Siracusa, Teatro
Greco. 4/10/18/25 Luglio 2015
Dopo il successo
dello scorso anno torna il Festival Euro Mediterraneo, ideato e diretto da
Enrico Castiglione, nello spettacolare scenario del Teatro Greco di Siracusa.
A inaugurare la stagione Norma di Vincenzo Bellini, autore caro a Castiglione
che firma oltre alla regia anche la scenografia dello spettacolo. L’impianto
scenico è un chiaro riferimento al sito neolitico di Stonehenge, composto da un
semicerchio di grossi blocchi di pietra al cui centro è eretto un altare.Il
fatto di prediligere l’essenzialità all’eccesso risulta vincente perché la
scelta è in tema con la tradizione e con lo stesso libretto e oltretuttole
belle luci contribuiscono a creare quell’atmosfera astrale che l’opera stessa
racconta.Il regista, mancando un golfo mistico, ha scelto di disporre
l’Orchestra sinfonica Bellini Opera Festivaldavanti al palcoscenico facendola
diventare parte fondante dello spettacolo.
La compagine musicale è stata diretta con energia dal maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli, il quale nonostante la giovane età ha mostrato un piglio sicuro e deciso. Non sono mancati passaggi in cui il tempo appariva eccessivamente dilatato, tuttavia la sua direzione si è sviluppata attorno al concetto di leggerezza della sonorità.La parola d’ordine per i costumi di Sonia Cammarata è stata semplicità, sinonimo di eleganza.La costumista ha preferito uno stacco netto fra tinte neutre come il grigiodegli abiti diClotilde e di Adalgisa nel primo atto e tintepiù decise come le tonalità della terra usate per il coro, per Pollione e Oroveso. Il marrone e il ruggine nell’abito di Adalgisa nel secondo atto e una punta di rosso per quello di Norma hanno completato la tavolozza cromatica. Norma è un ruolo molto difficile da affrontare sia dal punto di vista interpretativo che tecnico. Ricordiamo che la stessa Giuditta Pasta trovò così tante difficoltà ad approcciarvisi, da costringere Bellini all’ultimo a cambiarne la tonalità.Il soprano quindi si trova a dover fare i conti con frasi lunghe, che richiedono uguaglianza di emissione e colore, e allo stesso tempo a dover sviluppare un personaggio sfaccettato e controcorrente. La difficoltà maggiore sta nel saper dosare il ruolo pubblico di sacerdotessa, con quello privato di figlia, madre ed amante appassionata. Norma ha abdicato al suo ruolo di vestale quando è venuta meno al voto di castità e ha scelto l’amore per uno straniero. Le tematiche sono dunque molteplici, non mancano neppure i rimandi alla tragedia greca e al concetto di catarsi, infatti dal momento in cui si auto-accusa innesca un processo purificativo. Il tema celtico-barbarico aveva colpito il romantico Bellini, il quale ispirandosi a Le martyrs di Chateaubriand, alla Medea di Cherubini, La Vestale di Spontini e sopra tutti la tragedia Norma ou l’enfanticide di Alexandre Soumet, realizzò un’opera fuori dagli schemi classici. Il compositore eliminò alla fine del primo atto il concertato con coro introducendo al suo posto un terzetto, allo stesso modo tolse nel finale l’aria della primadonna e il tema, particolarmente in voga della pazzia. Chiara Taigi, nelle vesti di Norma, ci ha dato l’impressione di aver cantato inizialmente con frenesia mentre nel secondo atto in maniera più ieratica, invertendo,a nostro parere,l’espressione dei sentimenti del suo personaggio.
La compagine musicale è stata diretta con energia dal maestro Jacopo Sipari di Pescasseroli, il quale nonostante la giovane età ha mostrato un piglio sicuro e deciso. Non sono mancati passaggi in cui il tempo appariva eccessivamente dilatato, tuttavia la sua direzione si è sviluppata attorno al concetto di leggerezza della sonorità.La parola d’ordine per i costumi di Sonia Cammarata è stata semplicità, sinonimo di eleganza.La costumista ha preferito uno stacco netto fra tinte neutre come il grigiodegli abiti diClotilde e di Adalgisa nel primo atto e tintepiù decise come le tonalità della terra usate per il coro, per Pollione e Oroveso. Il marrone e il ruggine nell’abito di Adalgisa nel secondo atto e una punta di rosso per quello di Norma hanno completato la tavolozza cromatica. Norma è un ruolo molto difficile da affrontare sia dal punto di vista interpretativo che tecnico. Ricordiamo che la stessa Giuditta Pasta trovò così tante difficoltà ad approcciarvisi, da costringere Bellini all’ultimo a cambiarne la tonalità.Il soprano quindi si trova a dover fare i conti con frasi lunghe, che richiedono uguaglianza di emissione e colore, e allo stesso tempo a dover sviluppare un personaggio sfaccettato e controcorrente. La difficoltà maggiore sta nel saper dosare il ruolo pubblico di sacerdotessa, con quello privato di figlia, madre ed amante appassionata. Norma ha abdicato al suo ruolo di vestale quando è venuta meno al voto di castità e ha scelto l’amore per uno straniero. Le tematiche sono dunque molteplici, non mancano neppure i rimandi alla tragedia greca e al concetto di catarsi, infatti dal momento in cui si auto-accusa innesca un processo purificativo. Il tema celtico-barbarico aveva colpito il romantico Bellini, il quale ispirandosi a Le martyrs di Chateaubriand, alla Medea di Cherubini, La Vestale di Spontini e sopra tutti la tragedia Norma ou l’enfanticide di Alexandre Soumet, realizzò un’opera fuori dagli schemi classici. Il compositore eliminò alla fine del primo atto il concertato con coro introducendo al suo posto un terzetto, allo stesso modo tolse nel finale l’aria della primadonna e il tema, particolarmente in voga della pazzia. Chiara Taigi, nelle vesti di Norma, ci ha dato l’impressione di aver cantato inizialmente con frenesia mentre nel secondo atto in maniera più ieratica, invertendo,a nostro parere,l’espressione dei sentimenti del suo personaggio.
Non sono tuttavia
mancati momenti toccanti, ben affrontati dalla Taigi, come inDeh! con te, con
te li prendiquando Norma si mostra una madre tenera ed amorevole con i figli,
mettendo in luce una grande sensibilità e ponendo l’accento su un punto
decisivo nel libretto di Felice Romani. Un timbro gradevole nel registro
centrale che tuttavia lascia spazio negli acuti a disomogeneità del suono, si è
percepito in qualche passaggio della cavatina Casta diva, o nei duetti Sola,
furtiva, al tempio e In mia man alfin tu sei.Degno contraltare è stata
Adalgisa, Adriana Damato, la quale ha portato in scena una donna di
temperamento, ecclissando chiunque altrocon acuti sicuri, un registro corposo e
un’ottima stabilità della voce. Discreta anche Anna Consolaro nei panni di
Clotilde. Buona presenza
scenica per il basso Josè Antonio Garcia, un imponente Oroveso, mentre il
timbro di Giuseppe Di Stefano c’è parso poco incisivo, a tratti acerbo. Il Coro
Lirico Siciliano, guidato da Francesco Costa, è stato la vera colonna portante
della seratadistinguendosi come sempre per il suono pulito e agile, una buona
intonazione, un sincronismo ritmico senza esitazioni e un rispetto filologico
dello spartito. Abbiamo lasciato
per ultimo Piero Giuliacci perché la sua versione di Pollione ci ha leggermente
spiazzato. Conoscendo la sua fama non ci siamo spiegati come nella cavatina
Meco all'altar di Venere e nel duetto Và, crudele, al Dio spietatoabbia potuto
produrre un suono così malfermo, spesso calante, lasciando sbigottito anche lo
spettatore più distratto. Eppure non ci sono obiezioni da muovere né alla
dizione, inappuntabile, né al volume della voce. Probabilmente è più adatto ad
altro tipo di repertorio oppure il cantare all’aperto, con l’orchestra così
lontana e in più utilizzando il microfono potrebbe non averlo aiutato ad
affrontare con serenità lo spettacolo. Applausi alla fine anche se, come alla
prima scaligera del 1831, non proprio un trionfo. Allora lo spettacolo recuperò
consenso nelle repliche successive. Ci auguriamo lo stesso anche per questa
Norma siracusana.
Laura Cavallaro
Norma
opera
in due atti di Vincenzo Bellini
Norma Chiara Taigi
Pollione
Piero Giuliacci
Adalgisa Adriana Damato
Oroveso Josè Antonio Garcia
Flavio Giuseppe Di StefanoClotildeAnna Consolaro
Coro Lirico Sicilianodiretto daFrancesco
Costa
Orchestra
Sinfonica Bellini Opera Festival Direttore d’orchestra Jacopo Sipari di
Pescasseroli Regia e scene Enrico CastiglioneCostumi Sonia Cammarata
Co-produzione Festival Euro Mediterraneo, Festival Belliniano/Settima
edizione
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