Federico Mattioni, giovane regista, nell’ ultimo periodo
sta ultimando le riprese del suo primo film. Nel Cast tanti attori
internazionali amati dal grande pubblico, come: Nika Perrone, Jun Ichikawa,
Sean James Sutton, Alberto Mosca, Cinzia Mirabella, Ezio Prosperi, Margherita
Di Fato e tanti altri, a servizio di un film importante, che racconta di
una diciottenne che decide di
abbandonare la casa dei suoi genitori e attraversa una Roma perlopiù
irriconoscibile. Si prefigge di raggiungere un luogo, giardino incantato,
dimensione altra che sembra prendere vita soltanto nella sua immaginazione. Ma
il mistero che si cela dalle parti di Astrid è nelle mani di una donna
giapponese che entra in contatto con la giovane sotto l’egida di un misterioso
uomo. Provengono entrambi da molto lontano.
Un film che farà parlare, diretto con abile maestria da
un giovane regista.
Si
tratta di un viaggio. Uno dei tanti viaggi che ho compiuto nella mia vita, a partire da me stesso, dalla mia fantasia, dalle mie aspettative, “Dalle parti
di Astrid”… È come se in questo film ci fosse tutto il mio passato, il mio
presente e il moi futuro. Il viaggio che compie la protagonista è il viaggio
che forse vorrei aver fatto io o che, giunto a questo punto della mia vita,
sono pronto a fare.
Come nasce la scelta di girare il film interamente a
Roma, quasi spersonalizzandola fino a farla diventare un luogo altro?
Innanzitutto,
nasce da un’esigenza esatta. Roma è la città in cui vivo, quindi l città dove sono cresciuto fra mille difficoltà e
tante suggestioni. Considerato il basso budget del film, e al di là della
conoscenza che ho di questa città e dell’influenza che ho subito nel corso
degli anni, girarlo qui è stata la logica scelta per esigenze sia economiche che
logistiche. Non mi sarei potuto organizzare diversamente e sono riuscito a
farlo con una troupe assicuratami dall’Associazione Culturale Salenzia.
Riguardo la spersonalizzazione, anche in questo caso ho pensato il film in
funzione di quel che è mostrabile senza proibitivi permessi. Ad ogni modo, il
percorso della protagonista all’interno della città, che è un po’ un
riscoprirsi in funzione di un insegnamento ricevuto dalle esperienze di vita,
parte a margine, poiché per poter andare oltre poi ci sarà bisogno di entrare
nel cuore di un contesto da vivisezionare. E quale miglior modo che il riuscire
a farlo attraverso una scissione fra ciò che è reale da ciò che germina e
prende forma soltanto nella nostra immaginazione?
Quali sono le tue fonti di ispirazione nello scrivere e
dirigere?
Le
fonti d’ispirazione sono molteplici ed elencarle è praticamente impossibile.
Sin dalla più tenera età leggo, vedo e ascolto di tutto senza fissarmi sulla
stessa manciata di nomi. Sono un onnivoro, perennemente curioso e desideroso di
conoscere, sapere, scoprire. Poi è logico che nel momento in cui trovo un
autore che mi appassiona, quello poi lo approfondisco. Sicuramente tra le mie
fonti d’ispirazione principali c’è una bordata di cinema, tanta musica e
moltissima letteratura. Ad avermi influenzato di più sono
sicuramente le storie e i film che non tentano
semplicemente di riprodurre la realtà per come la vediamo, ma che cercano di
andare oltre e di offrire un punto di vista nuovo e più originale della vita e
di tutto ciò che gira attorno ad essa, al suo mistero e alla sua inafferrabilità,
nonché a volte alla sua inenarrabilità. Da questa esigenza è nata l’idea “Dalle
parti di Astrid”.
Hai lavorato con un cast se si può dire internazionale,
come nasce la scelta del singolo attore?
Ho
fatto le mie ricerche, ho anticipato gli obiettivi del progetto, ne ho parlato
approfonditamente di persona, ho fatto i miei
provini e quindi le mie scelte. Tutto il resto è venuto da sé, dal momento in
cui ho iniziato a fare dei “face to face”. Da lì, la maggior parte delle
persone coinvolte (circa trenta persone in tutto, dietro e davanti la cinepresa
e fuori del set) si sono dichiarate interessate al progetto ed ho iniziato ad
avvertire fiducia attorno ad un film nato per caso a seguito di una serie di
ricerche sui precedenti di opere prime realizzate praticamente con niente,
anche se i soldi investiti per i rimborsi spese non provengono da nessuna
produzione esterna rispetto al mio personale fondo. Se consideriamo che c’è chi
si è spostato dall’estero, solo perché dice di aver avvertito un’energia
positiva dalla lettura della sceneggiatura e a seguito di uno scambio di mail, allora
penso proprio di aver fatto le scelte giuste e di aver veicolato il verbo
giusto. Lo stesso vale per chi ha deciso di seguirmi, a seguito di un’accordata
fiducia che per me può esserci anche senza chissà quale esperienza. Per me è
importante guardarsi negli occhi e capirsi. Soltanto dopo le potenzialità
possono uscire fuori ed esistono solo potenzialità affini alla causa. Non si
tratta di averne di più o meno rispetto ad altri, ma semplicemente di avere
quelle che fanno al caso tuo.
Quali obiettivi ti prefiggi subito dopo le riprese del
film?
L’obiettivo
primario è di farlo vedere in quanti più luoghi e persone possibili.
Partecipare a incontri, proiezioni speciali, festival dibattiti; con la
speranza dell’approdo in sala. Poi, in quel caso, ci giocheremo la carta virale
della promozione. Carta che del resto mi sto giocando già ora con la preventiva
pubblicazione via web di alcuni “promo” video, volti a suscitare curiosità,
attesa e conseguenti aspettative da parte del pubblico. E a quanto pare ce ne
sono già state. Significa che sto, stiamo, facendo un buon lavoro.
Come pensi che reagisca pubblico e critica al progetto?
“Dalle
parti di Astrid” non sarà forse un film per tutti, ma in fin dei conti quale
film può esserlo? Ogni film ha il suo pubblico e sicuramente ci saranno
reazioni contrastanti. Ci tengo a sottolineare che la mia preoccupazione
principale non sarà quella se il pubblico capirà o meno la storia del film.
Fondamentale è che il pubblico si emozioni e ne esca scosso, che abbia una
serie di contrastanti sensazioni. Devo poter offrire al pubblico un risveglio o
perlomeno una sveglia dell’audiovisione. Ecco, penso che l’obiettivo principale
debba essere quello, altrimenti diventa quasi inutile continuare a farne e
vederne di film, soprattutto oggi, giunti a questo punto. Sono dell’idea che si
debba uscire dalla sala con più domande che risposte e se il film non ne
suscita allora non è interessante. Capirlo, poi non è una cosa scontata né
obbligatoria. Non deve diventare un dovere morale, un obbligo dal quale non ci
si può sottrarre. Un film non deve essere utile per trarrecforzatamente una
lezione di vita impostata su presunti dogmi, non abbiamo bisogno di lezioncine
morali, di prediche, soprattutto di menzogne. In fin dei conti, la vita, per
come ci si presenta e per le sorprese che offre, è davvero comprensibile e
giustificabile? E poi, è stata un’impresa anche solo organizzarlo, lanciarlo e
farlo partire un progetto del genere. Tutto quello che verrà e che sarà in più,
rientrerà esclusivamente nella categoria dei piccoli grandi miracoli. E si sa che
nei miracoli c’è sempre qualcosa che poi non ti aspetti.
Confido
in quello.
Quali saranno i tuoi prossimi impegni?
In
questo momento mi viene da pensare soltanto ad Astrid, anche se ho un disco d’inediti
da concludere come cantautore, “Perfetto estraneo” un EP, un libro di narrativa,
“Umanamente uomo”, da continuare a promuovere, un’attività da “critico”
cinematografico da portare avanti, specie per il mio sito (cinemadeisensi.com).
Non posso stare fermo col cervello né con le mani. Nel cassetto digitale ci
sono tanti altri progetti, sia per corti che per lungometraggi, sia per schegge
di racconti che per poesie, e il progetto di un saggio cinematografico,
“Nutrire i sensi attraverso il cinema”, al quale vorrei iniziare a dedicarmi.
Il mio più immediato progetto cinematografico concerne la stesura di una
sceneggiatura per un film indipendente di cui non sarò il regista e che tratta
il tema dell’amor fou in maniera molto estrema. Ma “Dalle parti di Astrid”
scalpita e si sta iniziando a montare nella mia testa, a volte anche senza il
mio permesso. Storia più sentita e forte, in questo momento
della
mia vita non avrei potuto plasmarla.
Curata da Andrea Axel Nobile
Per te, esiste un sito del genere https://cineblog01.gdn/ Dove i film possono essere guardati in modo sicuro e anche completamente gratuiti, il che è davvero bello, ti dico
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