Milano, Teatro Nazionale. Dal 19 ottobre al 28 dicembre 2014
Per
questa stagione il Teatro Nazionale di Milano proporrà come spettacolo di punta
ed in scena per diversi mesi Dirty Dancing, che segue La Bella E La Bestia,
Mamma Mia!, Sister Act, La Febbre Del Sabato Sera e Ghost.
Dopo
l’esperienza poco felice di Ghost, la Stage Entertainment ha scelto di
affrontare un altro film cult che ha consacrato Patrick Swayze come il maestro
di ballo più amato della storia e Jennifer Grey come l’impacciata adolescente
che riesce nell’impresa di conquistare il “bello ed impossibile” che tutte
vorrebbero avere.
Chi
non conosce la storia di Dirty Dancing, film del 1987 tradotto in italiano in
Balli Proibiti? Nel 1963 il Dottor Houseman, con la moglie Marjorie le figlie
Lisa e Frances detta “Baby”, va in vacanza in un villaggio turistico in
montagna di proprietà di Max Kellerman, suo paziente. Baby conosce Johnny e
Penny, che lavorano come maestri di ballo per gli ospiti dell’hotel. Baby
rimane affascinata e travolta dai ritmi del ballo e comincia a frequentare lo
staff. Penny, scoperto di essere rimasta incinta di Robbie, uno dei camerieri,
decide di abortire rischiando la vita: è solo grazie al padre di Baby se riesce
a salvarsi. A Baby viene chiesto di sostituire Penny come partner di Johnny in
esibizioni già programmate: nasce l’intesa e l’amore fra i due. Johnny viene
poi accusato di furto e Baby, per scagionarlo, non esita a confessare che non
avrebbe potuto compiere il furto perché quella notte erano insieme: Johnny
viene licenziato lo stesso, dato è vietato avere relazioni sentimentali con gli
ospiti. L’ultimo giorno di vacanza di Baby, Johnny, sinceramente innamorato di
Baby, ritorna al villaggio per rivederla, esibendosi in un ultimo scatenato
mambo collettivo e riconciliandosi così con la famiglia.
Dal
punto di vista teatrale, Dirty Dancing debutta nel 2004 a Sydney; segue nel
2006 una nuova produzione prima ad Amburgo poi a Londra; e ancora, Berlino,
Irlanda, Bristol, Toronto, Utrecht, Boston, Chicago, Nord America,
Johannesburg, Cape Town. Ora, Milano. Come capita per alcuni films, i ruoli
sono indissolubilmente cuciti addosso agli attori. Difficile immaginare un
altro Johnny che non sia Patrick Swayze… Gabrio Gentilini, faentino classe
1988, sembra destinato a ricoprire ruoli di mostri sacri: già Tony Manero, ora
Johnny Castle; già John Travolta, ora Patrick Swayze. Somigliante al compianto
Patrick nel fisico, vestito in maniera identica, fa indubbiamente del suo
meglio. Niente da dire come ballerino, è molto bravo, ma ha molta strada ancora
da fare come attore; si impegna, a volte anche troppo, enfatizzando in maniera
esagerata il personaggio: gli manca un po’ di naturalezza; c’è da dire che
abbiamo assistito all’anteprima, dovremmo rivederlo più avanti quando avrà
fatto suo questo difficile ruolo. Ci piacerebbe vederlo anche in qualcosa che
non lo costringa sempre ad inseguire un mito indiscusso ma metta in risalto le
sue indubbie qualità artistiche, aiutate anche da quelle fisiche (boato in
teatro nella scena in cui Baby va in camera sua e lo trova con addosso solo i
pantaloni). Baby è Sara Santostasi, di Anzio, classe 1993, attrice
cinematografica e di fiction fin dalla tenera età. Minuta, non la classica
bellona, come il ruolo richiede, è una Baby fedele all’originale: timida poi
ferma, impacciata nella danza poi disinvolta ballerina, convince e piace. Nel
momento topico della presa ad angelo, che tormenta Baby per tutto il
film/spettacolo, il primo tentativo non riesce e Sara rovina dalla braccia di
Gabrio: simpaticamente non si dà per vinta e ci riprova, riuscendoci. D’altronde
quella è una presa difficilissima anche per una danzatrice professionista, ma
ha reso l’errore in modo simpatico e naturale.
Splendida
dal punto di vista della danza Federica Capra (Penny): anche per lei il
confronto con Cynthia Rhodes, ballerina di livello incredibile (Flashdance,
Staying Alive, Dirty Dancing) non è facile, ma non la fa rimpiangere: bella,
alta, tecnicamente forte, elegante, forma una bella coppia con Gabrio
Gentilini, rivelando una buona intesa di partnership. Recitazione da lavorare…
Parecchio. Molto bravi anche gli altri danzatori (Giusy Messina, Lucia Bianco,
Packy Vicenti, Marco Stabile, Chiara Rosignoli, José Antonio Domínguez, Azzurra
Adinolfi, Aldo Esposito, Sara Marinaccio), impegnati in coreografie per niente
semplici, quasi tutte a canone (termine tecnico che significa che ognuno fa una
cosa diversa) e con moltissime prese, alcune anche complicate. Bravo, ma si
sapeva già, Giuseppe Verzicco (Robbie), così come Irene Urciuoli (Lisa), Simone
Pieroni (Dott. Houseman), Natalia Magni (Sig.ra Houseman) Mimmo Chianese (Max
Kellerman), Renato Cortesi (Sig. Schumacher), Rodolfo Ciulla (Neil). Voci
bellissime ed intense Russel Russel (Tito), Pasquale Girone ed Ilaria de
Angelis, gli unici cantanti del cast.
Il
cast creativo è quello originale: Sarah Tipple (regia), Kate Champion-Craig
Wilson (coreografie) Jennifer Irwin (costumi), Stephen Brimsom Lewis (scene).
La colonna sonora vede grandi successi come Hungry Eyes, Hey Baby, Do You Love
Me?, e l’indimenticabile (I’ve had) The Time Of My Life, tutte interpretate da
un orchestra dal vivo.
Una
bella sfida ad un mito. Una sfida vinta.
Chiara Pedretti
Teatro Nazionale
Piazza Piemonte,
Milano
Dal 9 Ottobre al 28
Dicembre, ore 20.45; sabato ore 15.30 e 20.45, domenica ore 15.30 e 19.00
Biglietti da EUR
26,00 a EUR 76,00
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