Roma,
Teatro Brancaccino (via Mecenate 2). Dal 22 al 24 aprile 2015
Nel
più gretto provincialismo, circondato da figure tristi nell’animo,
pronte ad etichettare, ad insultare, ad emarginare, vive il piccolo
Rocco Fiorella, simbolo di una diversità tanto temuta quanto
respinta, fino alle estreme conseguenze del confinamento in un
istituto per “ritardati mentali”. Un cliché purtroppo non
limitato all’ipotetico paesino tratteggiato dalla straordinaria
Alessandra Mortelliti nel suo emozionante monologo “Famosa”, in
scena al Teatro Brancaccino dal 22 al 24 aprile. Ci sono spettacoli
capaci di emozionare profondamente in poco meno di un’ora, che
sfuggono talvolta nel marasma di una città come Roma, ma che quando
se ne ripresenta l’occasione vanno visti assolutamente. Famosa è
una storia drammatica ma interpretata con la leggerezza di una
farfalla, costruita con pochissimi oggetti di scena, due sedie,
un tavolino, una lampada ed una coperta. Ma a riempire il
palcoscenico ci pensa la minuta Mortelliti, con la sua espressività,
con la sua presenza scenica e soprattutto con la sua mimica facciale
accurata e lo slang simil-ciociaro del suo tenero personaggio.
Nel sogno di diventare famosa e di superare “l’erroro” genitale, la vita di Rocco si consuma davanti allo schermo della tv, guardando “la mediaset” della De Filippi(s), provando improbabili balletti in camera, fino al giorno in cui fugge di nascosto verso le audizioni a Cinecittà. Li, in un grottesco provino, si scontrerà con un mondo spietato, pur non essendo quello il suo piccolo paese “merdoso”, che si farà beffe dei suoi sogni e del suo entusiasmo. E in quel momento la platea assume le sembianze della Magnani che guarda sua figlia negli stessi studi, nel film “Bellissima” e il doloroso imbarazzo è lo stesso.
Nel sogno di diventare famosa e di superare “l’erroro” genitale, la vita di Rocco si consuma davanti allo schermo della tv, guardando “la mediaset” della De Filippi(s), provando improbabili balletti in camera, fino al giorno in cui fugge di nascosto verso le audizioni a Cinecittà. Li, in un grottesco provino, si scontrerà con un mondo spietato, pur non essendo quello il suo piccolo paese “merdoso”, che si farà beffe dei suoi sogni e del suo entusiasmo. E in quel momento la platea assume le sembianze della Magnani che guarda sua figlia negli stessi studi, nel film “Bellissima” e il doloroso imbarazzo è lo stesso.
Ma per il piccolo Rocco, quella giornata sarà
l’inizio della caduta nel precipizio. Ingenuamente inconsapevole,
sarà travolto dalla squallida ricerca di sesso a pagamento prima,
alla stazione, e da quella del padre imbestialito poi, una volta
tornato a casa. In un ultimo, disperato tentativo di affermazione
della propria identità, sarà definitivamente umiliato da tutto il
paese. Nonostante tutte le cattiverie, continuerà a sognare le sue
“arti artistiche”, le parrucche “divine”, e le canzoni
“discotecate” di Lady Gaga e una chiamata della De Filippi(s),
abbandonato in un istituto di igiene mentale. Lui si, raggio di
colore in quel mondo grigio e freddo.
Il
monologo di Alessandra Mortelliti (bellissimi anche la regia e
l’uso delle luci), il cui testo a ben ragione è giunto finalista
al Premio Letterario “Per voce sola” 2010, è uno dei più
belli ed emozionanti visti in questa stagione teatrale. Una vera
chicca, da non perdere.
Paolo
Leone
Produzione
Associazione Culturale 15 Lune presenta:
Famosa,
di e con Alessandra Mortelliti
Supervisione
alla regia di Rocco Mortelliti; Luci di Luigi Biondi; Musiche di
Paola Ghigo.
Con
il patrocinio di MIT – Movimento Identità Transessuale.
Finalista
concorso letterario “Per voce sola 2010”
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