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03 febbraio, 2015

Il Coro Lirico Siciliano. Una realtà creata con talento e passione. Di Laura Cavallaro



Dal 2008, l’anno della sua formazione il Coro Lirico Siciliano si è affermato in maniera dirompente nel panorama musicale lirico e sinfonico della Sicilia, vessillo di professionalità e gusto per l’arte canora si è distinto in molti contesti nazionali ed internazionali. Il “Bellini Festival”, l'“Ente Luglio Musicale Trapanese”, la "Settimana Internazionale di Musica Sacra di Monreale", la Fondazione “Orchestra Sinfonica Siciliana”, il “Taormina Arte” e il “Taormina Opera Festival”, e ancora il Teatro Comunale di Bologna e l’"International Music Festival di Macau", si tratta di alcune delle esperienze che hanno contraddistinto l’operato di questo coro privato di professionisti, che ha visto la luce grazie alla determinazione del soprano Giovanna Collica, nella veste di Direttore artistico, del controtenore Alberto Maria Munafò, in quella di Presidente, e del basso Francesco Costa, Maestro del Coro. A muoverli nel loro lavoro una grande passione ma soprattutto un grande talento, che gli sono valse collaborazioni con artisti del calibro di: Daniela Dessì, Gregory Kunde, Fabio Armiliato, Piero Giuliacci, Clara Polito, Francesco Ellero D'Artegna, e la direzione di maestri come Steven Mercurio, Peter Tiboris, Giuliano Carella, Marius Stravinsky, Gianluca Martinenghi e Luiz Fernando Malheiro. Da poco hanno iniziato una nuova avventura con la rassegna “In Cordis Jubilo”, che noi del Corriere dello spettacolo abbiamo seguito per i nostri lettori, e che abbiamo voluto farci raccontare direttamente dal presidente Munafò e dal maestro Costa.

Secondo la vostra opinione che momento sta vivendo, dal punto di vista della musica classica, la città di Catania?

Catania è una città molto vivace culturalmente, o per lo meno lo è stato molto in passato. Ci sono stati momenti storici in cui la città è stata davvero al centro dell'attenzione europea e mondiale in ambito culturale e musicale nello specifico. D'altro canto la città ha dato i natali ad uno dei massimi e più apprezzati operisti della storia della musica, Vincenzo Bellini e, accanto a lui, più si va a scavare nel passato, più si trovano compositori di grande pregio del tutto dimenticati che vanno assolutamente riscoperti e valorizzati. Questo è uno degli obiettivi che ci siamo prefissi dal primo momento in cui abbiamo iniziato la nostra attività: accanto alle opere note e di repertorio, portare alla luce autori e composizioni meno noti che meritano un posto di rilievo. In questo momento Catania paga più di altre città la grave crisi sociale, economica, culturale e di valori che colpisce tutti noi. I teatri cittadini, a iniziare dalla massima istituzione, faticano a tirare avanti, e forse dovremmo tutti farci un esame di coscienza in questo senso, a cominciare dagli operatori culturali e da chi gestisce le strutture e la cosa pubblica. Noi dal canto nostro, tentiamo di alimentare quel fuoco che all’apparenza sembra spento ma che in realtà è solo sopito.

Da cosa nasce l’idea di dedicare un’intera stagione alla musica concertistica e sinfonica sacra?

In considerazione del fatto che non intendiamo stare a guardare mentre la nostra città e il nostro paese in genere cadono sotto i colpi dell'ignoranza e della cattiva educazione sotto tutti gli aspetti, da anni ci siamo riproposti di fare qualcosa attivamente per la città e, dal fortunato incontro con il sacerdote Massimiliano Parisi, il progetto coltivato da tempo ha trovato la sua realizzazione. Don Parisi si è da subito dimostrato persona e sacerdote di grande sensibilità e competenza, entusiasta di questa idea, con lui abbiamo stretto un rapporto di amicizia che va al di là della collaborazione sic et simpliciter ma si inserisce in un contesto di comune sensibilità umana e artistica. Entrando alla Badia di Sant’Agata, gioiello di rara bellezza, chiunque ha la sensazione che sia un luogo creato anche per questo scopo: un posto frutto della più pura arte che incontra l'idea classica del bello, la quale oggi sembra essere caduta nel dimenticatoio. Un luogo, dicevamo, creato proprio per generare arte. Ringraziamo, a tal proposito, don Parisi e l'Arcivescovo Monsignor Gristina per averlo aperto al binomio culto-cultura.

Il Coro ha presenziato al Pontificale in occasione del passaggio dell’anello dal sindaco all’Arcivescovo, nel contesto delle festività agatine, questo a dimostrazione che oltre all’effetto del pubblico godete anche della stima delle autorità civili e religiose cittadine. Ci raccontate com’è andata?

Siamo onorati che dopo alcuni anni di attività a livello regionale, nazionale e internazionale, siamo riusciti a trovare la collaborazione e il vivo interesse delle istituzioni locali. In questo contesto si colloca la partecipazione straordinaria del Coro Lirico Siciliano al Solenne Pontificale in Onore a Sant’ Agata per il passaggio del prestigioso anello della festa e le collaborazioni con il Comune, l'Università, la cattedra di Musicologia con la prof.ssa Maria Rosa De Luca, il Teatro della Città, etc. Per noi è stato un onore poter prendere parte a questo momento importante per la città che segna il principio e l'avvio dei festeggiamenti di Sant’ Agata, per questo desideriamo ringraziare don Carmelo Asero, rettore del Santuario di Sant’ Agata al Carcere, il quale ha voluto invitarci a presenziare a questo evento, dimostrando una sensibilità alla musica e alla cultura non comune.
Siamo davvero contenti di aver trovato in città personalità di così alto spessore umano e culturale che desiderano investire tempo ed energie nella diffusione del bello e della cultura.

Lei e il maestro Costa da anni avete intrapreso un percorso che cura particolarmente l’aspetto filologico, di ricerca e rivalutazione di autori poco frequentati dai musicisti. Chi sono, quali difficoltà ha presentato questo lavoro di ricerca e quali sono le peculiarità che li caratterizzano e per le quali le loro opere hanno meritato di vedere nuovamente la luce?

L'aspetto filologico è da sempre un “pallino” della nostra istituzione e, in particolare, del maestro Costa. Ciò deriva, principalmente, dall'amore per la musica e per gli autori locali meno noti o, semplicemente, anche composizioni meno frequentate di autori noti al grande pubblico che ci ha trasmesso il Direttore Artistico, Giovanna Collica.
In questo contesto si inseriscono i lavori di riscoperta di opere di rarissima o prima esecuzione, come la Zaira di Vincenzo Bellini di cui la signora Collica fu interprete accanto a Renata Scotto e a un cast di prim'ordine per il Teatro Bellini di Catania nel 1976.
Proprio di Zaira è stata curata una edizione aderente al manoscritto del Cigno etneo per il Bellini Festival presentata in occasione dell'apertura del festival di qualche anno fa.
Il Coro Lirico Siciliano si avvale di un team di validissimi trascrittori e revisori i cui principali attori sono gli artisti del coro Daniela Calcamo e Daniele Cannavò. Insieme a loro abbiamo cercato e scovato questi autentici gioielli, recuperando, addirittura, lavori mai eseguiti di una bellezza davvero rara e che presenteremo in anteprima assoluta per i concerti “Agatha Laetissime” del 2 e 4 febbraio alle ore 19 alla Badia di Sant’ Agata e che abbiamo in parte inciso in un lavoro discografico dall'omonimo titolo che sarà distribuito con il quotidiano “La Sicilia” il 5 febbraio. Fanno parte di questa raccolta musicisti come Francesco Paolo Frontini, Platania, Branchina, Nicolosi e Licciardello. Si tratta in particolare di musicisti che si sono occupati della patrona della città e che hanno scritto un numero non trascurabile di componimenti prestigiosi. In alcuni casi si tratta di vere e proprie colonne sonore della festa popolare tra le cui note è possibile scorgere i momenti salienti della celebrazione, come ad esempio alcuni passaggi musicali che ricordano il dondolio delle candelore (‘A ballata de’ cannalori ndr ). E' stato davvero interessante scoprire questi lavori di musica popolare dedicati a Sant’Agata. Le difficoltà sono tante, a cominciare dal fatto che bisogna fare un grosso lavoro di scrematura sulla base di decine di archivi, biblioteche, fondi, per andare alla ricerca dei lavori interessanti e bisogna armarsi di tanta pazienza. Desidero, a tal proposito, ringraziare don Aleo e il signor Zammataro per la Biblioteca del Seminario Arcivescovile di Catania e Pietro Rizzo per il Fondo Frontini.
All’evento di giorno 4 febbraio parteciperà anche l'amica e grande attrice Fioretta Mari che ha voluto, insieme a noi, omaggiare la città e la sua patrona attraverso la lettura e l’interpretazione degli scritti a lei dedicati da Mario Rapisardi, Pietro Mobilia e altri.


Laura Cavallaro

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