Da
qualche mese appare, nelle sale della penisola un film che non lascia
indifferenti e, anzi, induce il pubblico a prender posizione. “Il
segreto di Italia” si ispira ad un episodio storico avvenuto alla
fine della seconda guerra mondiale a Codevigo, paese veneto in
provincia di Padova e che per decenni è stato lasciato ai margini
della Storia.
Anche
altrove si è voluto approfittare del caos, generato dal vuoto di
potere, per attuare delle rese dei conti che andavano oltre la sete
di giustizia: sono situazioni che si ripetono costanti, alla fine dei
conflitti. A Codevigo il numero delle vittime superò di parecchio il
centinaio di persone. Rastrellate anche nei paesi vicini avrebbero
dovuto essere trasferite altrove per affrontare un regolare processo,
ma vennero invece eliminate, spesso anche brutalmente, poco dopo
l’arresto. In quei tempi confusi, fascisti ed ex fascisti si
trovavano un po’ da ambo le parti e molte erano le persone che
avevano aderito al regime per vivere senza problemi, ma che di
politica poco si interessavano. È questo che emerge ne “Il Segreto
di Italia” diretto da Antonello Belluco. Fin dalle prime proiezioni
ha suscitato innumerevoli polemiche a causa di un soggetto
indubbiamente scomodo, che potrebbe essere invece occasione per
affrontare finalmente le ombre che gravitano intorno a quel periodo
difficile e doloroso, che ci appartiene, e con il quale dobbiamo
avere il coraggio di fare i conti.
Sarebbe
forse utile approfittare di narrazioni come questa per riflettere su
quanto possa essere facile abbassare la guardia e lasciare che gli
istinti di vendetta, i rancori repressi, gli sgarbi subiti portino a
scatenare la ferocia negli esseri umani; per domandarsi di quanta
fatica ci voglia invece per restare retti e fedeli ai propri principi
di giustizia quando i propri compagni e alleati si lasciano andare a
soddisfare gli impulsi più indegni. Quando si è vincitori può
accadere a chiunque di lasciarsi prendere la mano e chi vi si oppone
è spesso lasciato da solo, rischia di venir emarginato o, magari,
passa per traditore. Ci vuole molto coraggio per riuscire a reggere
simili pressioni e, spesso, una volta tornati alla normalità, queste
persone, veri eroi, restano nell’ombra e vengono dimenticati.
Ci
sarebbe allora da domandarsi cos’è che spinge tanti a cercare di
boicottare questo film, oggi, quali nervi scoperti continui a
sollecitare ancora oggi, a distanza di quasi settant’anni. Sembra
che si sia dimenticato come discutere senza accanirsi contro
l’avversario, a rispettare l’umanità dell’altro pur non
condividendone il pensiero, a provare a superare i pregiudizi per
riuscire a comprendere meglio il passato per imparare finalmente a
non ripetere gli stessi identici errori. O che, incapaci di prendere
sulle spalle il senso di responsabilità verso le proprie azioni, si
cerchi di far risorgere le ideologie date per spacciate perché è
molto più difficile vivere in loro assenza o trovare ad esse
un’alternativa che sia sufficientemente rassicurante.
Paola
Pini
- DATA
USCITA: 20 novembre 2014
- GENERE:
Drammatico
- ANNO:
2014
- REGIA:
Antonello
Belluco
- SOGGETTO
E SCENEGGIATURA:
Antonello
Belluco e Gerardo Fontana
- ATTORI:
Romina
Power, Gloria
Rizzato, Giovanni Capalbo, Fabrizio Romagnoli, Maria Vittoria
Casarotti Todeschini, Alberto Vetri, Elisabetta De Gasperi, Monica
Garavello, Andrea Pergolesi, Valerio Mazzucato, Amedeo Gagliardi
- FOTOGRAFIA:
Giovanni
Andreotta
- MONTAGGIO:
Antonello
Belluco
- MUSICHE:
Paolo
Agostini
- SCENOGRAFIA: Virginia
Vianello
- COSTUMI: Romilda Zaccaria e
Caterina Pavan
- PRODUZIONE:
Eriadorfilm
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