Trieste,
Il Rossetti-Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, dall’8 all’11
gennaio 2015
Sarah,
Gregory, Cleo, Robert. Quattro personaggi per tre attori, uno dei
quali fuori scena. La vicenda è ambientata ad Ashdown, un luogo che
ha cambiato uso nel corso degli anni: da abitazione privata ad
alloggio per studenti universitari per diventare infine clinica
privata con centro di ricerca del sonno. I personaggi vi si muovono
nel tempo in un gioco di specchi che chiarisce progressivamente la
storia. Liberamente tratto dal romanzo “La casa del sonno” di
Jonathan Coe, edito in Italia da Feltrinelli, lo spettacolo proposto
in prima nazionale alla Sala Bartoli de Il Rossetti – Teatro
Stabile del Friuli Venezia Giulia affronta un tema presente e
costante nella nostra quotidianità: l’incapacità di ascoltare
davvero e i sempre più evidenti limiti del linguaggio verbale come
strumento per descrivere la nostra realtà, interna od esterna che
sia. Se a ciò si aggiungono una buona dose di cinismo e di
osservazione dell’altro senza la minima empatia e la mancanza di
senso di responsabilità verso le conseguenze delle parole dette,
ecco che ci sono tutte le possibilità perché la tragedia avvenga.
Tragedia personale, enorme, ma limitata al singolo, che potrebbe lasciare chi ne è responsabile addolorato, ma alla fine indifferente. L’ambiguità regna sovrana tra personaggi che, nelle varie situazioni, mostrano soltanto un aspetto limitato di sé, senza avere mail il coraggio di esporsi fino in fondo. C’è della crudeltà latente in ogni relazione che si limita così ad un mero gioco di potere. Alice Redini e Irene Serini, assieme al regista Filippo Renda, svolgono la trama riducendo a poco a poco i forti toni iniziali, mentre le conseguenze di quello che avviene sulla scena diventano sempre più inquietanti. La realizzazione è semplice, i temi proposti appena accennati; incuriosiscono lo spettatore che viene così portato a desiderare di leggere il romanzo da cui la pièce è stata tratta, per coglierne appieno la portata. Sono tematiche attuali, che toccano ognuno di noi.
Tragedia personale, enorme, ma limitata al singolo, che potrebbe lasciare chi ne è responsabile addolorato, ma alla fine indifferente. L’ambiguità regna sovrana tra personaggi che, nelle varie situazioni, mostrano soltanto un aspetto limitato di sé, senza avere mail il coraggio di esporsi fino in fondo. C’è della crudeltà latente in ogni relazione che si limita così ad un mero gioco di potere. Alice Redini e Irene Serini, assieme al regista Filippo Renda, svolgono la trama riducendo a poco a poco i forti toni iniziali, mentre le conseguenze di quello che avviene sulla scena diventano sempre più inquietanti. La realizzazione è semplice, i temi proposti appena accennati; incuriosiscono lo spettatore che viene così portato a desiderare di leggere il romanzo da cui la pièce è stata tratta, per coglierne appieno la portata. Sono tematiche attuali, che toccano ognuno di noi.
Prossima
tappa della tournée: Milano – Teatro Filodrammatici dal 13 al 18
gennaio 2015.
Paola
Pini
Notturno
– La ragione al sonno, liberamente tratto da “La Casa del Sonno”
di Jonathan Coe
Regia
e drammaturgia di Filippo Renda
Con
Alice Redini, Irene Serini, Filippo Renda
Scene
e costumi di Eleonora Rossi
Musiche
di Patrizia Rossi
Disegno
luci di Marco Giusti
Produzione
CRASC, Ludwig-officina di linguaggi contemporanei, Idiot Savant
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