Dopo
aver ascoltato le prime sei canzoni di NERO A META’,
l’album-capolavoro di Pino Daniele, siamo pronti per girare il
nostro -sempre immaginario- vinile per passare al lato B, dove ci
sarà ancora modo di emozionarsi.
NERO
A META’: MORE BLUES
Si
riparte di slancio con quella che senz’altro è l’incontrastata
hit del disco: la trascinante A me me piace ‘o blues,
che sta a NERO A META’ proprio come Je so’ pazzo stava a
PINO DANIELE. A dispetto del titolo, non si tratta di un blues,
bensì di un irresistibile funky in cui Pino rivendica con
orgoglio la sua irriducibile fede –appunto- nel blues (“…SO’
BLUES E NUN VOGLIO CAGNA’ “), genere che, in virtù della sua
potente espressività, permette di sfogarsi e liberarsi da tutte le
inibizioni. E’ il manifesto programmatico di Pino Daniele (“…SO
CHE NELLA VITA SUONERO’ / PE CHI TENE ‘E COMPLESSI E NUN ‘E
VO’”), più una dichiarazione d’intenti (“E SONO MO”) che
una canzone, in cui il musicista ammette esplicitamente la propria
negritudine (“SAI CHE SO NIRO”). E’ anche l’unico brano di
cui Pino non cura l’arrangiamento, affidato per l’occasione a
Gigi De Rienzo. Partecipa ai cori Enzo Avitabile, altro esponente di
primo piano della nuova scena musicale partenopea, l’artista che è
riuscito a unire con successo tradizione napoletana e world music.
La
pressione scende nella successiva E so’ cuntento ‘e sta’,
la seconda canzone d’amore del disco (dopo Quanno
chiove), in cui Pino manifesta di nuovo una certa apertura
emotiva; un pezzo che non è difficile poter riascoltare alla radio.
Volevate
altro blues? Eccolo: Nun me scoccia’, ironica
esortazione, all’insegna del “RICORDATI CHE DEVI MORIRE” di
troisiana memoria (nel film Non ci resta che piangere), a non
prendersela troppo nella vita (“A CHE SERVE STA’ ACCUSSI’ /
SEMPRE ‘NCAZZATI MA PO’ PE CHI”).
Le
luci si abbassano per Alleria, morbida ballata pianistica –ma
anche il basso è qui ben in evidenza- deliziosamente malinconica, in
cui Pino riflette sul tempo che passa con toni profetici (“PASSA ‘O
TIEMPO E CHE FA / SE LA MIA VOCE CAMBIERA’ ”).
Piazzata
quasi in coda, A testa in giù è tra le canzoni più belle e
significative di un disco in cui comunque è davvero difficile
individuare i “meno” e i “più”, data la sua perfezione. Il
brano è un gioioso funky –impreziosito dai delicati intarsi
fusion del fender rhodes (piano elettrico) di Ernesto
Vitolo- in cui Pino svela l’essenza dell’album (“IL FEELING E’
SICURO / QUELLO NON SE NE VA. LO BUTTI FUORI OGNI MOMENTO / E’
TUTTA LA TUA VITA E SAI / DI ESSERE UN NERO A META’ ”) e, da buon
napoletano, inserisce il secondo riferimento al caffè (“E HAI
VOGLIA DI UN CAFFE’ / CHE TI TIRI UN PO’ PIU’ SU”), dopo
quello contenuto in A me me piace ‘o blues (“A ME ME PIACE
‘O ZUCCHERO CA SCENNE DINTO ‘O CAFE’ “).
Il
delicato compito di concludere il disco è affidato alla quasi
strumentale Sotto ‘o sole, una calda fusion che
profuma proprio di sole, di Mar Mediterraneo e d’estate, un brano
in cui Pino concede un po’ di meritato spazio ai formidabili
musicisti che lo hanno accompagnato in questa straordinaria
avventura: Ernesto Vitolo alle tastiere; Gigi De Rienzo e Aldo
Mercurio al basso; Agostino Marangolo e Mauro Spina alla batteria;
James Senese al sax tenore; Rosario Jermano e Tony Cercola alle
percussioni; Karl Potter alle congas. Da non dimenticare, inoltre, il
contributo del già citato Enzo Avitabile, oltre a quello di Bruno De
Filippi, armonicista in I say i’sto ccà.
NERO
A META’ è dedicato all’amico Mario Musella, cantante ed
ex-leader degli Showmen (gruppo napoletano attivo tra la fine
degli anni ’60 e l’inizio dei ’70), morto prematuramente nel
1979 a soli 34 anni.
EPILOGO
Il
2014 è stato decisamente l'anno di NERO A META': oltre alla
pubblicazione di una Special limited edition a 2CD (ristampa
contenente l’album originale rimasterizzato nel primo disco, e una
raccolta di demo, versioni alternative e due inediti –Tira 'a
carretta e Hotel Regina- nel secondo), si è svolto un
acclamatissimo tour celebrativo della formazione originaria
che, dopo il successo del concerto-evento all'Arena di Verona del
primo settembre, ha deliziato il pubblico di mezza Italia (Conegliano
Veneto, Roma, Bari, Napoli, Milano) con altre sei date a dicembre,
nel corso delle quali sono state riproposte tutte le canzoni del
disco. Un tributo più che meritato per NERO A META', un capolavoro
che si è guadagnato di diritto un “posto al sole” nell'Olimpo
della musica leggera. Certo, vengono i brividi a pensare che Pino sia
riuscito a portare a termine il tour per un pelo: l'ultimo
concerto, quello al Mediolanum Forum di Assago, si è svolto,
infatti, il 22 dicembre, cioè pochi giorni prima della sua
improvvisa scomparsa...
Poi,
chissà: se le cose fossero andate diversamente, forse il “Nero a
metà tour” si sarebbe potuto arricchire di nuove
date, dando la possibilità a tanti altri appassionati -come il
sottoscritto- di partecipare dal vivo a un evento che resterà
invece -ahimé- davvero irripetibile... a volte la realtà condanna i
sogni a rimanere tali...
Francesco
Vignaroli
Cliccate qui per rileggere anche la prima e la seconda parte.
grazie per questi tre pezzi così preziosi, ricchi di storia e passione. Me li stampo e li conservo!
RispondiEliminaPaolo Leone