18 ottobre, 2014

"Novecento". La solitudine di un pianoforte magico. Di Miriam de Vita


Roma, Teatro degli Audaci. Dal 16 ottobre al 16 novembre 2014

Il Teatro degli Audaci presenta Novecento di Alessandro Baricco, interpretato da Flavio De Paola con la regia di Pablo Maximo Taddei. Dal 16 ottobre al 16 novembre.
Novecento. Il monologo di Baricco diventa nel teatro di Flavio De Paola, spettacolo che affascina che si sofferma e che coinvolge. L’energia dei movimenti si autoalimenta. Da solo in scena, riesce a farci vedere, a volte realmente sentire con un’abile voce camaleontica (e trucchi di regia), tutta la folla: il vociare e anche il sognare degli emigranti: l’America. Quando De Paola la pronuncia, chiama l’America scuote la sala e agita uno scossone nei pensieri di ogni spettatore: almeno una volta l abbiamo chiamata o solo sognata con la stessa verve di De Paola. Da solo riesce a farci sentire l’oceano e respirare l’atmosfera dei suoi fatati suoni.
La voce di De Paola avvolge in un caldo siciliano, i suoi gesti muovono il testo e danno vita al monologo che mai annoia. Ad esempio quando l’attore racconta la meraviglia della musica che usciva dalle mani di Novecento, lo spettatore non poteva contraddirlo, la sentiva quella musica, quella meraviglia, ed era sbalordito come quei passeggeri della nave.
Il testo di Baricco ha già il suo importante, per la resa scenica, movimento, ma De Paola colora, muove, agita e prende in giro quell’insidia che è ad ogni angolo in un qualsiasi monologo: la monotonia.
Il momento forse più bello è nel racconto quando durante una tempesta, Novecento e il narratore, suonano. Tutto cade, tutto scivola. Sembra di sentire davvero le loro risate e i loro cuori pieni di magia. De Paola porta in scena proprio quella magia e così ci troviamo a scivolare per la grande sala da ballo del Virginia.
De Paola si mostra abile e commuove il pubblico. Se gli occhi si chiudono, si sente il sale e si vedono quei “fuochi d’artificio”.
Il regista Pablo Maximo Taddei porta in scena gli psicosuoni: “la psicologia viene usata dall’attore per cercare le vibrazioni in varie parti del corpo, ed avere come risultato mutamenti timbrici della voce”. Tra gli altri, punto di forza dell’intera resa (e riuscitissima) scena.

Miriam de Vita

1 commento:

  1. Grande Miriam!! Lo vidi anni fa con un altro interprete (oltre il film, meraviglioso). Alla fine, una ragazza piangeva seduta sulla sua poltrona! La magia del teatro...

    RispondiElimina