Napoli,
Castel Sant'Elmo, Vico S. Elmo. 8, 8 e 9 giugno 2015
Nell'ambito dell'ottava edizione del Napoli
Teatro Festival Italia, l'8 ed il 9 giugno 2015 è andato in scena, all'interno
dei meravigliosi spazi del Castel Sant'Elmo, Russia, lo spettacolo che affianca alla danza contemporanea,
letteratura, cinema e fotografia per delineare l'immagine comunemente diffusa
della Russia anni ottanta di regime sovietico.
Presentata da La Veronal, la giovane
compagnia catalana di formazione artistica multidisciplinare fondata nel 2005
dal coreografo e regista Marcos Morau, la pièce
appartiene ad un progetto creativo che indaga sulla possibilità di
instaurare analogie tra danza e geografia. Appartengono a questo filone, altri
titoli più recenti firmati da Morau come ad esempio Siena e Portland del 2013
ed Islandia del 2012.
Marcos Morau si forma come drammaturgo e
fotografo e solamente in anni più recenti si affaccia al mondo della coreografia
collaborando con prestigiose compagnie internazionali del balletto
contemporaneo quali il Nederlands Dans Theater, lo Scapino Ballet e la stessa
Compañia Nacìonal de Danza. Il suo intento è quello di condurre il teatro ad un
livello più alto di comunicazione, rielaborando nuovi codici espressivi in
seguito alla commistione di differenti linguaggi artistici.
Sulla base di questa “missione” Russia si presenta al pubblico come un road movie danzato, un lavoro che
utilizza l'estetica del modo cinematografico di Hollywood, unita agli aspetti
tipici del thriller narrativo.
Sul palcoscenico padroneggia una berlina
rosso fuoco che è il fulcro della vicenda, la quale vede un gruppo di ragazzi
(gli otto performer della compagnia) in viaggio verso il lago Bajkal, fra le
gelide e immense lande siberiane, meta che però non raggiungeranno mai. Il
disegno coreografico eseguito dai danzatori, fatto di diagonali, incroci, cambi
di angolazione, camminate ─ il tutto diretto dal talento coreografico di Morau ─
si sviluppa proprio intorno a quest'auto, sfruttandone appunto gli spazi
esterni ma anche l'abitacolo: il veicolo diventa un luogo di riparo dal freddo
e dalla neve, dai pericoli notturni, un ambiente di condivisione in cui si
sviluppano scontri relazionali.
Le capacità attoriali dei danzatori sono
indiscusse e l'uso della voce durante la recitazione spicca come elemento
suggestivo e di impatto dato che sul palco sono installati dei microfoni che
amplificano e fanno eco a tutto ciò che accade come se davvero i protagonisti
fossero sulle vette innevate della Siberia.
Un vero e proprio set cinematografico quindi
l'allestimento scenografico che fa da cornice alla bravura del La Veronal, la
quale sfoggia sicuramente un alto livello tecnico per quanto riguarda la danza (le
danzatrici sono dotate di incredibile elasticità, fluidità e tenuta muscolare)
ed i duetti inseriti nel tessuto coreografico si presentano come rapidissimi
incroci di gambe e braccia, tutti eseguiti completamente ancorati al suolo
creando talvolta degli stop raggelanti come se fossero immortalati
dall'obiettivo di una fotocamera. C'è da dire che la ricerca e l'esplorazione
di un movimento qualitativamente astratto è certamente interessante e personale
─ il coreografo ispanico destruttura e rielabora il codice ballettistico per
essere adattarlo alla commistione di più discipline artistiche ─ ma spesso
grava su tutta la rappresentazione per l'eccessiva ripetizione di assoli che
sostanzialmente consistono in un gioco di articolazioni e contorsionismo.
Contribuisce a creare un atmosfera romanzata
ed intrisa di enigma, la presenza sul fondo di uno schermo, il quale traduce a
mo' di sottotitolo una voce narrante fuori campo. La suspance è alta specialmente in questi momenti e si carica di un
forte senso oppressivo, forse claustrofobico, che preannuncia scene di tensione
accompagnate da sottofondi sonori assordanti e arrangiati su musiche di
Tchaikovsky e Stravinsky: la colonna sonora di un film in stile Hitchcock con un
pizzico di humor!
E parlando di humor, non mancano gag
sarcastiche che alleggeriscono la complessità della drammaturgia, poiché
quest'ultima sostanzialmente mette in scena il paesaggio mentale ed emotivo del
gruppo di viaggiatori più che quello topografico della Siberia, rendendo la
fruizione dello spettacolo impegnativa e a tratti difficile.
Russia è una creazione che
segue la scia dell'anticonformismo e della sperimentazione propria delle nuove
tendenze del teatro contemporaneo, un lavoro che nonostante alcuni aspetti
strutturali poco chiari, risulta essere un prodotto originale e differente.
Andrea
Arionte
RUSSIA
regia Marcos Morau
coreografia Marcos Morau (in collaborazione con gli interpreti)
interpreti Tanya Beyeler, Cristina Goñi, Anna Hierro, Ariadna Montfort, Lorena Nogal, Manuel Rodríguez, Marina Rodríguez, Sau-Ching Wong
testo e drammaturgia Carmina S. Belda, Pablo Gisbert – El conde de torrefiel
coreografia Marcos Morau (in collaborazione con gli interpreti)
interpreti Tanya Beyeler, Cristina Goñi, Anna Hierro, Ariadna Montfort, Lorena Nogal, Manuel Rodríguez, Marina Rodríguez, Sau-Ching Wong
testo e drammaturgia Carmina S. Belda, Pablo Gisbert – El conde de torrefiel
scene La Veronal
luci Enric Planas
musiche originali North Howling
costumi Mariana Rocha
produzione La Veronal
luci Enric Planas
musiche originali North Howling
costumi Mariana Rocha
produzione La Veronal
coproduzione
Mercat de Les Flors, Centre d’Arts Escèniques de Reus
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