11 ottobre, 2014

La casa vittoriana degli spettri. Teatro di fantasmi. Di Miriam de Vita


Roma, Teatro Kopó Dal 9 al 19 ottobre 2014

Il teatro Kopó inaugura la sua stagione con lo spettacolo liberamente ispirato al romanzo I fantasmi della vita di Cristian Precamedi Conte.
Si apre il sipario e la scena è quella di un film horror: una casa, vittoriana, infestata da fantasmi, quasi mezzanotte. Un urlo iniziale spaventa e promette buone cose. Ma questo inizio si trascina un per un po’.
Uno spettacolo che a tratti diverte ma che dopo l’urlo non sembra partire, o meglio salire. Scene già viste e sentite si accavallano a prototipi di spaventevoli situazioni. Un gioco di fantasmi e rimorsi che abbastanza volte abbiamo visto anche a teatro.
Cris, il protagonista spavaldo, ma che si dimostrerà eroe e uomo ancor prima che rimorso, ha uno sviluppo crescente in senso positivo: incarnando la responsabilità della scelta definitiva, accende la curiosità dello spettatore, anche se a volte sembra incastrarsi in giochi ripetitivi. Quando ci si lascia prendere da questo senso, lo spettacolo tocca e ferma. Quando si guarda al resto, si rischia un senso di banale clichè di genere. Ma per fortuna a salvare da questa paura è la bravura degli attori, alcuni formidabili.
Cris, il bravissimo Simone Guarany, riesce a dominare il racconto con una forte spontaneità, simpatica la sua naturalità romanesca, il suo dialetto, convincendo lo spettatore che la sua storia può essere quella di tutti: Cris incarna alla grande tutto ciò che c’è dietro, davanti e in mezzo ad una scelta, ma non a una scelta qualunque. La scelta della vita.
Poi arriva il fantasma più temibile, quello che tutti esorcizziamo dalla mente. La paura di morire dentro d’un colpo lasciando a metà, sospesa, un’inutile esistenza. E arriva il formidabile e fuori dagli schemi Alessandro Giova che, prima diavolo e poi angelo di un destino non più suo, scuote lo spettacolo dalla testa a i piedi. Questo piace, diverte, ferma e fa pensare. Rapisce, dà energia e anima e ,permettetemi, spaventa di bravura.
Tutti gli altri “fantasmi” (Elisa Billi, Roberto Di Marco, Cristiana Mecozzi, Marina Parrulli e Simone Pulcini) adempiono al loro dovere: bravissimi riescono a tenere lontana la paura della banalità che in alcuni momenti sembra palesarsi.


Miriam de Vita

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