27 agosto, 2015

Cattivi e cattivissimi nel teatro Shakespeariano. Di Paolo Leone


Roma, Fontanone Estate (via Garibaldi 30). Mercoledì 26 agosto 2015

Un reading, di per sé, è spesso attività noiosa. Sfuggono all’aggettivo quelli costruiti ed interpretati con maestrìa, che riescono a donare un senso, un significato tangibile a quel che si ascolta e a tenere alta l’attenzione del pubblico con interpretazioni convincenti, intense, appassionate. Quel che è accaduto al Fontanone la sera del 26 agosto, con Antonio Salines e i suoi cattivi nel teatro del Bardo. Lodevole la tessitura drammaturgica di Luigi Lunari che ha affidato ad un grande attore come Salines personaggi, ambientazioni storiche e testi di raccordo tra un monologo e l’altro. Davanti ad una platea gremita, si sono materializzati non solo i personaggi shakespeariani con le loro crudeltà più o meno efferate, ma l’uomo di tutti i tempi e le torve motivazioni, le smodate ambizioni di cui si nutre, da sempre.
Un invito all’immaginazione, tratto dall’Enrico V, ha aperto l’interessante viaggio con la voce di Salines che, accompagnato da musiche moderne, in bel contrasto con le epoche di ambientazione, ci ha portati negli abissi umani, da quelli dei “bastardi” come Edmund nel Re Lear, passando per la sanguinosa guerra delle due rose tra i Lancaster e gli York con i suoi protagonisti (tinteggiati di ironia i primi quanto grondanti sangue i secondi), veri personaggi – mostri, dall’Enrico VI al Riccardo III, fino alle ambiguità dell’Enrico V nel suo discorso ai soldati. L’inganno delle parole, costante nei secoli, come quelle di Menenio Agrippa nel Coriolano, o di Antonio nel Giulio Cesare,  l’arte della manipolazione dei popoli. Quanta verità, quanta attualità nei testi di Shakespeare. E ancora, forse il personaggio più malvagio nato dalla sua penna, quell’Aron del Tito Andronico, abisso senza luci. E quel Macbeth, con la compagnia nefasta della sua Lady, anch’esso prigioniero dell’interesse, costante e perverso motore nelle (basse) cose umane. L’interpretazione di Salines conferisce il calore ed il magnetismo della sua grande esperienza ad ogni monologo recitato, rendendo affascinante e lieve il viaggio proposto. Il commiato dal pubblico, con le parole di Prospero nella Tempesta, è di grande, tenera e amara poesia e lo stesso pubblico sembra non volere l’uscita di scena del suo traghettatore nelle profondità, buie, dell’uomo. Un bel successo.

Paolo Leone


Roma, Fontanone Estate (via Garibaldi 30), 26 agosto 2015

Produzione Teatro Belli presenta:

"Cattivi e cattivissimi nel teatro Shakespeariano", di Luigi Lunari. Con Antonio Salines.

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