che ha sostenuto in un suo libro in cui parla di relazioni
interpersonali, concentrandosi sui bisogni umani, partendo dai primi mesi di
vita di ogni singolo individuo, che nei primi mesi e anni di vita le nostre
esigenze sono rivolte soprattutto ai genitori e che da loro dipende la nostra
sopravvivenza, il nostro umore, il nostro benessere, ma purtroppo non pochi
genitori trascurano i figli, pochi riescono a far sì che i figli si sentono
davvero amati, e questo non per cattiva volontà, ma perché a loro volta non hanno
ricevuto amore nella giusta quantità e qualità dai loro genitori e non hanno
quindi mai imparato ad aprire il proprio cuore, ad amare e a esprimere l’amore…
Qui parliamo esplicitamente di esperienze e vissuti che determinano il proprio
agire senza rendersi conto: un vissuto che influenza il nostro pensiero, la
concezione delle cose, quello che è giusto e sbagliato - infatti quando molti
genitori picchiano i figli sostengono che lo fanno per il loro bene, ma non si
rendono conto che la loro azione è dovuta e influenzata da quello che hanno
vissuto; potremo fare tantissimi esempi di queste situazioni. In ogni caso in
tale contesto l’individuo vive la sua vita normale, non pensa che alcune
reazioni sono sbagliate, non si rende conto che a livello psicologico, per
quanto cerchi di negare o immaginare che noi non siamo stati feriti, la verità
è che tutti portiamo delle cicatrici e nel cuore riconosciamo segretamente che
la nostra vita è una sinfonia di note meravigliose e dolorose insieme. In termini psicologici abbiamo subito un
trauma per una mancanza nel nostro cammino; un trauma che influenza il nostro
agire, i nostri rapporti, le nostre scelte e pensiero che diffondiamo, in un
quadro in cui nemmeno ci accorgiamo che noi portiamo sempre delle ferite o quasi.
Questi aspetti particolari dei nostri vissuti si trasformano in schemi, mappe
di valori morali che trasmettiamo. Tali atti si verificano o si possono
verificare in qualsiasi individuo. Siamo esseri umani, siamo semplici anelli in
una catena di generazioni, e spesso diventiamo vittime di traumi già vissuti
dai nostri precedenti, da cui acquistiamo “qualcosa” che trasformiamo in valori
morali, che poi danno luogo alla nostra particolare filosofia di vita.
Filosofie di vita diverse per ciascun individuo, che possiamo condividere o
meno, poiché non tutti abbiamo gli stessi vissuti - ricordiamoci sempre che
siamo diversi l’uno dall’altro, e anche se possiamo intrecciare esperienze e
vissuti simili o uguali, gl’individui non agiscono tutti allo stesso modo. Anche
nelle relazioni non socializziamo con tutti; infatti con alcuni ci troviamo
bene e con altri di meno. Allo stesso tempo le relazioni con i nostri vissuti
non sono uguali da un individuo all’altro… siamo individui, semplici individui
con le proprie filosofie, psicologie e psicoterapie; individui che reagiscono
alle situazioni, individui che non si rendono conto di quanto i nostri vissuti
che ci appaiono superati in realtà non lo sono, e ci rapportiamo al mondo come
esseri che evitano quei vissuti, che cercano di sanare o di fuggire, ma che
tornano, che rimangono.
Questo
era la chiave del mio articolo: l’individuo e non le professioni della
psicologia – psicoterapia, ma l’individuo, lo chiarisco in modo doveroso,
soprattutto a chi si è arrabbiato inutilmente, che ha visto solamente quello
che voleva e piaceva vedere nell’egoismo umano. Ricordiamoci che per sostenere
che una scienza o che una professione non sono valide, bisogna assolutamente
studiarle e dimostrarne o pregi e i limiti, ma io non ho concentrato il
discorso su questo, ma sull’individuo, là dove affermo che un filosofo, uno
psicologo o uno psicoterapeutica sono esseri umani con loro vissuti. Questo per
dire che siamo tutti esseri umani, indipendentemente dalla nostra professione,
e quindi tutti possiamo sbagliare, che siamo esseri umani che abbiamo un
vissuto che influenza le nostre vite e le relazioni con gli altri, un vissuto
che, per quanto cerchiamo di dimenticare, portiamo sempre delle cicatrici che
ad un certo punto possono anche essere toccate da chi ci sta di fronte e
scatenare così quello che cerchiamo di evitare per paura. Noi esseri umani
formuliamo delle immagini spesso distorte sulle esperienze vissute nelle
relazioni. La chiave di questo sta nell’individuo e non nella psicologia –
psicoterapia.
D’altra
parte non sempre è facile comprendersi, capire le parole che comunichiamo e
quello che dico è per far capire che ci formuliamo delle immagini sulle cose e
sulle persone, e da qui formuliamo le nostre filosofie, che possono freddare i
sentimenti umani portando a formulare delle Alterità. Quindi vorrei dare un
messaggio, ossia: “Non giudichiamo mai gli altri, poiché siamo semplicemente,
prima di ogni cosa, esseri umani, e nessuno può cambiare la sua posizione”,
anche se spesso alcuni individui si dimenticano di questo. Quando uno psicologo
– psicoterapeutica o un altro professionista commette un errore, non lo fa solo
per colpa sua il più delle volte, e quindi in ogni e per ogni azione c’è una
motivazione. In questo stato di cose, c’è l’obiettivo di estirpare un rammarico
generato per un errore umano e mai per un altro motivo; se quella persono che
ha scritto tra i commenti che i dottori non hanno bisogno di studiare, perché
signori superiori nati, se magari avesse studiato si sarebbe reso conto da solo
di ciò che non era chiaro e preciso.
Come
si capisce a volte comprendere quello che si comunica è difficile, pur se si è
dottori. Non dimentichiamo di essere semplicemente esseri umani, individui
comuni, e che, ancora una volta, ci trasciniamo delle catene che, come dice
ancora uno psicologo “Non sappiamo comunicare perché nessuno c’è lo ha
insegnato”. Di conseguenza spezziamo le catene che ci trasciniamo dietro ormai
da secoli e diveniamo più umani, per poter oltrepassare gli stereotipi che ci
trasciniamo ormai da secoli, gli stessi che hanno portato a questa società
“liquida”, proprio come ci insegna il sociologo Z. Bauman. Una società fatta di
incertezze, paure, di non relazioni, separatismi e quanto altro… allora, per
superare tutti questi costrutti dobbiamo partire da noi stessi, dai nostri
cuori che non dialogano, portando alla freddezza dei sentimenti… riflettiamo su
queste parole, riflettete su voi stessi, visto che a quanto pare molti di voi –
non tutti – dimenticate di essere semplicemente degli esseri umani.
Giuseppe San Filippo
fai comunque un discorso molto sintetico e con pochi chiarimenti però è vero che dovremmo riflettere.
RispondiEliminaPerò dire di essere dottori grandi e nati e non capire un discorso e una vergogna
RispondiEliminaGiusto!
RispondiEliminafare una riflessione su se stessi: chissà se veramente sarebbe utile a tutti noi in questo mondo? Forse è vero che molte volte ci dimentichiamo di essere degli esseri umani al sopra di ogni cosa.. e un argomento interessante quello che sostieni che avrebbe bisogno di un approfondimento magari con delle prove concrete
RispondiEliminaGrande Giuseppe
RispondiElimina