THRILLER
USA 1983 14’ COLORE
REGIA:
JOHN LANDIS
INTERPRETI:
MICHAEL JACKSON, OLA RAY
EDIZIONE
DVD: SI’, distribuito da SONY/ BMG
Michael
è al cinema con la fidanzata a vedere Thriller, un horror in
cui lo stesso Michael si trasforma in lupo mannaro; nel momento clou
però, la ragazza, che si è spaventata, si alza e se ne va,
costringendo il povero Michael a lasciare il film a metà; mentre
passeggiano verso casa, Michael prende in giro la paurosa fidanzata
cantandole Thriller. Peccato però che i morti stiano
resuscitando davvero e che lo stesso Michael, all’improvviso, si
trasformi in uno zombie, mettendosi a ballare insieme a loro
sotto lo sguardo atterrito e incredulo della ragazza. Niente paura: è
stato solo un sogno…o no?!
Se
l’uscita di THRILLER (1982) ha suddiviso la storia della
musica leggera in un “prima” e in un “dopo”, risultando
l’album più venduto di tutti i tempi, è stato anche per merito di
questo gioiello che ha letteralmente rivoluzionato, elevandolo al
rango di arte, il mondo dei video musicali (o videoclip, come
si diceva una volta) sviluppatosi solo pochi anni prima in
concomitanza con la nascita di MTV (1981) e con la trasmissione
dell’emblematico Video killed the radio stars dei Buggles.
Prima
di Thriller, almeno nell’era dei videoclip (negli anni ’60
già i Beatles, e pochi altri, avevano intuito le potenzialità
dell’immagine abbinata alla musica) non si era davvero mai visto
nulla di simile, NESSUNO aveva osato tanto: promuovere una canzone ed
un album girando un vero e proprio cortometraggio cinematografico di
un quarto d’ora, interpellando per l’occasione un regista di
rango come John Landis (The blues brothers, giusto per citare
la sua opera più famosa) poteva sembrare un’esagerazione, ed
invece è stata un’idea eccezionale, un lampo di genio che, oltre
ad aver (di)mostrato la dignità artistica dei video musicali, ha
creato il mito Michael Jackson, qui all’apice –mai più
raggiunto- della propria carriera, permettendogli di mettere in
mostra tutto il proprio talento di showman a trecentosessanta
gradi: non solo cantante ma anche -ed in alcune circostanze
soprattutto- ballerino e attore (anche se il rapporto di “Jacko”
col cinema non sarà mai idilliaco).
A
distanza di trent’anni ormai superati, Thriller non ha perso
un briciolo della sua magia, ed è sempre un piacere rivederlo.
Merito di Landis, che con professionalità ed ironia è tornato sui
propri passi calandosi di nuovo nel contesto del fortunato Un lupo
mannaro americano a Londra, girato appena un paio di anni prima
(1981), e magistralmente adattato per l’occasione al mondo di
Michael; merito degli effetti speciali del mago Rick Baker, che già
gli avevano fruttato un Oscar per il film di cui sopra; merito della
canzone: la fortunata Thriller, scritta da Rod Temperton,
oltre ad essere forse il più grande successo di Jacko è uno dei
brani-manifesto per la musica pop, qui rappresentata nelle sue
sembianze più “nobili”; infine, e soprattutto, merito,
ovviamente, della magnetica presenza di Michael, la stella più
brillante mai apparsa nel firmamento pop (e non solo): oltre
ad aver cantato, ballato e recitato, Jackson ha scritto il film
insieme al regista, lo ha prodotto ed ha pure curato le
coreografie…cosa chiedere di più?! Non va dimenticato, inoltre, il
contributo di Vincent Price, “the rapper” (come recitano i
credits dell’album), storico volto cinematografico
dell’horror, protagonista, tra gli altri, dei film di Roger Corman
tratti dai racconti di Edgar Allan Poe: in Thriller è sua la
voce che recita l’agghiacciante poesia dark, ed è sua pure
l’indimenticabile risata folle che chiude il film.
A
partire dall’album THRILLER, Jackson ed il suo entourage
(tra cui il produttore Quincy Jones) hanno dedicato un’attenzione
maniacale all’immagine del cantante, cosa che ha contribuito in
maniera decisiva alla sua straordinaria carriera; è proprio in
quest’ottica, quindi, che, accanto alle tante peculiarità
stilistiche (la voce, i testi, i tipici “singhiozzi” e “urletti”)
e artistiche (le sue doti di performer totale) che hanno reso
Jacko unico e gli hanno permesso di stare almeno una spanna sopra
tutti gli altri, vanno senz’altro considerate anche peculiarità di
tipo estetico, come l’abbigliamento (gli irrinunciabili mocassini
“magici”, il guanto luccicante, il cappello) e i video musicali
dall’abituale, elevato livello qualitativo, costantemente
all’insegna della spettacolarità e della magniloquenza. Dello
stesso THRILLER sono entrati nella leggenda anche i video di
Billie Jean e di Beat it, cioè due ulteriori esempi da
manuale di canzone perfetta con video perfetto, ed in seguito altri
grandi nomi del cinema hanno prestato la loro arte alla musica di
Michael Jackson: oltre a Landis, tornato a dirigere Jacko nel
video di Black or white, ricordo Martin Scorsese, che ha
firmato il videoclip di Bad, poi Francis Ford Coppola, che si
è cimentato nella regia del cortometraggio di fantascienza Disney
Captain EO (1986) e Spike Lee, che ha realizzato le due
versioni del video di They don’t care about us; sempre
restando nell’ambito cinematografico, vale la pena citare i
meravigliosi videoclip delle altrettanto stupende canzoni Liberian
girl, con mezza Hollywood impegnata a contendersi una comparsata
(tra i tanti: Steven Spielberg, John Travolta, Woopi Goldberg, Dan
Aykroyd), e Remember the time, con la partecipazione di Eddie
Murphy; tra gli altri video di Michael da vedere assolutamente,
andando in ordine cronologico, vi segnalo almeno quelli di The way
you make me feel (la versione integrale), Smooth Criminal,
Leave me alone ( tutti da BAD), Scream, Earth
Song e Stranger in Moscow (dall’album HISTORY).
Decisamente
meno brillanti, invece, le sortite di Michael Jackson nel mondo del
cinema: tralasciando la curiosa partecipazione, al fianco di Diana
Ross, in I’m magic (del 1978: la personale rilettura in
black de Il mago di Oz operata dal regista Sidney Lumet,
in cui Jacko interpreta il ruolo dello spaventapasseri) ed il già
citato e trascurabile Captain EO, è davvero difficile, anche
con tutta la buona volontà di questo mondo, considerare riuscito il
primo -ed unico- lungometraggio che vede Jacko protagonista, cioè
Moonwalker (1988, regia di Jerry Kramer), un minestrone in cui
vengono mescolati allegramente fantascienza da supereroi, musica,
buoni sentimenti ed autocelebrazione, il tutto preceduto da un
incredibile prologo spurio che riassume in chiave “mitologica” la
carriera del nostro: un piatto che nemmeno certi fans incalliti
sono riusciti a digerire e in cui si salva soltanto lo straordinario
intermezzo di Smooth Criminal; non è andata molto meglio con
Ghosts, il mediometraggio fanta-horror realizzato, ad
imitazione di Thriller, per promuovere la manciata di brani
inediti -di qualità tutt’altro che elevata- presenti nella
deludente raccolta BLOOD ON THE DANCEFLOOR: HISTORY IN THE
MIX (1997): i tempi d’oro erano ormai lontani. Molto meglio
l’autoironico cameo in MIIB-Men in black II (2002)
-“LAVORIAMO AL PROGRAMMA DI INSERIMENTO DELLE MINORANZE ALIENE”-
forse la miglior prova cinematografica di Jacko (!) dai tempi di
Thriller, tornando al quale ne consiglio la visione
tanto agli appassionati di cinema quanto a quelli di musica, visto
che ci troviamo in presenza di un piccolo capolavoro nato dal magico
incontro tra i due mondi che, almeno in questo caso, si sono
amalgamati alla perfezione (e non era scontato)…”DARKNESS FALLS
ACROSS THE LAND/ THE MIDNIGHT HOUR IS CLOSE AT HAND…”
La
versione integrale del video di Thriller è presente nel DVD
incluso nell’edizione speciale e limitata dell’album uscita per
celebrare il suo venticinquesimo anniversario, THRILLER 25; in
alternativa, potete recuperarla nella raccolta MICHAEL JACKSON
VIDEO GREATEST HITS HISTORY.
Francesco
Vignaroli
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