30 novembre, 2014

“DURAS MON AMOUR”. Un viaggio entusiasmante tra passioni, tormenti e fragilità di una grande artista. Di Claudia Conte


A distanza di un mese dal debutto presso il Teatro Piccolo Eliseo, a grande richiesta dal 26 al 30 novembre si sta riproponendo presso il piccolo rifugio artistico del Teatro Lo Spazio, “Duras Mon amour”, drammaturgia di Gennaro Colangelo per la regia di Maurizio Palladino.

La pièce,  in occasione dei 100 anni dalla nascita di Marguerite Duras, ricostruisce, poeticamente, la storia della scrittrice francese regalando al pubblico un colorato ritratto non solo della Duras artista, autrice di opere di grande successo, ma anche di lei in quanto donna dalle forti ed incontenibili passioni, anche molto contrastanti, che la rendono un personaggio unico e destinato a rimanere per sempre nel panorama artistico internazionale.

Un viaggio entusiasmante, adatto ai gusti di un pubblico colto e sensibile, oggi sempre meno numeroso, purtroppo,  a causa della crisi economica, ma direi soprattutto culturale e di valori che sta sconvolgendo questo inizio di secolo.

In ogni caso, grazie al coraggio di Anna Clemente Silvera, che ha fortemente voluto la rappresentazione di questo spettacolo, ieri sera nel Teatro Lo Spazio si è potuta respirare un’aria di cultura e di poesia. Ciò grazie al testo, ma anche alla mirabile interpretazione della stessa Anna, del noto e talentuoso attore Vincenzo Bocciarelli e di Maurizio Palladino.
Gli attenti spettatori, alcuni dei quali giornalisti ed autori loro stessi, hanno percepito intensamente, riconoscendole come proprie, alcune delle inevitabili passioni che derivano dall'abbandono di se stessi nel momento della creazione, la solitudine dell'artista, "il prezzo da pagare per aver osato uscire e gridare"...
Contrasto più evidente della personalità della Duras, che emerge chiaramente dalla rappresentazione di ieri sera, é la sua tenera forza interiore, la dolce durezza del suo cuore;  Margherite amò il marito, che cercò strenuamente di far liberare dalla prigionia nazista ma che però poi lasciò per un altro. E amò, negli ultimi sedici anni di vita, un uomo 40 anni più giovane di lei, con cui convisse tra litigi e dolci scambi di parole, colme di tenerezza ed amore. Attrazione cerebrale tra i due, ma soprattutto soluzione al vero problema esistenziale della scrittrice, la solitudine della propria esistenza. Solitudine, però, nella quale la Duras si poneva volontariamente e nella quale trovava una sorta di felicità.    
Ribadito il plauso alla sentita e talentuosa interpretazione di Vincenzo Bocciarelli, una nota meritano i giovani attori Riccardo Marotta e Luca Colucci, la cui recitazione è chiaramente figlia della passione.


Claudia Conte

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