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14 marzo, 2015

“Mozart e Salieri”. Puškin per Alberto Oliva. Di Greta Salvi


Milano, Teatro Out-Off. Dal 18 febbraio all'8 marzo 2015

Si sono concluse domenica scorsa le repliche milanesi di Mozart e Salieri.
Il regista Alberto Oliva ha allestito sul palco del Teatro Out-Off l’atto unico di Aleksandr Puškin che, nel 1984, Milos Forman portò sul grande schermo, nell’indimenticabile film Amadeus.
L’opera di Puškin e il suo adattamento cinematografico sposano la tesi della morte per avvelenamento di W. A. Mozart da parte di Antonio Salieri. Una teoria che sfiora il falso storico: l’inarrivabile maestria di Mozart suscitò sicuramente l’invidia di molti, tra cui quella di Salieri, ma probabilmente non al punto da spingere il musicista italiano ad un gesto omicida. Una leggenda nera, alimentata dalla misteriosa morte di Mozart, ha però cristallizzato le figure dei due musicisti in una vicenda che intreccia arte, passione e morte e che pone grandi quesiti. Da dove nasce l’ispirazione? La creatività è frutto di una scintilla divina? Lo studio e la disciplina sono sufficienti a creare un genio?
Una possibile risposta è nel dramma in cui si dibatte Salieri, abbastanza dotato da saper riconoscere l’assoluta genialità di Mozart, ma non così tanto da poter competere con il rivale. L’attore Mino Manni, interprete di Salieri, conferisce al personaggio una dimensione ieratica, severa, oscura e tormentata. Gli fa da controcanto un Mozart vitale e nevrotico, interpretato da Davide Lorenzo Palla.
Nella scenografia di Francesca Barattini, pendono, appesi al soffitto, cinque grandi pentagrammi, sui quali Mozart, in estasi creativa, compone le melodie de Il flauto magico. Ma subito l’atmosfera si tinge di colori cupi: il Flauto cede il passo al Requiem e i riferimenti massonici dell’opera sfociano in un oscuro rituale di cui Salieri è il sinistro officiante.
L’allestimento di Alberto Oliva, che si avvale anche dei costumi di Marco Ferrara e delle musiche originali di Ivan Bert, resiste alla tentazione di fare una trasposizione teatrale di Amadeus: il film di Forman parlava al cuore degli spettatori, lo spettacolo di Oliva parla alla loro testa. L’emozione scarseggia, abbondano le riflessioni.
Mettendo uno di fronte all’altro i due grandi musicisti, Oliva mette in scena l’eterno scontro tra genio assoluto e talento mediocre. La passione artistica brucia in entrambi i personaggi, ma in Salieri brucia anche l’invidia: un’invidia che lo porta a lanciare la sua sfida al Cielo e a trovare la grandezza, a lungo inseguita, solo in un atto di distruzione.

Greta Salvi


da Aleksandr Puškin
adattamento di Alberto Oliva e Mino Manni
regia Alberto Oliva
con  Mino Manni, Davide Lorenzo Palla


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