In
occasione del debutto del musical Diva abbiamo incontrato i
protagonisti, molto noti al grande pubblico per le loro apparizioni
televisive: Lorenza Mario e Max Cavallari, uno dei due Fichi
d’India. Li andiamo a trovare nei camerini del Teatro della
Luna ad Assago, appena fuori Milano, prima dello spettacolo.
Insolito
vedere Max Cavallari da solo, senza l’amico-socio-fico Bruno Arena:
dal 1989 sono i Fichi d’India. Inconfondibile con la zazzera
bionda completamente in piedi, già truccato per il suo personaggio,
ci racconta di questa sua esperienza teatrale.
E’
una commedia musicale: mi piace chiamarla così perché il Primo Atto
è molto musical, il Secondo molto più prosa. Interpreto Renée,
l’assistente-confidente di Annabel, l’anima del Diva: un
gay innamorato, che ama molto ma soffre anche molto per i problemi
degli altri, e nonostante tutto trasmette gioia. Alla fine sarà lui
a spiegare cosa siano davvero amore e valori. E’ uno spettacolo
fatto con amore, autobiografico.
Ho
dedicato Da Soli Mai, la mia canzone del Secondo Atto, al mio
socio, Bruno: dopo venticinque anni di lavoro insieme, un sodalizio
unico e solo la malattia ci ha diviso. Era presente alla prima, e non
sapevo che sarebbe venuto, me l’hanno tenuto nascosto per farmi una
sorpresa: mi ha applaudito picchiettando con le dita di una mano
sulla guancia, non riesce ad applaudire normalmente… Un’emozione
indescrivibile, quando sono sceso e sono andato ad abbracciarlo…
A
proposito, come sta? Come spesso accade, si ha la notizia ma poi non
seguono aggiornamenti.
Meglio.
Migliora piano piano… Certo sono cose lunghe. E’ in cura
all’ospedale di San Donato, dove c’è anche Lamberto Sposini.
Temevo all’inizio potesse cadere nella depressione, dopo una vita
frenetica e sempre in movimento, lasciarsi andare… Invece sta
reagendo e ne sono felicissimo.
Chi
è Renée, il tuo personaggio, per Max Cavallari?
Non
ho preso spunti da altri od altro per interpretarlo. E’ un gay
creato da me stesso, ci ho messo molto del mio. Ho fatto anche un
grosso lavoro sulla parte attoriale, anche perché è bello azzardare
cose nuove, diverse da quello che si è abituati a fare. Ogni volta
che salgo sul palco provo grandi emozioni… Come se fosse la prima
volta! E’ la mia prima esperienza in questo tipo di spettacolo,
dopo venticinque anni di Fichi: ora sono un “fico” più
maturo, e il teatro permette di andare avanti, di vivere. Non si può
fare il comico tutta la vita… Ormai poi ci sono troppi programmi
comici che non fanno assolutamente spettacolo. Mancano le scenette,
nessuno più si avvicina all’avanspettacolo. Non c’è più nulla
di nuovo. Ormai dopo quattro ore che guardo la televisione… La
accendo!
Come
ti sei trovato a lavorare con Lorenza Mario?
Benissimo,
abbiamo un feeling incredibile, ci capiamo al volo. Per vincere
bisogna essere una squadra, si vince insieme, si vince se si resta
uniti.
Lontana
ormai da anni dalla televisione, Lorenza Mario è più bella ed in
forma che mai. Danzatrice di solida formazione classica e
contemporanea, dopo un inizio in una compagnia di danza e poi in
teatro, debutta in televisione nel 1992 e ci rimane fino al 1999:
Acqua Calda, Il Grande Gioco dell’Oca, Buona Domenica, Re Per
Una Notte, Fantastica Italiana, Rose Rosse del Bagaglino,
Domenica In. Dopo quest’ultima, una carriera a tutto teatro
fra prosa, musical e danza. Su tutti, Tributo a George Gershwin
con Christian De Sica e Manuel Frattini e Chicago dove è
Velma Kelly, senza far assolutamente rimpiangere Catherine
Zeta-Jones, anzi. Ora è Annabel, la responsabile del Diva, a
volte autoritaria ma affezionatissima al suo locale ed alle persone
che ci lavorano. Una dura dal cuore tenero.
Sempre
uguale, dal sorriso aperto e dolce, in fase di preparazione, ci
racconta la sua Annabel.
Lorenza,
dalla televisione al musical.
Vero.
Tributo a George Gershwin è stato il mio primo spettacolo
arrivato in un momento in cui stavo facendo televisione. Il teatro è
un sogno per una ballerina; ma non posso dire che la televisione non
mi manchi. Mi trovo molto a mio agio sul palco, ma la televisione mi
ha insegnato tantissimo: davanti ad una telecamera sei assolutamente
in vista, non puoi permetterti errori… Soprattutto in una diretta.
Il
musical quindi ora è parte di te.
Il
musical richiede una formazione completa: danza, canto e recitazione.
Ho iniziato a studiare danza da bambina; per il canto, ho avuto mia
madre che ha sempre cantato a me ed alle mie sorelle quando eravamo
piccole; io stessa cantavo nel coro della chiesa… Ho anche uno zio
che dirige un coro alpino! La recitazione è arrivata per ultima, ma
ho avuto la fortuna di affiancare dei mostri sacri come Christian De
Sica, Luca Barbareschi, Pippo Franco, Leo Gullotta…
Chi
è Annabel per Lorenza?
Ho
letto il copione e mi è piaciuta moltissimo: un personaggio
stravagante, dalla personalità forte, controcorrente, che punta
all’interiorità. In questo spettacolo si affrontano temi sociali
molto d’attualità e molto discussi: l’omosessualità, le madri
singles, le gravidanze inaspettate… Il regista, Renato Giordano, è
stato bravissimo a guardare alla persona, senza alcun pregiudizio!
Tocca temi scottanti con molta maestria. Annabel si batte come un
leone per sua figlia, anche se… Beh, c’è un colpo di scena che
non vi svelo!
Uno
spettacolo su…
Sul
rispetto. Innanzi tutto sul rispetto. Rispetto per l’amore,
l’amicizia, la diversità. Diva è sinonimo delle persone
che hanno il coraggio di vivere i propri sentimenti e la propria vita
fino in fondo.
Curata
da Chiara Pedretti
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