Roma, Teatro Ambra alla
Garbatella (piazza Giovanni da Triora 15) Dal 4 al 7 dicembre 2014
Tumulti in vista.
1849, il potere papale scricchiola e i moti carbonari intensificano la propria
azione. Nel marasma politico è facile sobillare e trascinare povere persone
senza arte né parte in cose più grandi di loro. Ciancicagnocchi, (che dà il
titolo alla nuova commedia di Gabriele Mazzucco) al secolo Luigi Proietti personaggio
realmente esistito, è un fannullone di Trastevere, che tira a campare tra un
furtarello e un’osteria. Il suo soprannome è dovuto alla balbuzie. Due
carbonari gli svelano di essere l’erede del Conte Olimpio Torre del Giglio,
inducendolo a far di tutto per ottenere la sua parte di eredità. Il sogno di
uscire dalla miseria si intreccia con quello di una nascente rivolta che mira
alla costituzione della seconda Repubblica Romana ad opera del triumvirato
composto da Saffi, Mazzini ed Armellini.
Fino a dove può spingersi il desiderio di cambiare vita? Gli ideali di uguaglianza e fraternità saranno rispettati? Quanto davvero le classi sociali ciclicamente in lotta vedranno le proprie sorti radicalmente cambiate? In una città e in una nazione gattopardesca, in una barca che non affonda mai mentre i topi si avvicendano nei secoli, Ciancicagnocchi sperimenterà sulla sua pelle e su quella dei suoi amici, sotto le cannonate francesi sul Gianicolo, quanto il potere possa essere camaleontico e rimanere uguale a se stesso pur cambiando i protagonisti in un’illusione rivoluzionaria.
Fino a dove può spingersi il desiderio di cambiare vita? Gli ideali di uguaglianza e fraternità saranno rispettati? Quanto davvero le classi sociali ciclicamente in lotta vedranno le proprie sorti radicalmente cambiate? In una città e in una nazione gattopardesca, in una barca che non affonda mai mentre i topi si avvicendano nei secoli, Ciancicagnocchi sperimenterà sulla sua pelle e su quella dei suoi amici, sotto le cannonate francesi sul Gianicolo, quanto il potere possa essere camaleontico e rimanere uguale a se stesso pur cambiando i protagonisti in un’illusione rivoluzionaria.
La nuova commedia di
Mazzucco, dopo il buon successo della sua “Storia di mezzo” nelle stagioni
precedenti, rivela un buon testo.
Interessante, figlio di una tradizione tutta romana causticamente critica del
presente con l’espediente del ricordo storico. Gigi Magni ne fu eccelso
maestro, ma senza scomodare mostri sacri di tal portata, si può dire in questo
caso che Ciancicagnocchi è una commedia di genere ben scritta ma che presenta
lacune piuttosto evidenti nella messa in scena. Il primo atto presenta passaggi
eccessivamente lenti e la sintonia tra regia e attori è palesemente fuori
sincrono. Il secondo migliora nettamente, la storia entra nel vivo e gli stessi
interpreti appaiono più convinti, riuscendo ad emozionare, in qualche
passaggio. La sensazione che rimane però, è quella di un’opera a metà. Da
lavorarci ancora tanto, senza dubbio. Peccato, perché questo genere di
commedia, se ben rappresentato, può avere grande forza emotiva.
Paolo
Leone
Ciancicagnocchi,
scritto e diretto da Gabriele Mazzucco.
Con: Valerio De Angelis,
Andrea Alesio, Chiara Fiorelli, Federica Orrù, Paola Raciti, Claudio Fabi,
Alfonso Federici, Gianluca Foti, Franco Fraschetti, Luciano Lalli, Mauro
Mammarella.
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