29 novembre, 2014

“Miles Gloriosus”, ovvero morire di uranio impoverito. Quando il teatro civile racconta divertendo. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Koppo’ (via Vestricio Spurinna 47/49)

Cercare di proporre spettacoli che, oltre ad essere divertenti, diano un senso a quell’organo che ci è stato donato senza averlo richiesto, il cervello. Che sia teatro civile, impegnato, ma non pesante e di facile comprensione. E che, particolare non trascurabile, permetta di guadagnare. Questo è l’intento di due sventurati attori in bilico tra il sogno dell’arte e la dura realtà del pane quotidiano da mettere sotto i denti. Mimmo e Pasquale, dopo un’analisi dettagliata e comicissima degli argomenti utili per un’operazione teatrale del genere, convengono che il tema dell’uranio impoverito e delle morti che si è trascinato dietro dopo le “missioni di pace” dei nostri militari negli anni 90 non è ancora stato affrontato da nessuno, nemmeno dall’odiato Marco Paolini, cantore di tante disgrazie italiane. Abbandoneranno l’uno la proposta di una tournèe nel Miles Gloriosus di Plauto, l’altro il redditizio compito di suonare nelle feste di matrimonio e cominceranno le prove di uno spettacolo sull’uranio e le sue conseguenze.
L’artifizio drammaturgico dello spettacolo nello spettacolo, di Shakespeariana memoria, grazie a questo testo bello e divertente di Antonello Taurino è assolutamente vincente. I due personaggi in scena, Pasquale (lo stesso Taurino) e Mimmo (Orazio Attanasio, musicista e validissima spalla), con l’espediente delle prove, forniscono dati precisi sullo spinoso argomento, sulla colpevole superficialità con cui le gerarchie militari hanno esposto i propri soldati ai pericoli dell’uranio impoverito usato nei proiettili americani, di cui tutti sapevano e che tutti avevano negato.  Una storia tipicamente italiana, che si è potuta raccontare grazie allo studio e alla ricerca di documenti, lettere, sentenze susseguitesi nel tempo, interviste, testimonianze. Una storia di occultamenti, di bugie, di fango, di misteri e vergognose reticenze. Di minacce e intimidazioni, anche ai nostri due attori (quelli veri). Il grande merito di Taurino e Attanasio è quello di non tralasciare nulla, anche gli aspetti più drammatici, riuscendo ad essere ironici, con perfetti tempi comici, coinvolgendo il pubblico con sapiente equilibrio, inducendolo alla riflessione e alla risata liberatoria con uguale facilità. Sono bravi in scena e perfettamente affiatati, coi loro personaggi divertono e commuovono, sempre in bilico tra la serietà degli argomenti e la cialtronaggine simpatica di due disperati. Attingendo anche alla commedia dell’arte (bellissima, nella sua pungente ironia, la figura dell’avvocato Tartaglia), questo Miles Gloriosus di Antonello Taurino è un esempio di come il teatro civile possa essere reso godibile da un più vasto pubblico, senza autoreferenzialità, con graffiante ironia e ottime prove d’attore. Un bel teatro. Ce ne sono, in Italia, di bravissimi autori e interpreti. In questo caso abbiamo potuto ammirare entrambe le componenti di uno spettacolo bello, serio, divertente, con momenti toccanti. Per non dimenticare, per testimoniare, per non permettere, che questa “rimanga una classica storia italiana, fatta di numeri e basta”, senza quei ragazzi che non ci sono più.
Miles gloriosus, ovvero morire di uranio impoverito, riesce nell’intento descritto all’inizio. Da vedere, senza dubbio.

Paolo Leone


Roma, Teatro Kopo’ (via Vestricio Spurinna 47/49)
Fondo Ferri presenta: Miles Gloriosus: ovvero morire di uranio impoverito. Scritto e diretto da Antonello Taurino.

Con: Antonello Taurino e Orazio Attanasio. Musiche di scena di Orazio Attanasio; Costumi di Michela Battista; Produzione: Fondo Ferri.

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