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23 febbraio, 2015

La notte degli Oscar per Birdman: miglior film, migliore regia, migliore sceneggiatura originale e migliore fotografia. Di Sara Bonci


L’EGO DI UN SUPEREROE TRA LE ASSI DI UN PALCOSCENICO

Di critiche e ironiche citazioni al cinema hollywoodiano Birdman è pieno, già dal titolo. Viene immediato il riferimento al Batman di Tim Burton, in cui Michael Keaton incarnava proprio il supereroe dal costume nero. E nell’ultimo film di Alejandro González Iñárritu (regista del capolavoro Babel) Keaton interpreta – non a caso – un attore alla fine della sua carriera che, dopo un successo mondiale nei panni dell’uomo uccello, si dedica al teatro. L’attore statunitense non ha subìto questo triste destino e si dimostra, anzi, un interprete di un calibro impressionante, degno del Golden Globe vinto nel 2014, ma il paragone viene spontaneo. Allo stesso modo non è casuale il fatto che, come Edward Norton si sia rifiutato di prendere parte a The Avengers nei panni di Hulk, ugualmente il suo personaggio, Mike Shiner, viene cacciato da un film per motivi legati al suo carattere aggressivo.




Per Birdman, quindi, potremmo benissimo parlare di cinema nel cinema, ma anche di metateatro. Gli interpreti si trovano, infatti, in un teatro di Broadway e stanno provando un riadattamento curato dallo stesso protagonista Riggan Thomson Di cosa parliamo quando parliamo d’amore di Raymond Carver. Lo spettacolo, però, praticamente non lo vediamo mai. Assistiamo da dietro le quinte, dalla graticcia, dai camerini, dalla strada, ma mai dalla platea. Si spiega la scelta di girare il film in un unico piano sequenza (interrotto solo dalla caduta di una stella cadente e dall’immagine delle meduse in riva al mare all’inizio e alla fine) per dare continuità e fare sentire lo spettatore parte dell’allestimento teatrale. Non è il montaggio, ma il rullo dei tamburi a scansionare il tempo e a ritmare le azioni del protagonista.
Spiegato il titolo, il sottotitolo ci proietta verso “l’imprevedibile virtù”, il potere che diamo all’ignoranza, cioè al mondo dei social network, in grado di innalzare o distruggere la carriera di uomo. L’universo di internet è a confronto con quello dei giornali (rappresentato dalla critica del New York Times), a cui viene sì dato peso, ma che è destinato a diventare carta straccia che il giorno dopo viene usata per incartare il pesce.


Sara Bonci

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