19 marzo, 2015

“Into the wild world” – quelli che cercano. Il viaggio, la vita. Di Paolo Leone


Roma, Teatro Lo Spazio (via Locri 42). Dal 17 al 22 marzo 2015

Nelle terre estreme, il titolo del libro di Jon Krakauer, si materializza tra gli inquietanti vicoli dove è situato il Teatro Lo Spazio di Roma, trincea culturale di una parte di città dimenticata eppure non periferica. Gli spazi sterminati della natura selvaggia, metafora di una ricerca esistenziale necessaria per capire e capirsi, prendono forma grazie ad un curioso esperimento ideato e messo in scena da Riccardo Mei, voce storica di tanti documentari sulla natura della tv italiana. Into the wild, che rimanda d’istinto al meraviglioso film di Sean Penn, è pretesto, avvio e conclusione di un viaggio immaginario di cui Mei diventa garbato ed entusiasta accompagnatore. La vera storia di Cristopher Mc Candless, prologo e finale del percorso sul palcoscenico, nella voce, nei racconti e nelle canzoni eseguite dal protagonista e dai suoi musicisti, diventa (proprio come nel film) spunto di innumerevoli riflessioni.
A volte anche troppe, quasi perdendosi nelle mille sfumature offerte da un tema così complesso. Ma la cosa che più colpisce di questo spettacolo è il genuino entusiasmo del suo autore. Si vede, si sente, ne è quasi travolto Mei, mentre passa da una breve recitazione ad una lettura, dall’analisi dei rapporti genitori – figli, causa di tanti malesseri, all’importanza della lettura e della cultura per intraprendere qualsiasi viaggio, dentro e fuori di noi. I libri, sono il viaggio. Quel viaggio che, simbolo della ricerca interiore, ci viene proposto come raramente accade. Figlio di una “rete” invisibile, frutto dell’immaginazione stimolata da tanti autori letterari citati nel corso del recital, una “rete” che si auto genera tra sogno, letteratura, cinema, teatro. In un ciclo infinito. Canta le emozioni, e lo fa molto bene, con le splendide canzoni di Eddie Vedder composte per il film, ci parla delle relazioni umane (è quello, il vero mondo selvaggio) e delle problematiche del rapporto uomo – natura coi brani di Cat Stevens. Cita Thoreau, London, Bonatti, Conrad, Tolstoj, Rodari, Gaber, dando voce e origine al bisogno di ricerca e di libertà dell’uomo, oggi relegato ad “essere comprante” anziché al suo ruolo di “essere pensante”. Un grido di libertà questo spettacolo, un battito d’ali quasi disperato ma incoraggiante a riappropriarci della nostra identità. Liberi dai falsi bisogni. La consapevolezza sarebbe già un grande passo avanti. Per non arrivare agli ultimi giorni scoprendo di non aver vissuto.

Into the wild world – quelli che cercano è uno spettacolo che, con un ulteriore intervento registico potrebbe diventare, da gradevole, memorabile. Del resto, uno show è come un viaggio. In continua evoluzione, cercando di avvicinarsi alla perfezione, alla verità. Quella raggiunta da Mc Candless, che non ha avuto la fortuna di poterla raccontare direttamente, ma che in qualche modo è arrivata fino a noi. Merito di chi ha saputo dare continuità a quella rete tessuta di sogno, arte ed emozioni. Riccardo Mei offre il suo contributo ed il suo entusiasmo a questa causa.

Paolo Leone



Spettacolo multimediale scritto e diretto da Riccardo Mei.
Con Riccardo Mei (recitazione, canto, flauto, sax, ukulele); Maurizio Loffredo alla chitarra; Cinzia Gizzi al pianoforte; Maurizio Meo al contrabbasso; Ivo Parlati alla batteria.
Video realizzati da Sergio Vecia e Chiara Cetorelli. Foto di natura di Barbara Dall’Angelo.


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