Perugia, Sala dei Notari, sabato 18 aprile 2015
“Il
Buono e il cattivo della radio”, questo il titolo dell’incontro
che ha messo amichevolmente a confronto, nell’ambito della nona
edizione del Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, due
tra i più noti e apprezzati conduttori radiofonici italiani: il
capitano di lungo corso Linus (che l’anno prossimo festeggerà i
suoi primi 40 anni di carriera), direttore artistico di Radio Deejay
nonché conduttore della trasmissione Deejay
chiama Italia,
e l’indomabile Giuseppe Cruciani, signore e padrone de La
Zanzara (Radio
24), forse il programma radiofonico di maggior successo –
sicuramente il più discusso- degli ultimi anni. Se avete un minimo
di familiarità con i due personaggi, caratterizzati da personalità
e stile conduttivo letteralmente antitetici, non credo che vi risulti
difficile capire chi tra i due sia il “buono” e chi il “cattivo”…
nel caso in cui, invece, tale distinzione non vi sia chiara, provate
ad ascoltare i due programmi…
Due
modi molto diversi di fare radio, ma entrambi di successo: da un lato
(così vi aiuto un po’) il garbato intrattenimento mattutino di
Deejay
chiama Italia,
programma che mescola notizie, musica, approfondimenti legati
all’attualità e interviste con personaggi noti e meno noti,
provenienti dagli ambiti più disparati (musica, cinema, letteratura,
sport…); dall’altro, il linguaggio politicamente scorretto, i
temi controversi, le provocazioni e la spregiudicatezza de La
Zanzara,
la trasmissione che ha aperto una clamorosa breccia di sguaiataggine
trash
(roba
che a Radio 105 non sognano nemmeno!) nella sobria Radio24. Se il
primo è un programma che, in qualche modo, unisce idealmente gli
ascoltatori di tutta l’Italia, il secondo sembra essere nato
apposta per dividere. L’approccio brusco e volutamente arrogante
–fino a sfociare nella maleducazione- di Cruciani, che non di rado
prende a pesci in faccia (ricambiato) gli ascoltatori, oltre al modo
di trattare i principali temi dell’attualità politica –un misto
di cinismo, paradossi, grottesco, comicità e follia, grazie anche
all’apporto degli ospiti freak
chiamati
a dar man forte- che finisce spesso per dare all’ascoltatore
l’impressione (esatta, peraltro…) di avere assistito a due ore
circa di nulla (dal quale, però, non riesce a staccarsi!), fanno sì
che, senza mezzi termini, La
Zanzara suddivida
il pubblico in due fazioni contrapposte. Da un lato, gli entusiasti,
cioè quelli che la amano per i suoi eccessi e per la sua pazzia, e
dall’altro coloro che, al contrario, considerano il programma come
l’equivalente radiofonico dell’onnipresente spazzatura
televisiva, ossia come una prova tangibile della “decadenza morale”
della radio.
Nel
corso di questa chiacchierata, svoltasi nell’eccezionale cornice
della splendida Sala dei Notari (una gioia per gli occhi!) del
Palazzo dei Priori, i due hanno messo a confronto le rispettive
esperienze professionali, affrontando temi interessantissimi per
tutti gli amanti della radio che provano il desiderio di sbirciare
dietro le quinte, per cercare di capire davvero COME si fa la radio.
Si è dunque parlato di questioni specifiche, come il modo di
impostare il programma (scaletta, argomenti da trattare…), le
relazioni con l’editore, i margini di libertà artistica, i compiti
e le responsabilità di un direttore artistico (nel caso di Linus),
il rapporto umano e professionale con i rispettivi co-conduttori
(Nicola Savino per Linus e l’impagabile David Parenzo per
Cruciani), il paragone tra il panorama radiofonico italiano e quello
internazionale, i progetti futuri, le prospettive della radio…
Com’era forse prevedibile, data la sua consueta affabilità e
semplicità, Linus si è dimostrato più efficace e comunicativo nel
raccontarsi rispetto al “rivale” Cruciani (molto più
“personaggio” che “persona”, in confronto al primo), che ha
saputo comunque difendersi, mostrando il suo lato più “umano”
con inattesa disponibilità.
Un
incontro imperdibile per tutti quelli che ritengono l’intrattenimento
radiofonico come un’alternativa valida, se non migliore (ed è il
mio caso), rispetto a quello televisivo.
Francesco
Vignaroli
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