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09 febbraio, 2015

CON RABBIA E CON AMORE: PINO DANIELE, UN “NERO A META’ " (ultima parte). Di Francesco Vignaroli


Dopo aver ascoltato le prime sei canzoni di NERO A META’, l’album-capolavoro di Pino Daniele, siamo pronti per girare il nostro -sempre immaginario- vinile per passare al lato B, dove ci sarà ancora modo di emozionarsi.

NERO A META’: MORE BLUES


Si riparte di slancio con quella che senz’altro è l’incontrastata hit del disco: la trascinante A me me piace ‘o blues, che sta a NERO A META’ proprio come Je so’ pazzo stava a PINO DANIELE. A dispetto del titolo, non si tratta di un blues, bensì di un irresistibile funky in cui Pino rivendica con orgoglio la sua irriducibile fede –appunto- nel blues (“…SO’ BLUES E NUN VOGLIO CAGNA’ “), genere che, in virtù della sua potente espressività, permette di sfogarsi e liberarsi da tutte le inibizioni. E’ il manifesto programmatico di Pino Daniele (“…SO CHE NELLA VITA SUONERO’ / PE CHI TENE ‘E COMPLESSI E NUN ‘E VO’”), più una dichiarazione d’intenti (“E SONO MO”) che una canzone, in cui il musicista ammette esplicitamente la propria negritudine (“SAI CHE SO NIRO”). E’ anche l’unico brano di cui Pino non cura l’arrangiamento, affidato per l’occasione a Gigi De Rienzo. Partecipa ai cori Enzo Avitabile, altro esponente di primo piano della nuova scena musicale partenopea, l’artista che è riuscito a unire con successo tradizione napoletana e world music.
La pressione scende nella successiva E so’ cuntento ‘e sta’, la seconda canzone d’amore del disco (dopo Quanno chiove), in cui Pino manifesta di nuovo una certa apertura emotiva; un pezzo che non è difficile poter riascoltare alla radio.
Volevate altro blues? Eccolo: Nun me scoccia’, ironica esortazione, all’insegna del “RICORDATI CHE DEVI MORIRE” di troisiana memoria (nel film Non ci resta che piangere), a non prendersela troppo nella vita (“A CHE SERVE STA’ ACCUSSI’ / SEMPRE ‘NCAZZATI MA PO’ PE CHI”).
Le luci si abbassano per Alleria, morbida ballata pianistica –ma anche il basso è qui ben in evidenza- deliziosamente malinconica, in cui Pino riflette sul tempo che passa con toni profetici (“PASSA ‘O TIEMPO E CHE FA / SE LA MIA VOCE CAMBIERA’ ”).
Piazzata quasi in coda, A testa in giù è tra le canzoni più belle e significative di un disco in cui comunque è davvero difficile individuare i “meno” e i “più”, data la sua perfezione. Il brano è un gioioso funky –impreziosito dai delicati intarsi fusion del fender rhodes (piano elettrico) di Ernesto Vitolo- in cui Pino svela l’essenza dell’album (“IL FEELING E’ SICURO / QUELLO NON SE NE VA. LO BUTTI FUORI OGNI MOMENTO / E’ TUTTA LA TUA VITA E SAI / DI ESSERE UN NERO A META’ ”) e, da buon napoletano, inserisce il secondo riferimento al caffè (“E HAI VOGLIA DI UN CAFFE’ / CHE TI TIRI UN PO’ PIU’ SU”), dopo quello contenuto in A me me piace ‘o blues (“A ME ME PIACE ‘O ZUCCHERO CA SCENNE DINTO ‘O CAFE’ “).
Il delicato compito di concludere il disco è affidato alla quasi strumentale Sotto ‘o sole, una calda fusion che profuma proprio di sole, di Mar Mediterraneo e d’estate, un brano in cui Pino concede un po’ di meritato spazio ai formidabili musicisti che lo hanno accompagnato in questa straordinaria avventura: Ernesto Vitolo alle tastiere; Gigi De Rienzo e Aldo Mercurio al basso; Agostino Marangolo e Mauro Spina alla batteria; James Senese al sax tenore; Rosario Jermano e Tony Cercola alle percussioni; Karl Potter alle congas. Da non dimenticare, inoltre, il contributo del già citato Enzo Avitabile, oltre a quello di Bruno De Filippi, armonicista in I say i’sto ccà.

NERO A META’ è dedicato all’amico Mario Musella, cantante ed ex-leader degli Showmen (gruppo napoletano attivo tra la fine degli anni ’60 e l’inizio dei ’70), morto prematuramente nel 1979 a soli 34 anni.

EPILOGO

Il 2014 è stato decisamente l'anno di NERO A META': oltre alla pubblicazione di una Special limited edition a 2CD (ristampa contenente l’album originale rimasterizzato nel primo disco, e una raccolta di demo, versioni alternative e due inediti –Tira 'a carretta e Hotel Regina- nel secondo), si è svolto un acclamatissimo tour celebrativo della formazione originaria che, dopo il successo del concerto-evento all'Arena di Verona del primo settembre, ha deliziato il pubblico di mezza Italia (Conegliano Veneto, Roma, Bari, Napoli, Milano) con altre sei date a dicembre, nel corso delle quali sono state riproposte tutte le canzoni del disco. Un tributo più che meritato per NERO A META', un capolavoro che si è guadagnato di diritto un “posto al sole” nell'Olimpo della musica leggera. Certo, vengono i brividi a pensare che Pino sia riuscito a portare a termine il tour per un pelo: l'ultimo concerto, quello al Mediolanum Forum di Assago, si è svolto, infatti, il 22 dicembre, cioè pochi giorni prima della sua improvvisa scomparsa...
Poi, chissà: se le cose fossero andate diversamente, forse il “Nero a metà tour si sarebbe potuto arricchire di nuove date, dando la possibilità a tanti altri appassionati -come il sottoscritto- di partecipare dal vivo a un evento che resterà invece -ahimé- davvero irripetibile... a volte la realtà condanna i sogni a rimanere tali...

Francesco Vignaroli

Cliccate qui per rileggere anche la prima e la seconda parte.

1 commento:

  1. grazie per questi tre pezzi così preziosi, ricchi di storia e passione. Me li stampo e li conservo!
    Paolo Leone

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