Teatro Litta, Milano. Dal 7
al 20 novembre 2014. Prima nazionale
VOCE F.C.
“Una camera: ma forse no: un salotto. Certo, una giovane signora
vi giace su un letto: ma forse no: sembra piuttosto un divano, a cui per
qualche molla si sia abbattuta l'alta spalliera.
Del resto, nulla in principio si discerne bene, perché la stanza è
stenebrata appena da un lume innaturale che emana dal tappetino verde prato
davanti al divano. Questo lume par debba da un momento all'altro sparire a un
lieve moto nel sonno della giovane signora dormente.
Difatti, è proprio il lume d'un sogno: come quel salotto è una
camera da letto soltanto nel sogno della giovane signora: e un letto, quel
divano.
Nella parete di fondo è un uscio chiuso. In quella destra è un
grande specchio su una piccola mensola lavorata artisticamente in forma di
cofano, e dorata. Questa mensola per ora non si vede: e anche lo specchio per
ora sembra piuttosto una finestra.
La ragione di quest'inganno è semplice: nello specchio si riflette
la finestra che gli sta dirimpetto, nella parete sinistra: e naturalmente, per
la giovane signora che sogna, la finestra è lì dov'è lo specchio che la
riflette: e questa finestra di sogno sarà difatti aperta, più tardi, dall'uomo
che verrà”.
Con la sua consueta
eleganza formale e sensibilità nel scegliere testi, a volte onirici a volte
apparentemente leggeri, Antonio Syxty mette in scena l'atto unico “Sogno (ma
forse no)” di Luigi Pirandello scritto tra la fine del 1928 e l’inizio del
1929, e rappresentato nel 1931 a Lisbona, a mio parere testo molto più adatto
al mezzo cinematografico, capace di esprimere più efficacemente l’atmosfera
onirica dell’opera.
Questa peculiarità
rende “Sogno (ma forse no) ” un po’ difficile da tradurre sul palcoscenico,
tant’è che perfino Pirandello ne era cosciente. Infatti, le sue note di regia,
le indicazioni scenografiche e recitative, diventano una voce fuori campo fondamentale alla spiegazione della
storia, come un personaggio misterioso, un Caronte o una Beatrice, che ci
accompagnano nella discesa al sogno. La
vicenda, incentrata su un triangolo amoroso e una collana di perle, che nel
sogno della “giovane signora”diventa il segno lasciato dalle mani del suo
amante nel tentativo di strangolarla, si svolge su due piani, quello del sogno
e quello della realtà. Questi due piani s’intersecano e confondono a tal punto
che lo spettatore, cogliendone l’ambiguità, e incapace di capire dove un piano
finisca e cominci l’altro, cede le armi e si lascia trasportare nella riposante dimensione
onirica, ma a occhi aperti, che caratterizza l’opera.
Una scenografia fatta
di cascate di cellophane che ondeggiano come presenze fantomatiche e che a
volte si trasformano in uno schermo su cui giganteggiano volti e oggetti, rende
l’atmosfera paurosa e intrigante e la Bajetta, che interpreta “la giovane
signora” e Callegaro “l’uomo in frac”, in questo efficace contesto, usando una
recitazione da cinema muto, si cercano, si respingono, si tradiscono, si
sognano.
Tutto è sospeso e
volatile, e se della storia non comprendiamo troppo bene lo svolgimento, è
quasi normale, perché in fondo è proprio quello che ci si aspetta da un sogno:
se tentiamo di interpretarlo razionalmente, c’è caso che perda di fascino, col
rischio di diventare simile a un pezzo di deludente realtà.
Syxty osa anche il
rimando esplicito al film “Kill Bill”, facendo vestire la “giovane signora” con
una tuta gialla e mettendole tra le mani una spada. Purtroppo l’espediente è un
po’ forzato e nulla aggiunge alla storia, lasciando lo spettatore con una
domanda in più, purtroppo insoluta “ma perché…?”. O forse è proprio questo,
invece, il rimando alle altrui cinematografiche visionarietà ? Non ci convince,
ma rispettiamo la scelta artistica come pure quella di far sognare gli
spettatori...
A riportarli alla
realtà ci penserà il mondo, là fuori.
Daria
D.
Sogno (ma forse no) di
Luigi Pirandello
Regia di Antonio Syxty
Con Caterina Bajetta e
Gaetano Callegaro
Scenografia di Guido Buganza
Costumi Valentina Poggi
Coreografia Lara Vai
Video Pasquale Russo
Voce registrata Marco Balbi
Disegno luci Fulvio Melli
Assistente alla regia Maria
Francis La Spada
Staff tecnico Ahamad
Shalabi, Marcello Santeramo
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