Festival dei 2Mondi,
Spoleto. 27 giugno/11 luglio 2015
L’eco
della morte ti sussurra all’orecchio, l’immagine delle lapide del cimitero ti
si impregna nella testa. Una ricerca quella di Giancarlo Sepe assolutamente
legata allo spazio scenico e agli inquietanti luoghi che lo circondano. Non a
caso la Chiesa di San Salvatore di Spoleto, dove è andato in scena il suo
spettacolo presentato quest’anno al Festival dei 2Mondi, si trova vicino a un
cimitero. Non a caso, tra tutti i racconti raccolti in “The Dubliners” di James
Joyce, la scelta è ricaduta proprio su “Ivy day” (“Il giorno dell’edera”) e “The
Dead” (“I morti”).
Onnipresente
questa morte che si muove tra le lunghe navate della Chiesa, nella densa nebbia
che offusca gli occhi di tutti i non-personaggi. Anime perse, schiave della
propria cultura, della propria vita politica e religiosa, anime consapevoli di
essere vittime della propria paralisi morale, anime che vogliono scappare verso
una vita di speranza, ma la cui fuga è sempre destinata a fallire.
L’immobilità
della prima scena diventa desiderio di ribellione, il tavolo ricoperto da fiori
come se fosse una tomba diventa un candido banchetto, quei disgraziati dal
volto grigio diventano borghesi che hanno voglia di bere e divertirsi. E poi,
come in un cerchio senza fine, tutto torna come prima e i protagonisti
accettano a testa bassa il loro destino di corpi freddi abbandonati sotto la
neve.
Inconfondibile
la mano registica di Sepe in questo lavoro, in cui la potenza dell’immagine
convive con l’intensità delle musiche. Uno spettacolo suggestivo, che ti
cattura e ti spinge in un mondo altro, fatto di luci colorate quasi
psichedeliche e ombre, canti di angoscia, viaggi mai compiuti.
Chiedono
aiuto i nostri dublinesi, ma non c’è risoluzione per loro. Provano a uscire
dalla gabbia che loro stessi si sono creati, a soffocare il potere che li
governa, rappresentato dall’uomo in frac e fascia azzurra (simbolo del Regno
Unito), ma sono destinati a tornare sempre indietro nei loro passi. C’è solo un
momento di speranza, che evoca ciò che storicamente accadrà pochi anni dopo la
stesura del racconto da parte di Joyce, quello in cui il personaggio
interpretato da Pino Tufillaro viene ricoperto da un’enorme bandiera irlandese
verde, bianca e arancione: i colori della libertà.
Affascinante
la coralità degli attori, sempre presenti, pieni di energia, la cui
espressività mimica viene affiancata alla recitazione rigorosamente in inglese,
per non tagliare mai il filo che ci lega alla realtà drammaturgica e storica.
Sara Bonci
THE DUBLINERS
di James Joyce
Part 1 15: THE DEAD
Part 2 12: IVY DAY
uno spettacolo ideato e diretto da Giancarlo Sepe
prodotto da Marioletta Bideri per Bis Tremila srl in
coproduzione con Teatro Stabile D’Abruzzo
con la compagnia del Teatro La Comunità (in o. a.) Giulia
Adami, Lucia Bianchi, Paolo Camilli, Federico Citracca, Manuel D’Amario,
Giorgia Filanti, Federica Fruscella, Michele Galasso, Giulia Maulucci, Pietro
Pace, Caterina Pontrandolfo, Francesco Sechi, Federica Stefanelli, Guido
Targetti e con la partecipazione speciale di Pino Tufillaro
scene e costumi Carlo De Marino
light designer Umile Vainieri
elettricista Marco Laudando
musiche a cura di Harmonia Team
con la collaborazione di Davide Mastrogiovanni
ufficio stampa Cinzia D’Angelo
assistente di
produzione Francesco Anzalone
organizzazione Teresa Rizzo
distribuzione Bis Tremila Srl e Teatro Stabile D’Abruzzo
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