Cortona Mix Festival,
Cortona, Teatro Signorelli. Domenica 2 agosto 2015
L’onore di chiudere la quarta edizione estiva
del “Cortona Mix Festival” è toccato al grande batterista americano Max Weinberg,
ormai un ospite abituale della manifestazione. L’eclettico musicista, famoso in
tutto il mondo come membro della E-Street Band di Bruce Springsteen, ha scelto
la cittadina toscana come tappa inaugurale del tour italiano del suo quintetto jazz. A far gli onori di casa i
giornalisti, critici musicali e conduttori radiofonici Ernesto Assante e Gino
Castaldo (La Repubblica , Radio Capital); nel corso della breve
intervista che i due hanno fatto al protagonista prima del concerto, Weinberg
ha dichiarato di essersi innamorato del suo strumento dopo aver ascoltato il batterista
di Elvis Presley, D.J. Fontana, e che il suo batterista preferito in assoluto è
stato Buddy Rich, nome caro agli appassionati di jazz.
Dopo queste poche parole, a parlare è stata
la musica, e che musica! Due ore di jazz frizzante, energico, trascinante,
godibilissimo anche per i profani, grazie a un gruppo di musicisti affiatati e coinvolgenti.
Tra i brani, omaggi a mostri sacri del jazz come Art Blakey –altro grandissimo
batterista-, Thelonious Monk (The way you
look tonight) e Dizzy Gillespie. A metà concerto il ritorno in azione della
coppia Assante-Castaldo, per una breve intervista agli altri membri del gruppo.
La seconda parte si è aperta con un’ipnotica esecuzione in solitaria del
pianista Dave Kikoski, in attesa dell'ingresso di un graditissimo ospite, il grande sassofonista italiano Stefano di Battista
(del quale mi permetto di consigliarvi il disco di jazz orchestrale ‘Round
about Roma, 2002), rimasto sul palco per un paio di brani (tra cui una bella
rilettura dello standard jazz A night in
Tunisia), ma sin da subito in perfetta sintonia col gruppo. Un’altra
esecuzione del quintetto ha preceduto l’arrivo della seconda ospite, la
cantante Nina Zilli. Anche per lei due brani: l’arcinota (almeno nella
versione, inarrivabile, di Nina Simone) My
baby just cares for me e lo standard The
man I love. Gran finale, con il ritorno di Di Battista sul palco, dedicato
a un altro Maestro del jazz, Ramsey Lewis, e meritata ovazione finale del folto
pubblico del Signorelli: complice il gran caldo, i musicisti sul palco se la
sono letteralmente sudata (Weinberg in particolare, letteralmente zuppo!),
senza mai risparmiarsi.
Accodandomi
pedissequamente al nostro caro Direttore –la “D” maiuscola è d’obbligo!- e allo
stile delle sue “Pillole” sul Festival, per una volta faccio un’eccezione e
metto il voto anch’io: 8-. Il “meno” si riferisce all’intervento di Nina Zilli,
che personalmente non ho trovato molto convincente: a parte l’improponibile
confronto con Nina Simone, ho avuto l’impressione che la “nostra” Nina non
fosse a suo agio in veste di crooner jazz, e che la sua prestazione vocale non
abbia reso giustizia al suo valore reale. Per il resto, tanto di cappello a
Weinberg & soci, con una menzione particolare per il pianista Kikoski e per
il giovane sassofonista Brandon Wright. Per qualità e quantità, un concerto
degno di “Umbria Jazz”!
Francesco
Vignaroli
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