Roma,
Teatro Biblioteca Quarticciolo (Via Ostuni 8). 17 e 18 gennaio 2015
La
ricerca di un senso della logica nelle dinamiche umane, la pioggia
battente, la violenza strisciante, il puzzo di periferie e di umanità
degradate. Il “marcio morale” e la difficoltà di distinguere il
bene dal male. A steady rain, la pièce del drammaturgo
americano Keith Huff arriva a Roma, nel grazioso Teatro Quarticciolo,
dopo l’esordio nell’ultimo Festival di Todi, interpretata da
Graziano Piazza e Davide Paganini. Lo schema è quello, visto e
rivisto, di centinaia di film e telefilm americani. Due poliziotti,
uno allergico ad ogni forma di protocollo, l’altro più rispettoso
dei regolamenti. Il primo, Denny (Piazza) sul crinale del precipizio,
professionale ed esistenziale, l’altro, Joey (Paganini) con le sue
debolezze alcoliche e sentimentali alla ricerca di una stabilità che
da solo non riesce a trovare. Due colleghi, due amici per la pelle,
intrecceranno le loro vite a tal punto da diventare un nodo
irrisolvibile e doloroso, se non con la tragica scomparsa di uno di
loro.
A steady rain è un vortice, un imbuto nero, in cui
precipita l’umanità dei personaggi e l’espediente dello
“storytelling” (racconto e azione coincidono) riesce
sorprendentemene anche in teatro, con la sola presenza in scena dei
due protagonisti. Un racconto fosco, decisamente noir, la
rappresentazione dei dèmoni nascosti nell’uomo, uno specchio tra i
due protagonisti e davanti al pubblico. Ognuno è parte dell’altro,
parti incompiute, ma che tutte insieme, forse, trovano quella logica
che a Denny – Piazza sfugge, in una ricerca che lo trascina
nell’abisso. Non ci si può distrarre un momento in platea, in
questa occasione non si assiste ma si partecipa, inevitabilmente. La
mente dello spettatore è invitata a costruire quel che non si vede
in scena, a mettere insieme i pezzetti di un puzzle tragico che si
delinea con salti spaziotemporali affascinanti, come in un film (ma
senza l’aiuto del montaggio visivo) in cui gli eventi sono più
veloci di una pacata riflessione. Qui il montaggio è nella mente
dello spettatore, alla ricerca di una verità destrutturata sul
palco. Aspettando che la pioggia finisca.
Lasciatevi
trasportare dal ritmo serrato, dal rumore della pioggia, dai suoni e
dai rumori d’ambiente (di Francesco Verdinelli e Gianluca
Gasparrini), dalle ambientazioni squallide emergenti in un testo che,
se non mostra nulla di clamorosamente nuovo rispetto ai tanti film
già visti (sinceramente mi aspettavo di più), offre però le
interpretazioni intense e faticose di due ottimi attori come Paganini
e Piazza che si calano bene nelle difficoltà che questo tipo di
scrittura propone a chi è deputato a tramutarla in scena.
Spettacolo
che spiazza, divide, quindi interessante.
Paolo
Leone
Zerkalo
e Dionisio Produzioni presentano: “A steady rain (dentro la
pioggia)”, di Keith Huff.
Interpreti
Graziano Piazza e Davide Paganini. Regia di Alessandro Machìa.
Scene
e luci Chiara Martinelli; Costumi Sara Bianchi; Musiche Francesco
Verdinelli; ambiente sonoro Gianluca Gasparrini; Aiuto regia Valeria
Bernini. Traduzione di Giuditta Martelli.
Si
ringrazia l’ufficio stampa dello spettacolo nella persona di Carla
Fabi.
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