Il 22 ottobre 2014 la
città di Milano si è arricchita di un nuovo cuore pulsante di musica: l’Area M.
Infatti M sta per Musica jazz (e non solo), e al Teatro Menotti dove si è
svolta la conferenza stampa, è stato presentato il programma di questo innovativo
quartiere dedicato alla musica, nella zona 3 della città.
Diamo perciò un
benvenuto caloroso e pieno di speranze ad un area dove, a differenza di quella
C, non ci sono limiti di orari, non si
rischia di prendere multe e non ci sono divieti, ma vigerà solo la voglia di
fare musica, di incontrarsi, di discutere, di socializzare, di scambiarsi idee
ed esperienze, il tutto a ritmo di jazz. Forse ci sembrerà di essere a New
Orleans, forse a Soweto, a Copenaghen, a Rio de Janeiro, o forse no. Sarà
semplicemente Milano, città che, unica in Italia, sta entrando nel futuro con
forza e grande volontà, anche se gli ostacoli non mancano. Ma le eccellenze ci
sono, la creatività non manca, l’arte e la cultura trovano un terreno fertile e
la gente che decide di rimanere, andarsene sarebbe più facile, è testarda,
combattiva e qui, nell' Area M saprà usare la musica per farsi sentire: loud and clear.
La zona 3 della città
di Milano, quella per intenderci dove sorge Città Studi, sarà, insieme
a il teatro Leonardo, oltre al già citato Menotti, all’Auditorium Valvassorri
Peroni, all’Orto Botanico, all’Auditorium Casa dello Studente, alla Piazza
Leonardo da Vinci, alla Sala Attilio Levi e ad altri luoghi, la sede
permanente, per tre anni, di iniziative legate principalmente al jazz, ma anche
ad eventi culturali e teatrali.
Proprio il 25 e 26
ottobre ci sarà una festosa inaugurazione nelle piazze, per le strade, nei
mercati, nei luoghi sopracitati, con tanto di marching band che sfilerà come nella più antica tradizione
jazzistica, in più jam session, uno
spettacolo su Alda Merini, Fabrizio Bosso con la Monday Orchestra, l’Orchestra
di Via Padova al Teatro Leonardo, per citare solo qualche iniziativa.
Foto Roberto Cifarelli |
Ma com’è nata questa
Area M? L’idea è nata prima di tutto dalla società cooperativa
Arti&Corti, diretta da Emilio Sioli,
che, con un lavoro capillare, paziente e ostinato, ha coinvolto la Civica
Scuola di Musica Claudio Abbado, la Cooperativa Quellidigrock, tre orchestre,
quella di Via Padova, l’Artchipel e il
Jazz Club di Milano, il Politecnico di Milano. I media partner saranno Radio Popolare e il mensile Musica
Jazz. La Fondazione Cariplo si è presa il carico economico dell’iniziativa.
Le tre orchestre
porteranno la loro personalità e il loro diverso stile: la Artchipel sarà
indirizzata alla contemporaneità e alla sperimentazione, quella di Via Padova
alla ricerca dei suoni etnici legati ai territori africani e latinoamericani,
il Jazz Club avrà invece un repertorio più attinente al jazz afro-americano.
L’area M proporrà ai
cittadini ben 130 appuntamenti annuali, di cui 70 di teatro e 60 di musica
jazz, con almeno due spettacoli settimanali. Insomma non sarà un festival a
breve termine, una iniziativa slegata,
un mordi e fuggi di musica, ma un organo vitale, di cui la città non
potrà più farne a meno, ci auguriamo.
C’era voglia di
portare a Milano il grande jazz, e di legarlo al territorio, per renderlo
strumento necessario, pacifico ed educativo allo sviluppo di una città che,
come Milano, si definisce europea, internazionale, proiettata al futuro, ma con
un cuore italiano. Perché è importante mantenere la nostra identità pur
mescolandola con altre, raggiungendo un’ aggregazione vera, sentita e non
ipocrita e forzata. La musica e il cibo,
come è stato detto, sono parte integrante di un popolo, di un territorio, sono
motivo di aggregazione e di conoscenza, senza di loro, cosa saremmo? Cosa
sarebbe dell’uomo se non ci fosse l’arte, e soprattutto la libertà di crearla?
Lo sappiamo troppo bene: le dittature negano l’arte, come forma individuale e
spontanea, la soffocano e la umiliano, imponendo l’odioso diktat che tutto deve
essere uguale, senza fantasia, senza lo spirito della differenza. L’Area M
vuole essere un quartiere dove si farà musica, dove si ascolterà musica, e con
essa ascolteremo e apprezzeremo altre voci, altri pensieri, altri sentimenti,
magari quelli della porta accanto, alla quale, fin’ ora, non abbiamo mai voluto bussare, per paura,
per non avere sorprese.
Ora è tempo di farci
sorprendere, di imparare a vivere in una città dove scorre altro sangue, dove
suoni mai sentiti prima si uniranno per dare vita a una nuova musica: quella
con la emme maiuscola.
La musica, si dice, è
la voce degli angeli e se fosse invece quella dell’uomo? Mi sembra più
probabile… ma tutto può succedere, basta sapere ascoltare.
Daria
D.
Per il programma visitate il
sito www.area-m.it
Direzione generale: Emilio
Sioli emilio.sioli@area-m.it
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