Roma,
Teatro Quarticciolo (Via Ostuni, 8) 21 e 22 febbraio 2015
Il
connubio artistico tra Giuseppe Manfridi, uno dei più importanti
drammaturghi contemporanei, e Paolo Triestino, attore di consolidato
e costante successo nei teatri di tutta Italia, senza preferenze
geografiche di sorta, continua felicemente a sorprendere. Grazie ad
un magico equilibrio tra i testi del primo, ormai riconosciuto come
il padre del “teatro dell’eccesso” per la ricchezza ridondante
della sua scrittura ed il lavoro sapiente, da grande teatrante, del
secondo, atto a tramutarne in scena godibile l’effluvio
inarrestabile di parole, concetti e deviazioni di cultura classica,
le due serate al Teatro Quarticciolo del 21 e 22 febbraio, sede della
prima nazionale di Real Madrid Roma 1 – 2, sono state senza dubbio
un grande successo. Come sempre, il calcio, la singola partita, pur
essendo centrali nei testi di Manfridi, offono innumerevoli spunti di
riflessione. In questo caso il tema su cui disserta la pièce è la
grandezza, quella accessibile all’uomo, che non lo fa sentire
microscopico.
Una grandezza da poter ammirare, di fronte alla quale sentirsi adeguati. Un’opera d’arte, un monumento, uno stadio. Una squadra di calcio universalmente riconosciuta “galattica. Un’ideale, un concetto che possa essere raggiunto, o almeno sfiorato. Un’immaginaria Moby Dick con cui stabilire un contatto. Cacciatori e prede della stessa. Noi tutti, come Achab, alla ricerca e contemporaneamente inseguiti da un ideale di grandezza. Seppur “affamati di normalità”, sospinti dall'inerzia della vita, anche quando la grandezza è nefasta, assassina, percorriamo il cammino del trapasso, come nel tunnel che dagli spogliatoi porta al campo di gioco. A volte senza accorgerci delle fessure che separano un'epoca da un'altra. Una vita prima e un'altra dopo....come parlare di una partita vinta il 5 marzo 2008 ma avendo in testa quella persa..in quell'11 settembre 2001. Sette anni di distanza, in cui abbiamo saltato una di quelle fessure e niente è come prima. Dove la terra di mezzo può diventare momentaneamente un ascensore di un lussuoso albergo de Il Cairo, in cui due giovani vacanzieri ignorano la grandezza del male che sta spezzando un’epoca.
Una grandezza da poter ammirare, di fronte alla quale sentirsi adeguati. Un’opera d’arte, un monumento, uno stadio. Una squadra di calcio universalmente riconosciuta “galattica. Un’ideale, un concetto che possa essere raggiunto, o almeno sfiorato. Un’immaginaria Moby Dick con cui stabilire un contatto. Cacciatori e prede della stessa. Noi tutti, come Achab, alla ricerca e contemporaneamente inseguiti da un ideale di grandezza. Seppur “affamati di normalità”, sospinti dall'inerzia della vita, anche quando la grandezza è nefasta, assassina, percorriamo il cammino del trapasso, come nel tunnel che dagli spogliatoi porta al campo di gioco. A volte senza accorgerci delle fessure che separano un'epoca da un'altra. Una vita prima e un'altra dopo....come parlare di una partita vinta il 5 marzo 2008 ma avendo in testa quella persa..in quell'11 settembre 2001. Sette anni di distanza, in cui abbiamo saltato una di quelle fessure e niente è come prima. Dove la terra di mezzo può diventare momentaneamente un ascensore di un lussuoso albergo de Il Cairo, in cui due giovani vacanzieri ignorano la grandezza del male che sta spezzando un’epoca.
Tutto
questo e molto altro ancora, veramente affascinante, in Real Madrid
Roma. Paolo Triestino riesce, con una
prova d’attore di grande difficoltà, a rendere efficacemente
l’ironia, l’epos e il pathos dell’autore con la giusta,
esperta leggerezza. Con una
scenografia semplice (di Francesco Montanaro) che si rivelerà
estremamente funzionale e suggestiva, con la garanzia delle luci di
Marco Laudando e con proiezioni di brevi e divertentissimi video di
uno pseudo inviato speciale sui luoghi del racconto (Ariele
Vincenti), lo spettacolo si avvale di un ritmo sostenutissimo che
riesce a catalizzare l’attenzione, anche di chi il calcio non sa
nemmeno cosa sia. Impresa non scontata quando si ha a che fare coi
testi di Manfridi. Del resto, qui non si tratta tanto di “fedi
calcistiche”, quanto di far teatro. Quello visto in queste prime
due serate ne ha tutti i crismi e non potrà che crescere col tempo.
Paolo
Leone
Neraonda
Teatro presenta: Real Madrid Roma 1 – 2 di Giuseppe Manfridi.
Diretto
e interpretato da Paolo Triestino. In video: Ariele Vincenti; Scena
di Francesco Montanaro; Luci di Marco Laudando; MontaggioVideo di
Davide Maria Marucci e Patrizio Trecca; Aiuto regia: Gaspare Di
Stefano; Assistente alla regia: Carlo Bernardini; Foto di scena:
Cecilia Triestino. Distribuzione Razmataz Spettacoli.
Si
ringrazia l’ufficio stampa del Teatro Quarticciolo nella persona di
Carla Fabi
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