Roma. Teatro Ambra alla
Garbatella (piazza Giovanni da Triora 15) fino al 10 maggio 2015
Cercate un testo
provocatorio, spiazzante, politicamente scorrettissimo, spregevole, appunto,
come il personaggio che gli da vita? Al Teatro Ambra alla Garbatella, fino al
10 maggio, potrete trovarlo. Spregevole
è il delirio, incoffessabilmente condivisibile in più momenti, di un uomo solo,
stanco di far finta di niente, che non ne può più di sottacere una quotidianità
dilaniata dall’ipocrisia, dal bon ton, dal “si fa così”, da clichè. Un viaggio senza ritorno, sembra, nel buio
della coscienza. Quella che “tutti hanno a posto” e che lui non vuole
“mettere da nessuna parte”. Quella coscienza che nasconde un segreto, figlio
dell’acido corrosivo che scorre nelle sue vene, e che si rivelerà solo negli
istanti finali del monologo. Spregevoli anche quelli. In bilico tra le sue
esternazioni ciniche e le Scritture, in un tourbillon di minacce sacre e
profane, l’uomo sembra aver perso tutto, e con disperata ironia quasi cerca un
senso a ciò che, nella sua mente, non lo ha più. E’ davvero, come suggerito, un
“rosario della rabbia”. Sgranato sino all’ultimo, ce n’è per tutti.
Insofferente, caustico, violento. La disperazione e il cinismo col sorriso
sulle labbra, una colpa redimibile (?) soltanto accettando il conto che la
vita, in risposta al suo livore, gli presenterà.
Il
testo di Dario D’Amato non è facile da ascoltare senza reazioni. Positive o
negative che siano. L’interpretazione di Edoardo Pesce, talmente in parte da
risultare fastidioso (in questa occasione è un complimento), riesce a
trasmettere pienamente il senso del titolo della pièce
senza perdere mai quel cinico e amaro disincanto disegnato dalla penna
dell’autore. Bravissimo. Anche quando si sorride, è incancellabile il disagio,
che raggiunge l’apice proprio nel finale, molto più spiazzante di tutto il
resto. Se l’intento era quello, missione compiuta. Può sorgere qualche
perplessità proprio sugli ultimi minuti, forse eccessivi nella situazione
rappresentata così brutalmente. Ma poi rileggi il titolo e tutto è nella norma.
Discutibile, ma
consigliabile.
Paolo
Leone
“Spregevole”, di Dario D’Amato. Con Edoardo
Pesce.
Regia di Gabriele Galli.
Aiuto regia: Vanina Marini; Scenografia: Katia Titolo; Disegno luci: Fabrizio
Accettulli; Electronic re-mix: Christos Kyriacoullis; Supervisione luci e
fonica: Stefano Blasi. Ufficio Stampa: Elisabetta Castiglioni
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