“Simmetrie
Festival”, Arezzo, Piazza San Domenico. Venerdì 7 agosto 2015
“MOLTO SPESSO UNA CRISI E’ TUTT’ALTRO
CHE FOLLE, E’ UN ECCESSO DI LUCIDITA’” (da La
crisi)
Dopo alcuni anni di pausa, dovuti
soprattutto ai molteplici impegni personali del leader Morgan, i Bluvertigo sono tornati in piena attività, come ha
testimoniato la loro partecipazione al “Concerto del Primo Maggio” scorso. La
tappa aretina del loro nuovo tour ha
costituito senz’altro uno degli eventi di punta della prima edizione del
“Simmetrie Festival”, manifestazione che è andata finalmente a colmare il vuoto
lasciato dai defunti“Arezzo Wave” e “Play Art Festival”. Come sede del concerto
è stata scelta la piccola Piazza San Domenico, uno dei luoghi più
caratteristici della città, più che sufficiente ad accogliere il non foltissimo
pubblico partecipante.
I Bluvertigo debuttano su disco nel
1995 con ACIDI E BASI, cui fanno
seguito METALLO NON METALLO (1997) e ZERO (1999), a tutt’oggi l’ultimo album
in studio, in attesa della pubblicazione del nuovo lavoro. Con David Bowie e i
Depeche Mode come principali modelli e fonti d’ispirazione, il gruppo si è
distinto per una proposta musicale pressoché unica nel panorama italiano degli
anni ’90: un pop/rock elettronico con
venature psichedeliche -soprattutto nei testi- che ha rielaborato,
aggiornandola, la lezione della new wave britannica
anni ‘80. Il tutto, sotto la guida geniale e folle al tempo stesso del
carismatico e capriccioso Marco “Morgan” Castoldi, indiscusso polo magnetico
della band. I testi, che parlano di
introspezione, malessere esistenziale, filosofia, attualità, riflessioni
“cosmiche” e altro ancora (fino a lambire anche il nonsense), sono specchio fedele di un’anima inquieta e sensibile, e
testimoniano i molteplici interessi culturali di Morgan.
Come già anticipato
nel titolo, il concerto aretino ha avuto un andamento un po’ in chiaro scuro:
pregi e difetti si sono mescolati a comporre un quadro finale nel complesso
discreto ma tutt’altro che memorabile. Tra i punti di forza dell’esibizione
–come, credo, mi darebbero conferma i fedelissimi del gruppo- cito in primis la scaletta. Nelle due ore
tonde di musica il gruppo ha riproposto tutti i gioielli di casa, a cominciare
da Cieli neri, il brano di apertura,
per proseguire con Fuori dal Tempo, L’assenzio –canzone con cui i Bluvertigo
hanno partecipato a Sanremo 2001-, L.S.D.,
Sovrappensiero, Il dio denaro, Vivosunamela, Ideaplatonica, Decadenza, Sono =
Sono, La crisi, Complicità (cover
di Here is the house dei Depeche
Mode) e Andiamo a Londra, l’inedito
già presentato durante l’esibizione del primo maggio e qui arricchito da un
finale in cui Morgan ha lasciato pianoforte e basso per dilettarsi alla
batteria. Spazio anche per due cover:
l’intramontabile Stand by me (Ben E.
King) e una bella versione di Heroes,
uno dei cavalli di battaglia di “papà” Bowie, omaggiato anche durante il bis
(per concedere il quale i nostri si son fatti attendere un po’ troppo…) con Always crashing in the same car, brano
di cui il gruppo ha registrato una versione in studio, contenuta in ZERO.
Tradizionale chiusura con il pezzo più famoso di tutto il repertorio, Altre forme di vita, inno contro
l’antropocentrismo “cosmico”, di matrice prettamente cristiana, che nega
incondizionatamente la possibilità dell’esistenza di vita extraterrestre (“E’
PRATICAMENTE OVVIO / CHE ESISTANO ALTRE FORME DI VITA”) e pone l’uomo al centro
dell’Universo.
Ciò detto, aggiungo
che la band ha dimostrato una notevole verve strumentale (belli gli
arrangiamenti), suonando con energia e senza mai strafare, Morgan compreso;
quest’ultimo ha dimostrato, se mai ce ne fosse ancora bisogno, di essere un
signor musicista e di saperci fare sia con le tastiere che col basso, con la
curiosa aggiunta del breve fuori programma alla batteria, nel corso del quale
non ha certo sfigurato.
Veniamo alle note
dolenti. A fronte della più che buona prova generale del gruppo e della già
menzionata abilità strumentale del leader,
purtroppo ho avuto l’ennesima conferma dell’involuzione vocale –già manifestata
in altre occasioni- dello stesso Morgan, che sembra aver subìto una netta
alterazione -temo irreversibile- del proprio timbro, forse a causa di una
condotta di vita non proprio da atleta modello (ho perso il conto delle
sigarette che si è fumato sul palco…). Quali che siano le cause, la sua voce è
diventata roca, più bassa di tonalità e quasi sgraziata, come se si fosse un
po’ “chiusa” -gli esperti perdonino questa mia espressione poco tecnica. Il
risultato è che, almeno sul palco, Morgan ormai farfuglia o urla, quasi mai
canta, e, quando gli riesce, fa una gran fatica a infilare le note. Se si
conoscono bene le versioni studio delle sue canzoni, il confronto con le
recenti esibizioni live è a dir poco impietoso!
A migliorare le cose,
poi, non ha certo contribuito la pessima acustica della serata, non so se
dovuta a fattori ambientali o alle scelte dei fonici (o a entrambe le cose):
mentre non ci sono stati particolari problemi per distinguere –relativamente-
bene gli strumenti, le parole, già penalizzate dalla voce “sporca” di Morgan e
soffocate dalla preponderanza degli strumenti stessi, uscivano fastidiosamente
incomprensibili (cosa peraltro non così rara nei live, almeno in base alle mie
esperienze…), e questo per lunghi tratti del concerto, compromettendo
notevolmente l’ascolto.
Peccato, perché la
musica dei Bluvertigo, almeno nella sua incarnazione “ufficiale” (i dischi),
rappresenta quanto di meglio il panorama rock italiano abbia saputo offrire
negli anni ’90, e meriterebbe perciò ben altro trattamento dal vivo!
Francesco
Vignaroli
Un
ringraziamento speciale a Sarah (prima le signore!) e Massimo di Roma per la
“consulenza musicale”
E Sarah e Massimo ringraziano te per l'articolo e la piacevole serata!!!
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