Milano,
Teatro Out-Off. Dal 18 febbraio all'8 marzo 2015
Si
sono concluse domenica scorsa le repliche milanesi di Mozart e
Salieri.
Il
regista Alberto Oliva ha allestito sul palco del Teatro Out-Off
l’atto unico di Aleksandr Puškin che, nel 1984, Milos Forman portò
sul grande schermo, nell’indimenticabile film Amadeus.
L’opera
di Puškin e il suo adattamento cinematografico sposano la tesi della
morte per avvelenamento di W. A. Mozart da parte di Antonio Salieri.
Una teoria che sfiora il falso storico: l’inarrivabile maestria di
Mozart suscitò sicuramente l’invidia di molti, tra cui quella di
Salieri, ma probabilmente non al punto da spingere il musicista
italiano ad un gesto omicida. Una leggenda nera, alimentata dalla
misteriosa morte di Mozart, ha però cristallizzato le figure dei due
musicisti in una vicenda che intreccia arte, passione e morte e che
pone grandi quesiti. Da dove nasce l’ispirazione? La creatività è
frutto di una scintilla divina? Lo studio e la disciplina sono
sufficienti a creare un genio?
Una
possibile risposta è nel dramma in cui si dibatte Salieri,
abbastanza dotato da saper riconoscere l’assoluta genialità di
Mozart, ma non così tanto da poter competere con il rivale. L’attore
Mino Manni, interprete di Salieri, conferisce al personaggio una
dimensione ieratica, severa, oscura e tormentata. Gli fa da
controcanto un Mozart vitale e nevrotico, interpretato da Davide
Lorenzo Palla.
Nella
scenografia di Francesca Barattini, pendono, appesi al soffitto,
cinque grandi pentagrammi, sui quali Mozart, in estasi creativa,
compone le melodie de Il flauto magico. Ma subito l’atmosfera
si tinge di colori cupi: il Flauto cede il passo al Requiem
e i riferimenti massonici dell’opera sfociano in un oscuro
rituale di cui Salieri è il sinistro officiante.
L’allestimento
di Alberto Oliva, che si avvale anche dei costumi di Marco Ferrara e
delle musiche originali di Ivan Bert, resiste alla tentazione di fare
una trasposizione teatrale di Amadeus: il film di Forman
parlava al cuore degli spettatori, lo spettacolo di Oliva parla alla
loro testa. L’emozione scarseggia, abbondano le riflessioni.
Mettendo
uno di fronte all’altro i due grandi musicisti, Oliva mette in
scena l’eterno scontro tra genio assoluto e talento mediocre. La
passione artistica brucia in entrambi i personaggi, ma in Salieri
brucia anche l’invidia: un’invidia che lo porta a lanciare la sua
sfida al Cielo e a trovare la grandezza, a lungo inseguita, solo in
un atto di distruzione.
Greta
Salvi
da
Aleksandr Puškin
adattamento
di Alberto Oliva e Mino Manni
regia
Alberto Oliva
con
Mino Manni, Davide Lorenzo Palla
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