Teatro Manzoni, Milano, dal
23 ottobre al 9 novembre 2014
Una commedia
spumeggiante come le bolle di sapone della jacuzzi di Marisa (Anna Galiena) dove
Angela (Amanda Sandrelli), in casa ha
solo “il piatto doccia”, troverà, immergendosi, un briciolo di felicità, un’illusione
di calore, un benessere più duraturo e meno caro dell’ora passata dallo
psicologo.
Le due cinquantenni,
anno più anno meno, sono amiche dai tempi della scuola, la scuola delle
Immacolatine, e si ritrovano dopo tanti anni per parlare di “a chi è andata
meglio la vita”. A Marisa, conduttrice televisiva, attrice e mangiatrice di
uomini è andata bene, almeno apparentemente: ricca e di successo vive,
tuttavia, sola in una bella casa, con scalinata in stile “Wanda Osiris che scende
le scale”, e un divano rosso fatto a bocca (quella di Mae West). Ad Angela,
invece, rimasta vedova di un uomo cui era molto legata, non va troppo bene,
nemmeno economicamente, infatti, in casa ha solo “il piatto doccia”, soffre
terribilmente la solitudine e la mancanza di un figlio.
A Carlotta (Marina
Massironi), che si aggiungerà alle due amiche, com’è andata? Considerando che è
divorziata da un marito che la tradiva, avvocato e single, mica poi troppo
bene, nonostante sia migliorata fisicamente, e quindi non è più “Carlotta la
grassa” dei tempi della scuola.
A parte l’amicizia e
i ricordi, un desiderio comune le unisce: quello di avere un figlio, prima che
sia troppo troppo tardi, perché un po’ tardi lo è già. Quindi, perché questo
sogno si avveri, l’unico modo è
ricorrere all’inseminazione artificiale, ma attenzione! Qui sta il bello della commedia: l’idea
geniale delle tre “pazze con metodo”
nell’intenzione del drammaturgo spagnolo, è quella di rimanere incinte dello stesso
seme, facendo crescere i bimbi insieme, in un’unica grande famiglia,
evitando il coinvolgimento emotivo con
un partner. Insomma niente amore, solo sesso… oh no, no, nemmeno questo (o
forse un pochino, suvvia la carne è debole): solo un FIGLIO.
Ma pur senza amore e
senza sesso, la ricerca dell’ uomo ideale è essenziale e come deve essere nei sogni di
ogni donna? Bello, dotato, simpatico, sensibile, senza pancia, senza calvizie, straight e, possibilmente, intelligente. Davvero un sogno! Ma si sa, dreams come true, talvolta.
Come qui, almeno in parte, perché il prescelto sarà un giovanotto che ha tutte queste
caratteristiche se non fosse che… ma non
posso svelarvi troppo; vi dico solo che
Chiara Noschese, con la sua regia dinamica, sensibile, attenta ai particolari,
alla direzione attori, al ritmo, alla parte visiva, ha scelto Sergio Muniz, per
il fortunato inseminator.
Le tre attrici, molto
diverse tra loro, portano sul palco ognuna
la propria personalità facendola
amalgamare perfettamente con quella delle altre, con il risultato di
accendere un fuoco d’artificio di battute,
emozioni, sensibilità, rendendo
la commedia divertentissima dall’inizio alla fine. L’aitante Muniz, appare a
volte un po’ impacciato, forse per mancanza di esperienza teatrale, “colpa”
anche di quelle tre tigri cui non si riesce proprio a tenere testa, eppure, questa sua,
chiamiamola così, timidezza
recitativa non ci dispiace affatto, anzi è spontanea e luminosa come il suo
sorriso, to die for.
La commedia dietro a
tanto gentile umorismo, tocca temi cari alla nostra società, e Chiara Noschese,
da donna attenta e sensibile, prima ancora che regista, li mette in luce, senza femminismi inutili e
fuori luogo. Ma il problema della vecchiaia, della solitudine, delle adozioni, della
bellezza che svanisce, del desiderio di
ogni donna, che sia in carriera oppure no, di procreare, dei rapporti con l’altro sesso, sono lì, sul palco, e tutti noi spettatori possiamo riconoscerci.
L’arte come messaggio
universale, e non per pochi eletti, e poi ben venga il riso o il pianto, ma mai
la noia che qui, in TRES, non si sa nemmeno cosa sia.
Applausi a scena
aperta per tutti.
Daria
D.
TRES una commedia di Juan Carlos Rubio
Regia e ideazione scenografica di Chiara
Noschese
Con: Anna Galliena, Marina Massironi,
Amanda Sandrelli, Sergio Muniz
Traduzione Isabella Diani - adattamento
Pino Tierno
Costumi Silvia Morucci – light designer
Maurizio Fabretti
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