Roma,
Teatro Millelire. Dal 22 al 25 gennaio 2015
“Lo
spettacolo è dedicato alla verità”. Queste le ultime parole
proiettate nel fondale del piccolo teatrino Millelire, parole che da
sole raccontato tutto ciò che “La bomba” è stato. Una scommessa
coraggiosa, un azzardo, un vaso di Pandora di emozioni che si è
aperto. Non si può dire che lo spettacolo abbia pienamente
funzionato, soprattutto dal punto di vista registico (a volte è
troppo didascalico e retorico), ma ha fatto riflettere e capire che
certe minacce, intimidazioni non sono state mosse solo ai Borsellino
e Falcone, ma anche a persone comuni, che hanno semplicemente fatto
del proprio lavoro una questione di onore. La vicenda autobiografica
di Rosamaria Acquino racconta di una donna messa in disparte perché
“scomoda”. Margherita - questo il nome fittizio della
protagonista - ha scoperto alcuni inghippi e finti appalti comunali e
ha intenzione di fare luce sulle azioni discutibili del sindaco della
sua città.
Quest’ultima, consapevole del suo operato, fa di tutto per tapparle la bocca, finché Margherita e un suo collega non vengono accusati di aver piazzato una bomba all’interno di una cabina telefonica. La giovane giornalista si trova di nuovo a combattere per salvare la verità, che questa volta la riguarda in prima persona. Sola, guardata con gli occhi del sospetto, vive la sua tragedia a testa alta, senza mai abbassarsi ai compromessi e sempre con la saggia convinzione che potrebbe essere incastrata da un momento all’altro. Il finale lascia intravedere la speranza di una donna che ha perso un collega, un amico, forse anche un lavoro sicuro, ma ha salvato se stessa dal mondo della corruzione.
Quest’ultima, consapevole del suo operato, fa di tutto per tapparle la bocca, finché Margherita e un suo collega non vengono accusati di aver piazzato una bomba all’interno di una cabina telefonica. La giovane giornalista si trova di nuovo a combattere per salvare la verità, che questa volta la riguarda in prima persona. Sola, guardata con gli occhi del sospetto, vive la sua tragedia a testa alta, senza mai abbassarsi ai compromessi e sempre con la saggia convinzione che potrebbe essere incastrata da un momento all’altro. Il finale lascia intravedere la speranza di una donna che ha perso un collega, un amico, forse anche un lavoro sicuro, ma ha salvato se stessa dal mondo della corruzione.
Sara
Bonci
scritto
da
Rosamaria
Aquino
Regia
Francesca
Romana Miceli Picardi
Aiuto
Regia
Gaia
De Grecis
Con
Barbara
Caridi, Massimiliano Nicosia, Francesca Romana Miceli Picardi e Gaia
De Grecis
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