Cortona, Cinema Teatro Signorelli. 20-22 febbraio 2015
filosofia originaria, basata sulla trasversalità e sulla contaminazione dei generi. E’ in quest’ottica che va considerata, come più che pertinente, la partecipazione di due artisti poliedrici e uomini di cultura a tutto tondo quali Roberto Vecchioni ed Enrico Ruggeri, cantautori sì, ma anche scrittori, e quindi pienamente “in tema” con lo spirito multiculturale e “pluralista” della manifestazione.
A
salire sul palco del Teatro Signorelli per la serata inaugurale di
questa “Winter Edition” è stato il “professor” Vecchioni,
con lo spettacolo RACCONTI E CANZONI CONTRO IL BUIO, nel corso del
quale ha alternato la lettura di passi scelti del suo nuovo romanzo,
Il mercante di luce, all’esecuzione di alcune delle sue canzoni più
importanti. Ispirato dall’atmosfera intima e accogliente del Teatro
Signorelli, gremito in ogni ordine di posto, e dal calore del
pubblico –verso il quale ha detto di provare “EMPATIA”-
Vecchioni, tra un pezzo e l’altro, non si è limitato alla
promozione del libro, approfittandone invece per raccontarsi con
ironia e complicità: la passione di tutta una vita (divenuta poi
anche un lavoro) per il greco, ribadita con la suggestiva lettura di
un frammento della poetessa Saffo, ma anche le vicissitudini
esistenziali, la clamorosa vittoria a Sanremo…
Tra la manciata di canzoni che l’artista, in buona forma, ha offerto al pubblico con il semplice accompagnamento di un chitarrista, cito almeno l’acclamatissima e inevitabile Luci a San Siro, la toccante Chiamami ancora amore –con la quale ha sbancato a Sanremo 2011-, l’emblematica Sogna ragazzo sogna, la Vincent dedicata a Van Gogh, che ha chiuso la serata, e Le lettere d’amore (il bis), una delle canzoni più rappresentative della commistione tra musica e letteratura (in questo caso Pessoa) che caratterizza buona parte della produzione di Vecchioni, specchio fedele della sua duplice natura artistica di cantautore/letterato.
Tra la manciata di canzoni che l’artista, in buona forma, ha offerto al pubblico con il semplice accompagnamento di un chitarrista, cito almeno l’acclamatissima e inevitabile Luci a San Siro, la toccante Chiamami ancora amore –con la quale ha sbancato a Sanremo 2011-, l’emblematica Sogna ragazzo sogna, la Vincent dedicata a Van Gogh, che ha chiuso la serata, e Le lettere d’amore (il bis), una delle canzoni più rappresentative della commistione tra musica e letteratura (in questo caso Pessoa) che caratterizza buona parte della produzione di Vecchioni, specchio fedele della sua duplice natura artistica di cantautore/letterato.
L’improvviso
forfait di Gino Paoli –che avrebbe dovuto esibirsi in coppia col
pianista Danilo Rea- ha fatto sì che, grazie alla prontezza di
riflessi e all’acume degli organizzatori dell’evento, la serata
di chiusura del “MIX” sia stata affidata ad un altro
cantautore/scrittore milanese il cui eclettismo si sposa alla
perfezione con l’orientamento artistico della manifestazione
cortonese: Enrico Ruggeri. Per certi aspetti, questo secondo incontro
TRA MUSICA E PAROLE (come recitava la locandina dell’evento) si è
svolto in modo analogo al primo: reduce dalla pubblicazione del suo
nuovo romanzo –il giallo La brutta estate- anche Ruggeri, come già
Vecchioni, ha proposto alcuni suoi successi inframmezzandoli con
brevi commenti sul libro che, complici le ficcanti domande del
giornalista (e grande fan, presumo, a giudicare dal trasporto con cui
ha accompagnato le esecuzioni del cantante, “recitando” i testi a
memoria) Tommaso Baroncelli, sono scivolati pian piano verso
riflessioni a trecentosessanta gradi e ricordi personali. Sollecitato
dall’intervistatore, Ruggeri ha rievocato la sua partecipazione
–nelle vesti di giudice- al programma televisivo “X-Factor”, ha
giustificato con una logica implacabile la sua fede calcistica
nell’Inter (per tutti i “calciofili” in ascolto: il giocatore
nerazzurro che più gli è rimasto nel cuore è…Paul Ince!!!) ed ha
pure tirato fuori dagli archivi della memoria un curioso aneddoto
risalente ai tempi dei Decibel (1977), il gruppo in cui ha mosso i
primi passi nel mondo della musica. C’è stato spazio per
affrontare anche altri argomenti, come la sua formazione letteraria
(vorace lettore fin da piccolo, ha una predilezione per gli autori
russi), l’ambizioso album concept FRANKENSTEIN –che lui stesso ha
definito il suo disco migliore- ispirato all’omonimo libro di Mary
Shelley e pubblicato nel 2013 (ma rifatto l’anno successivo in
versione “2.0”!), e il suo attuale programma radiofonico “Il
falco e il gabbiano” (in onda su RADIO 24 dal lunedì al venerdì
con orario 15:30 – 16:30, ve lo consiglio).
Veniamo
alla musica: accompagnato dal fedele tastierista Fabrizio Palermo,
Ruggeri ha eseguito alcuni dei suoi successi (rispetto a Vecchioni,
nella scelta dei brani è andato più sul sicuro) con voce sicura e
notevole pathos. Inizio sul velluto, con la celeberrima Il mare
d’inverno, forse la sua canzone più bella, donata in un primo
tempo a Loredana Berté (1983) e poi incisa in proprio l’anno
successivo (nel disco PRESENTE); un altro gradito recupero d’annata
(1986), con la suggestiva Il portiere di notte, cui ha fatto seguito
la recentissima Tre signori (dedicata a Gaber, Jannacci e Faletti),
presentata a Sanremo 2015, dove Ruggeri ha partecipato come ospite;
sempre da Sanremo proviene l’originale Primavera a Sarajevo (2002),
pezzo di chiara ispirazione musicale balcanica nato in seguito a un
viaggio in Bosnia, sul quale il cantante si è soffermato brevemente.
Altra perla di cui si è riappropriato, dopo averla scritta per
Fiorella Mannoia, è la splendida Quello che le donne non dicono,
canzone che, almeno in teoria (come l’autore stesso ha ironicamente
tenuto a precisare), dimostra un’invidiabile conoscenza
dell’universo femminile. E ancora: Peter Pan (dall’omonimo album
del 1991), Contessa (il primo successo di Ruggeri, direttamente dal
repertorio dei Decibel) e, per finire, come bis -ironicamente
annunciato, saltando così la solita trafila costituita da uscita
dell’artista, attesa della chiamata del pubblico, ecc…-
l’orecchiabile Mistero, che gli è valsa la vittoria al Festival di
Sanremo nel 1993... Se ci avete fatto caso, in questi tre giorni
Cortona ha avuto l’onore di ospitare due tra i vincitori meno
“sanremesi” (e questo, per come la vedo io, è un gran
complimento!) del Festival… davvero niente male!
Messa
dunque in archivio (eh, sì: il tempo scorre inesorabile!) questa
edizione invernale numero uno del “CORTONA MIX FESTIVAL”, sento
di poter chiudere con un laconico “BUONA LA PRIMA!”.
Francesco
Vignaroli
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