Piccolo Teatro Grassi, Milano. Domenica 26 luglio 2015
Una regia che non
convince fino in fondo, che rimane alla superficie, senza entrare nelle viscere
della storia, affidata totalmente alla recitazione dei protagonisti che ce la
raccontano in dialetto siciliano ma il cui svolgimento, legame tra i
personaggi, ambientazione e tempo rimangono un po’ oscuri, distanti e
inafferrabili.
Vedere uno spettacolo
con soprattitoli è già una fatica, ma comunque si fa molto volentieri anche se,
a mio parere, se una storia è ben scritta, ben recitata e ben diretta, dovrebbe
essere chiara ugualmente, qualunque sia la lingua in cui è raccontata. Anche se
questo, mi è sembrato di capire, era più un testo poetico, difficilmente
drammatizzabile e infatti si sente lo sforzo del regista.
Quest’opera inedita,
ma non tutto ciò che è inedito è completamente valido, lascia un po’ a metà le
nostre aspettative. Leggendo la descrizione, ci saremmo aspettati un mondo più
carnale, più legato alle atmosfere dei mercati, dei rioni, dei poveracci, con
suoni, voci, lamenti, grida, i sonori delle vite alla deriva. L’unico suono che si sente è una specie di
cinguettio, forse una cicala? Non è chiaro e non ha nessun impatto sulla
storia.
Sono fantasmi quei
due derelitti che sembrano a un certo punto due amanti, in quella che presumiamo
sia una taverna, che però non è vissuta, ma rimane fredda e incompleta, come se
fosse una taverna qualsiasi?
Molto bravi gli
attori: Imparato, che si aggira come un manichino senza spina dorsale, sembra
che debba cadere da un momento all’altro sotto il peso dei racconti e Pizzillo,
che incarna un personaggio ibrido, malinconico, border-line.
Un’opera di cui
captiamo la poetica e le parole forti e strazianti, che però non sono
altrettanto espresse dalla messa in scena.
E così la Sicilia
chiude la settimana di TRAMEDAUTORE, giunta alla sua quindicesima edizione e
dedicata a sei regioni d'Italia. Un viaggio itinerante che è partito dalla
Campania e poi è risalito al Nord e poi, passando per il Centro, si è concluso
in Trinacria. Abbiamo assistito a testi forti, interessanti, divertenti,
originali, tante sorprese da parte di giovani drammaturghi e interpreti.
Allora grazie ancora
ad Angela Calicchio e Tatiana Olear e a tutto lo staff di OUTIS, Centro
Nazionale di Drammaturgia Contemporanea, per l’impegno e la passione che hanno
dedicato all'organizzazione di questo
festival che ha reso l’estate milanese un po’ più bella e un po' più
ricca.
Daria
D.
Regia di Matteo Bavera
Con Melino Imparato e
Salvatore Pizzillo
Produzione Teatro Garibaldi
alla Kalsa, Palermo
Tramedautore XV Festival
Internazionale del Teatro della Regioni
Piccolo Teatro Grassi, Milano,
26 luglio 2015
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