A distanza di un mese dal debutto
presso il Teatro Piccolo Eliseo, a grande richiesta dal 26 al 30 novembre
si sta
riproponendo presso il piccolo rifugio artistico del Teatro Lo Spazio, “Duras
Mon amour”, drammaturgia di Gennaro Colangelo per la regia di Maurizio
Palladino.
La pièce, in occasione dei 100
anni dalla nascita di Marguerite Duras, ricostruisce, poeticamente, la storia
della scrittrice francese regalando al pubblico un colorato ritratto non solo
della Duras artista, autrice di opere di grande successo, ma anche di lei in
quanto donna dalle forti ed incontenibili passioni, anche molto contrastanti,
che la rendono un personaggio unico e destinato a rimanere per sempre nel
panorama artistico internazionale.
Un viaggio entusiasmante, adatto ai
gusti di un pubblico colto e sensibile, oggi sempre meno numeroso, purtroppo, a causa della crisi economica, ma direi
soprattutto culturale e di valori che sta sconvolgendo questo inizio di secolo.
In ogni caso, grazie al coraggio di Anna
Clemente Silvera, che ha fortemente voluto la rappresentazione di questo
spettacolo, ieri sera nel Teatro Lo Spazio si è potuta respirare un’aria di
cultura e di poesia. Ciò grazie al testo, ma anche alla mirabile
interpretazione della stessa Anna, del noto e talentuoso attore Vincenzo Bocciarelli
e di Maurizio Palladino.
Gli attenti spettatori, alcuni dei
quali giornalisti ed autori loro stessi, hanno percepito intensamente, riconoscendole
come proprie, alcune delle inevitabili passioni che derivano dall'abbandono di
se stessi nel momento della creazione, la solitudine dell'artista, "il
prezzo da pagare per aver osato uscire e gridare"...
Contrasto più evidente della
personalità della Duras, che emerge chiaramente dalla rappresentazione di ieri
sera, é la sua tenera forza interiore, la dolce durezza del suo cuore; Margherite amò il marito, che cercò
strenuamente di far liberare dalla prigionia nazista ma che però poi lasciò per
un altro. E amò, negli ultimi sedici anni di vita, un uomo 40 anni più giovane
di lei, con cui convisse tra litigi e dolci scambi di parole, colme di
tenerezza ed amore. Attrazione cerebrale tra i due, ma soprattutto soluzione al
vero problema esistenziale della scrittrice, la solitudine della propria
esistenza. Solitudine, però, nella quale la Duras si poneva volontariamente e
nella quale trovava una sorta di felicità.
Ribadito il plauso alla sentita e
talentuosa interpretazione di Vincenzo Bocciarelli, una nota meritano i giovani
attori Riccardo Marotta e Luca Colucci, la cui recitazione è chiaramente figlia
della passione.
Claudia
Conte
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