25 agosto, 2015

Luciano e Serena Radicati. Stesso sangue, materiali diversi! Di Stefano Duranti Poccetti


Come ogni anno Luciano Radicati espone nella Sala La Moderna di Cortona e come tutti gli anni l’artista aretino ci stupisce con qualche nuova creazione. Sono ormai anni che vedo le sue opere, ma per me è sempre molto piacevole andare alla scoperta del mondo di Radicati, in continuo rinnovamento.
Tra le opere di cui non ho mai parlato nei miei articoli precedenti rilevo un tondo. Si tratta di una costruzione polimaterica in cui all’interno sta un altro piccolo elemento della stessa forma, dove sono raffigurate quelle due teste inconfondibili che fanno ormai storicamente parte del repertorio dell’artista. Le due teste sono circondate da una serie di motivi dinamici, che quasi “svolazzano” lungo tutta la superfice dell’opera, donando a essa grande leggerezza; leggerezza ottenuta anche attraverso un uso di colori fantasia, sfumati e inconfondibili – si sa che Radicati è un Maestro del colore ed è lui stesso a crearlo attraverso tecniche personali.

Un'altra vita per le farfalle
Un’altra opera interessante è “Un’altra vita per le farfalle”: una sorta di scatola, che, da chiusa, è una bellissima indagine di forma, colore, geometrie, che danno luogo a una dimensione prospettica suggestiva e mistica; senso di prospettiva di un’opera che sembra “voglia farsi guardare dentro”, e in effetti qualcosa dentro c’è, visto che se l’apriamo incontriamo ancora quelle due famose teste, protagoniste stavolta dell’interno di questo pezzo d’arte, che presenta una particolarità importante, che dà a esso anche lo stesso titolo. Osservando attentamente infatti possiamo vedere che vi sono qua e là ali di farfalle, che contribuiscono a donare a questa “scatola” un senso straordinariamente vitale.

Sono molti altri i pezzi esposti da Radicati, di molti di essi ho già parlato in passato. Emergono ancora le bellissime e possenti figure ieratiche e dalla forte intensità spirituale, rinforzate da un uso del colore inconfondibile, alle quali le foto non sanno dare merito; emergono anche i particolari gioielli dell’artista, composti da oggetti della vita quotidiana e che prendono come le sembianze dell’oggettistica esotica ed etrusca; emergono i piccoli mosaici, incastonati tra di loro con precisione, dedizione, attenzione artigianale… 

Accanto a tutto questo, sono presenti anche le opere della figlia del pittore Serena Radicati, che di anno in anno incrementa la sua produzione di arazzi e di borse, costruiti artigianalmente dalla giovane artista, che dimostra la sua capacità di saper lavorare con tessuti diversi, riuscendo a dare luogo a lavori raffinati, di pregio e soprattutto dal segno personale. In alcune di queste opere si ravvisano soggetti già usati dal padre, come le due famose teste, presenti in un bellissimo arazzo, dove predominano i toni giallo, rosa, verde e glauco; in altri invece i soggetti sono totalmente personali e s’inseriscono perfettamente nella struttura geometrica voluta dall’artista e si sposano con i bei colori delle opere. Elemento particolare di queste creazioni è che anche la stessa cucitura fa parte della loro struttura e ne diventa il vero e proprio disegno che dà la forma ai soggetti.

La mostra non sarà aperta ancora per molto, c’è tempo fino alla fine di agosto per visitarla… e ne vale la pena!


Stefano Duranti Poccetti

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