Dal
2008, l’anno della sua formazione il Coro Lirico Siciliano si è
affermato in maniera dirompente nel panorama musicale lirico e
sinfonico della Sicilia, vessillo di professionalità e gusto per
l’arte canora si è distinto in molti contesti nazionali ed
internazionali. Il “Bellini Festival”, l'“Ente Luglio Musicale
Trapanese”, la "Settimana Internazionale di Musica Sacra di
Monreale", la Fondazione “Orchestra Sinfonica Siciliana”, il
“Taormina Arte” e il “Taormina Opera Festival”, e ancora il
Teatro Comunale di Bologna e l’"International Music Festival
di Macau", si tratta di alcune delle esperienze che hanno
contraddistinto l’operato di questo coro privato di professionisti,
che ha visto la luce grazie alla determinazione del soprano Giovanna
Collica, nella veste di Direttore artistico, del controtenore Alberto
Maria Munafò, in quella di Presidente, e del basso Francesco Costa,
Maestro del Coro. A muoverli nel loro lavoro una grande passione ma
soprattutto un grande talento, che gli sono valse collaborazioni con
artisti del calibro di: Daniela Dessì, Gregory Kunde, Fabio
Armiliato, Piero Giuliacci, Clara Polito, Francesco Ellero D'Artegna,
e la direzione di maestri come Steven Mercurio, Peter Tiboris,
Giuliano Carella, Marius Stravinsky, Gianluca Martinenghi e Luiz
Fernando Malheiro. Da poco hanno iniziato una nuova avventura con la
rassegna “In Cordis Jubilo”, che noi del Corriere dello
spettacolo abbiamo seguito per i nostri lettori, e che abbiamo voluto
farci raccontare direttamente dal presidente Munafò e dal maestro
Costa.
Secondo
la vostra opinione che momento sta vivendo, dal punto di vista della
musica classica, la città di Catania?
Catania
è una città molto vivace culturalmente, o per lo meno lo è stato
molto in passato. Ci sono stati momenti storici in cui la città è
stata davvero al centro dell'attenzione europea e mondiale in ambito
culturale e musicale nello specifico. D'altro canto la città ha dato
i natali ad uno dei massimi e più apprezzati operisti della storia
della musica, Vincenzo Bellini e, accanto a lui, più si va a scavare
nel passato, più si trovano compositori di grande pregio del tutto
dimenticati che vanno assolutamente riscoperti e valorizzati. Questo
è uno degli obiettivi che ci siamo prefissi dal primo momento in cui
abbiamo iniziato la nostra attività: accanto alle opere note e di
repertorio, portare alla luce autori e composizioni meno noti che
meritano un posto di rilievo. In questo momento Catania paga più di
altre città la grave crisi sociale, economica, culturale e di valori
che colpisce tutti noi. I teatri cittadini, a iniziare dalla massima
istituzione, faticano a tirare avanti, e forse dovremmo tutti farci
un esame di coscienza in questo senso, a cominciare dagli operatori
culturali e da chi gestisce le strutture e la cosa pubblica. Noi
dal canto nostro, tentiamo di alimentare quel fuoco che all’apparenza
sembra spento ma che in realtà è solo sopito.
Da
cosa nasce l’idea di dedicare un’intera stagione alla musica
concertistica e sinfonica sacra?
In
considerazione del fatto che non intendiamo stare a guardare
mentre la nostra città e il nostro paese in genere cadono sotto i
colpi dell'ignoranza e della cattiva educazione sotto
tutti gli aspetti, da anni ci siamo riproposti di fare
qualcosa attivamente per la città e,
dal fortunato incontro con il sacerdote Massimiliano Parisi, il
progetto coltivato da tempo ha trovato la sua realizzazione. Don
Parisi si è da subito dimostrato
persona e sacerdote di grande sensibilità e competenza, entusiasta
di questa idea, con lui abbiamo
stretto un rapporto di amicizia che va al di là della
collaborazione sic et simpliciter ma si inserisce in un
contesto di comune sensibilità umana e artistica. Entrando alla
Badia di Sant’Agata, gioiello di rara bellezza, chiunque ha la
sensazione che sia un luogo creato anche per questo scopo: un posto
frutto della più pura arte che incontra l'idea classica del
bello, la quale oggi sembra essere caduta nel dimenticatoio.
Un luogo, dicevamo, creato proprio per generare arte. Ringraziamo, a
tal proposito, don Parisi e l'Arcivescovo Monsignor Gristina per
averlo aperto al binomio culto-cultura.
Il
Coro ha presenziato al Pontificale in occasione del passaggio
dell’anello dal sindaco all’Arcivescovo, nel contesto delle
festività agatine, questo a dimostrazione che oltre all’effetto
del pubblico godete anche della stima delle autorità civili e
religiose cittadine. Ci raccontate com’è andata?
Siamo
onorati che dopo alcuni anni di attività a livello regionale,
nazionale e internazionale, siamo riusciti a trovare la
collaborazione e il vivo interesse delle istituzioni
locali. In questo contesto si colloca la partecipazione
straordinaria del Coro Lirico Siciliano al Solenne Pontificale in
Onore a Sant’ Agata per il passaggio del prestigioso anello della
festa e le collaborazioni con il Comune, l'Università, la cattedra
di Musicologia con la prof.ssa Maria Rosa De Luca, il Teatro della
Città, etc. Per noi è stato un onore poter prendere parte a questo
momento importante per la città che segna il principio e l'avvio dei
festeggiamenti di Sant’ Agata, per questo desideriamo ringraziare
don Carmelo Asero, rettore del Santuario di Sant’ Agata al Carcere,
il quale ha voluto invitarci a presenziare a questo evento,
dimostrando una sensibilità alla musica e alla cultura non comune.
Siamo
davvero contenti di aver trovato in città personalità di così alto
spessore umano e culturale che desiderano investire tempo ed energie
nella diffusione del bello e della cultura.
Lei
e il maestro Costa da anni avete intrapreso un percorso che cura
particolarmente l’aspetto filologico, di ricerca e rivalutazione di
autori poco frequentati dai musicisti. Chi sono, quali difficoltà ha
presentato questo lavoro di ricerca e quali sono le peculiarità che
li caratterizzano e per le quali le loro opere hanno meritato di
vedere nuovamente la luce?
L'aspetto
filologico è da sempre un “pallino” della nostra istituzione e,
in particolare, del maestro Costa. Ciò deriva, principalmente,
dall'amore per la musica e per gli autori locali meno noti o,
semplicemente, anche composizioni meno frequentate di autori
noti al grande pubblico che ci ha trasmesso il Direttore Artistico,
Giovanna Collica.
In
questo contesto si inseriscono i lavori di riscoperta di opere di
rarissima o prima esecuzione, come la Zaira di Vincenzo
Bellini di cui la signora Collica fu interprete accanto a Renata
Scotto e a un cast di prim'ordine per il Teatro Bellini di Catania
nel 1976.
Proprio
di Zaira è stata curata una edizione aderente al manoscritto
del Cigno etneo per il Bellini Festival presentata in
occasione dell'apertura del festival di qualche anno fa.
Il
Coro Lirico Siciliano si avvale di un team di validissimi
trascrittori e revisori i cui principali attori sono gli
artisti del coro Daniela Calcamo e Daniele Cannavò. Insieme a loro
abbiamo cercato e scovato questi autentici gioielli, recuperando,
addirittura, lavori mai eseguiti di una bellezza davvero rara e che
presenteremo in anteprima assoluta per i concerti “Agatha
Laetissime” del 2 e 4 febbraio alle ore 19 alla Badia di Sant’
Agata e che abbiamo in parte inciso in un lavoro discografico
dall'omonimo titolo che sarà distribuito con il quotidiano “La
Sicilia” il 5 febbraio. Fanno parte di questa raccolta musicisti
come Francesco Paolo Frontini, Platania,
Branchina, Nicolosi e Licciardello. Si tratta in particolare di
musicisti che si sono occupati della patrona della città e che hanno
scritto un numero non trascurabile di componimenti
prestigiosi. In alcuni casi si tratta di vere e
proprie colonne sonore della
festa popolare tra le cui note è possibile scorgere i momenti
salienti della celebrazione, come ad esempio alcuni passaggi
musicali che ricordano il dondolio delle candelore (‘A
ballata de’ cannalori ndr ). E' stato davvero
interessante scoprire questi lavori di musica popolare dedicati a
Sant’Agata. Le difficoltà sono tante, a cominciare dal fatto che
bisogna fare un grosso lavoro di scrematura sulla base di decine di
archivi, biblioteche, fondi, per andare alla ricerca dei lavori
interessanti e bisogna armarsi di tanta pazienza. Desidero, a tal
proposito, ringraziare don Aleo e il signor Zammataro per la
Biblioteca del Seminario Arcivescovile di Catania e Pietro Rizzo per
il Fondo Frontini.
All’evento
di giorno 4 febbraio parteciperà anche
l'amica e grande attrice Fioretta Mari che ha voluto, insieme
a noi, omaggiare la città e la sua patrona attraverso la lettura e
l’interpretazione degli scritti a lei dedicati da Mario Rapisardi,
Pietro Mobilia e altri.
Laura
Cavallaro
Nessun commento:
Posta un commento