09 giugno, 2015

"Il suffit de passer le pont", una canzone di amore contro le barriere sociali. Di Giuseppe Sanfilippo



Georges Brassens

Georges Brassens, come ogni artista che si rispetti, disegna nelle sue opere i suoi sentimenti, il proprio tempo e la cultura, dove egli è cresciuto e vissuto; le proprie credenze etiche morali, i modi di fare della propria generazione e naturalmente la propria visione e concezione del mondo e delle cose. Nella sua canzone “Il suffit de passer le pont (basta attraversare il ponte) l’autore fa comprendere di trovarsi in un luogo di campagna, in cui trova la ragzza di cui è innamorato e che desidera; la vuole portare a visitare la natura, come se le volesse far conoscere qualcosa che la sua lei non conosce; ma allo stesso tempo le fa comprendere che vuole fare l’amore con lei e quindi la invita a concedersi a lui in modo cordiale,  sapendo anche che lei acconsente, ma c’è qualcosa che le impedisce di lasciarsi andare; probabilmente questa mancata libertà è riferita al contesto etico, morale - religioso, poiché si fa accenni del peccato, dell’inferno, la festa delle palme… e quindi raffigura un tempo in cui erano importanti per stare insieme alla propria donna il matrimonio, il consenso della famiglia di lei e soprattutto il non peccare prima del matrimonio. Brassens fa riferimento al suono delle campane e dice di aver corrotto il campanaro, quindi indica un tempo molto lontano da noi, in cui il campanaro assumeva il ruolo di chi doveva suonare le campane, in un contesto in cui viene corrotto per suonare, come se questo suono voglia simbolizzare la voglia di urlare tutto l’amore che l’autore prova per la sua amata; l’autore la invita a togliersi entrambi gli zoccoli e le galosce, e quindi correre come dei bambini, “pimpanti, pimpanti” liberi attraversando un ponte; lo stesso che porta lontani da tutti, là dove non c’è nessuno che può impedire ad entrambi di amarsi o di iniziare la propria avventura, che non sarà passeggerà, poiché l’autore dichiara chiaramente di essere innamorato di lei, che nel regno dei fiori è una primula, uno dei primi fiori che spuntano a primavera, lo stesso che in questo testo simboleggia il primo amore; un grande amore, che non è un papavero, fiore che simboleggia una consolazione verso qualcosa che manca e nemmeno un'orchidea, fiore che simbolizza la sessualità e riferita quindi a una passione corrisposta. Qui emerge la figura di un uomo molto delicato nel suo dichiarasi alla sua amata, che le fa comprendere che non vede in lei una donna solo bella fisicamente e nemmeno una donna che lo attrae solamente da un punto di vista sessuale; si tratta di un amore vero, proprio quello che di un uomo che vuole prendersi cura di lei, averla nella sua vita, ballare con lei la tarantella; la coppia è felice in un paesaggio in cui lo stesso autore dice alla propria lei che è la gioia più grande della sua vita ed è proprio lei che rende la sua esistenza una bella avventura. Il testo si chiude sostenendo che “nessuno può impedire loro di amarsi”, perché il loro amore è indistruttibile.

Una poesia quella di Brassens, molto bella, romantica e che ci fa ripensare alla Sicilia di un tempo, dell’epoca delle famose fuitine siciliane, ossia scappatelle d’amore di una coppia che voleva stare insieme, ma che non aveva il consenso delle famiglie e che di conseguenza era costretta a scappare, perché dopo la fuitina nessuno poteva più separarla, proprio come afferma Brassens nel suo testo. 


Giuseppe Sanfilippo  



Il suffit de passer le pont,

C'est tout de suite l'aventure!

Laisse-moi tenir ton jupon,

J't'emmèn' visiter la nature!

L'herbe est douce à Pâques fleuri's...

Jetons mes sabots, tes galoches,

Et, légers comme des cabris,

Courons après les sons de cloches!

Din din don! les matines sonnent

En l'honneur de notre bonheur,

Ding ding dong! faut l'dire à personne:

J'ai graissé la patte au sonneur.

 

Laisse-moi tenir ton jupon,

Courons, guilleret, guillerette,

Il suffit de passer le pont,

Et c'est le royaum' des fleurettes...

Entre tout's les bell's que voici,

Je devin' cell' que tu préfères...

C'est pas l'coqu'licot, Dieu merci!

Ni l'coucou, mais la primevère.

J'en vois un' blotti' sous les feuilles,

Elle est en velours comm' tes jou's.

 

 

Fais le guet pendant qu'je la cueille:

"Je n'ai jamais aimé que vous!"

 

Il suffit de trois petits bonds,

C'est tout de suit' la tarantelle,

Laisse-moi tenir ton jupon,

J'saurai ménager tes dentelles...

J'ai graissé la patte au berger

Pour lui fair' jouer une aubade.

Lors, ma mi', sans croire au danger,

Faisons mille et une gambades,

Ton pied frappe et frappe la mousse...

Si l'chardon s'y pique dedans,

Ne pleure pas, ma mi' qui souffre:

Je te l'enlève avec les dents!

 

On n'a plus rien à se cacher,

On peut s'aimer comm' bon nous semble,

Et tant mieux si c'est un péché:

Nous irons en enfer ensemble!

Il suffit de passer le pont,

Laisse-moi tenir ton jupon!

Il suffit de passer le pont,

Laisse-moi tenir ton jupon!







Traduzione:

 

 

Il suffit de passer le pont (Basta attraversare il ponte)


Basta attraversare il ponte,
è tutta dopo l'avventura!
Lasciami tenere la tua sottoveste,
ti porto a visitare la natura!
L'erba é dolce il giorno delle palme...
Gettiamo i miei zoccoli, le tue galosce
E, leggeri come dei bambini,
Corriamo dietro i suoni delle campane!
Ding din don! Non bisogna dirlo a nessuno:
Ho corrotto il campanaro.
Lasciami tenere la tua sottoveste,
Corriamo, pimpanti, pimpanti,
Basta attraversare il ponte
Ed ecco il regno dei fiorellini...
Tra tutti quelli più belli che ci sono qui,
Indovino quello che preferisci...
Non è il papavero, grazie Dio!
Nemmeno l'Orchidea, ma la Primula
Ne vedo un pò sotto le foglie
è di velluto come le tue guance.
Fa la guardia mentre gli raccolgo:
Non ho amato che Voi!
Bastano tre piccoli salti,
e subito balliamo la tarantella,
Lasciami tenere la tua sottoveste,
Saprò occuparmi del tuo pizzo...
Ho corrotto il locandiere
Per fargli recitare un'albata.
Poi, mia cara, senza credere al pericolo,
Facciamo mille e una capriola,
Il tuo piede batte e batte la schiuma...
Se ti buchi con il cardo
Non piangere, mia cara che soffre:
Te la (spina) tolgo con i denti
Non si ha più niente da nascondere,
Ci possiamo amare come più ci piace,
E anche meglio se è una peccato:
Andremo all'inferno assieme!
Basta attraversare il ponte
Lasciami tenere la tua sottoveste
Basta attraversare il ponte


Lasciami tenere la tua sottoveste.

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