oggi la vostra redattrice Claudia Conte ha il piacere di
intervistare solo per voi l’attore Andrea De Rosa!
Ciao Andrea! Iniziamo con la prima domanda! Desideri ed
aspirazioni da bambino. Già in tempi non sospetti sognavi di diventare un
attore?
Probabilmente
sì. Già all’asilo e alle elementari ero il pagliaccio della classe… mi piaceva
far ridere. Ma quando mi si chiedeva cosa volessi fare da grande, davo risposte
vaghe, tipo “il pizzettaro”, perché mi piaceva la pizza…o “il calciatore”, perché ero fissato con il pallone. Poi in
prima media l’illuminazione: “Voglio fare l’attore”. Avevo deciso.
Io
ero abbastanza deciso. Ma a quel punto dovevo convincere i miei a finanziarmi
il primo corso di recitazione. Da qualche parte dovevo pur cominciare, anche
per capire se era una vera e propria vocazione, oppure una “fissazione” del
momento, come forse pensava mio padre all’inizio. Ma dopo avermi visto in una
piccola esibizione durante l’unica “settimana bianca” della mia vita, in cui i
ragazzi dell’animazione dell’hotel mi coinvolsero, anche lui si convinse e mi
disse: “Ok. Prova. Ma se entro 5 anni non riesci a fare nulla di importante,
fai qualcos’altro”. Due anni dopo ero
fra i protagonisti di un film campione d’incassi.
Nel 2005 hai interpretato il ruolo di "Massi"
nel film "Notte prima degli esami", regia di Fausto Brizzi. Ci vuoi parlare di
questa esperienza sul grande schermo?
In
tre parole: ansia, concentrazione e divertimento. Questo è quello che ho
provato dopo aver fatto tre provini e aver ricevuto la lieta notizia di esser
stato preso. Dovrò sempre dire “Grazie” a quel film e a Brizzi…perché da lì è
partito tutto. Mi ha dato popolarità, nuovi lavori e soprattutto l’affetto del
pubblico. Sono dieci anni che faccio questo mestiere, fra alti e bassi e con
tanta strada da fare…ma se resisto ancora, molto lo devo a quel film.
L’evento
che ritieni il più importante per la tua carriera.
Fino
ad ora è stato quello che ti ho appena raccontato.
Teatro, cinema e televisione. Cosa ami di più e perché?
Il
cinema. Perché quando è fatto bene, ti fa viaggiare con la mente. Sia come
spettatore che come attore entri in una realtà parallela, ti immergi in altre
psicologie e in quelle due ore vivi da un’altra parte. Il teatro lo vivo più
come una “rappresentazione”, ma è assolutamente fondamentale, per la
formazione, per l’esercizio e l’emozione del contatto col pubblico. La
televisione, quando mi chiamano, la faccio…ma sinceramente è quella che amo di
meno, perché essendo una piattaforma domestica, spesso si guarda con più
distrazione e indulgenza…e soprattutto sarebbe ora di sperimentare nuove idee e
di finirla con questo linguaggio “politicamente corretto”. Ancora mi capita di
vedere delle fiction in prima serata che stanno attente a non inserire neanche
“una parolaccia”, oppure a tagliare una scena perché può urtare i cattolici,
oppure un’altra perché si arrabbia il MOIGE…ma basta!!...uno deve raccontare
una storia con onestà..e soprattutto con “apertura mentale”.
Nel 2012 sei stato fra i protagonisti della serie web
Youtuber$ - The Series di Daniele Barbiero. Cosa pensi delle serie web?
E’
un’altra piattaforma ancora. Come “luogo” è simile alla televisione, perché
anche questo non può restituirti la magia della sala cinematografica, ma a
differenza della tv ti da molta più scelta…e soprattutto non c’è censura.
Quindi la cosa positiva è l’infinita varietà delle proposte. La cosa negativa è
che essendo aperto a tutti, diventa dispersivo, quindi prima di trovare i tuoi
format preferiti, ci metti un po’ di tempo..
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Da
giovedì 6 novembre sono nelle sale con “Non escludo il ritorno” di Stefano
Calvagna. Contemporaneamente sono su Rai uno per quattro lunedì con “Una
pallottola nel cuore” di Luca Manfredi, miniserie in quattro puntate con un
grande Gigi Proietti. E la settimana scorsa ho finito di girare “Maremmamara”,
opera prima di Lorenzo Renzi.
Ed
ora andiamo un po’ a conoscere Andrea De Rosa dal punto di vista personale.
Dimmi i tuoi maggiori pregi e difetti.
Ti
dico solo i difetti: lunatico, irrequieto, annuvolato, pigro, fragile,
diffidente, velenoso, contraddittorio… forse anche bipolare. Mi vengono in
mente solo questi… ma ce sono altri.
Quando non lavori, come trascorri il tuo tempo libero?
Vado
a correre, leggo, oppure prendo la macchina e vado a trovare qualche amico
sparso per l’Italia…
Il
tuo sogno nel cassetto…
Un
film che ho scritto io… dovrei farlo fra qualche mese..
Un tuo motto o una frase che più ti rappresenta?
E’
di Voltaire. “Il tempo è galantuomo e rimette ogni cosa al suo posto”.
Grazie
per la tua disponibilità e il tempo che ci hai dedicato. E’ stato un vero
piacere. La nostra intervista si è conclusa. Manda un saluto ai nostri lettori
del Corriere dello spettacolo!
Ciao!
Buon tutto!!!
Da
Claudia Conte per ora è tutto! Arrivederci al prossimo articolo!
Curata da Claudia Conte
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